ORIGANO ADDIO!!!    O… ARRIVEDERCI?

Quando affermiamo che anche sul nostro territorio sono evidenti i segni dell'azione distruttrice dell'uomo, non diciamo niente di nuovo.
Basta una sola considerazione: lungo le vie di campagna fiancheggiate, un tempo, da ombrosi castagni e querce, crescono rigogliose le spine e non si avverte più nemmeno il frullar d'ali di un merlo che, in passato, numerosi nidificano sugli alberi e tra i cespugli. Domina un silenzio di morte rotto, ogni tanto, dal "riso" della gazza ("Ride la gazza nera sugli aranci". Quasimodo da "Nuove Poesie") che, la sua livrea nera e bianca svolazza, dominatrice incontrastata su una campagna morente. La desolazione dei campi ci rende poveri dentro, deprivati come siamo di spettacoli, di odori, di suoni che solo uno spazio naturale rispettato sa offrirci. Non siamo i cantori del tempo passato, nondimeno, avvertiamo che una parte del la nostra storia va scomparendo:
"Quannu me ricuglia tuttu sberratu
a menzijurnu, nun me canuscia,
chiu de terra e pue sciguniatu
e m'aspettava mammarella mia
ccu la pacienza de na santa, tuni
ch'hai piersu l'occhi a cusere scigani"
A Castagna- (Ciardullo "Le Poesie")
e lo sconvolgimento dell'habitat naturale ha decretato la fine di piante che crescevano spontanee come la malva, la camomilla, gli asparagi. Durante i mesi estivi gli incendi, certamente di natura dolosa, mandano in fumo ettari di bosco, piante che la sapiente mano dei nostri contadini aveva messo a dimora per il frutto: ulivi, castagni, querce e sui terreni scoscesi acacie. per preservarli dalle frane. Muoiono lucertole, topi, serpenti, ghiri, ragni, farfalle, muore un ecosistema. I volatili e quant'altri riescono a farla franca sono costretti a ricercare, non sempre vi riescono, un altro ambiente che dia loro la possibilità di vivere. Nella descrizione di questo quadro non certo idilliaco, dare l'addio all'origano parrebbe un fatto normale, ma non é così. Esso era comune nei luoghi incolti dalle falde di Santa
Lucema, sino a contrada Petrara, nella zona dei Vasci, a Serilonga, lungo i muretti che delimitavano le vie interpoderali cresceva, a fusto alto che raggiungeva anche i settanta centimetri, con corolla porporina, rosea, bianca e rigogliosa, spandeva il suo odore aromatico per tutta l'estate. Ma se gli basta poco per vegetare, e cresce spontaneamente, una domanda: perché sta scomparendo?
Non vorremmo essere tacciati di ostilità verso il generale avanzamento nell'organizzazione sociale di coi le vie di comunicazione sono un aspetto importante, ma da quando sono state costruite strade interpoderali, dando la possibilità di pervenire con la macchina in zone in cui, prima, era possibile solo arrivare a piedi il giusto rapporto tra l'uomo e la natura è saltato e sul povero origano si è abbattuta l'avida mano dei venditori che, senza dargli la possibilità nemmeno di fiorire, lo strappano con tutte le radici decretandone la scomparsa.
Non sappiamo quali iniziative si dovrebbero assumere per scongiurare il pericolo, certamente, per un'inversione di tendenza e necessario il concorso di tutti perché alle parole possano seguire i fatti. In vero, sembra che la china verso cui ci stiamo incamminando non dia più certezze, ma non si può restare indifferenti ed allora entrano in gioco le istituzioni e la loro capacità di dare risposte in positivo. L'Amministrazione Comunale ha assicurato la piena disponibilità a convocare un apposito consiglio Comunale aperto per un esame dei problemi inerenti il territorio.
da "Grimaldi 2000 - novembre 2000"
di Antonio Guerriero