La montagna…. Santa Lucerna
Volendo visitare Grimaldi si esce dallo svincolo della SA-RC a Piano Lago e si prosegue per il paese costeggiando i comuni di Belsito e Malito .
Provenienti da Sud si svincola nel Medio Savuto e si prosegue attraversando la frazione di Maione nel comune di Altilia.
Sia dall'una che dall'altra parte, quando si è nei pressi dell'abitato lo sguardo va lontano, alla montagna che, maestosa, si erge a protezione dcl paese che è ai suoi piedi.
Santa Lucerna è a 1.257 slm. Dalla sua cima si nota il vulcano Stromboli ed il mar Tirreno oltre i paesi di Aiello Calabro e Lago. L'antica, mitica montagna
si estende per circa quattromila ettari e sono interessati i comuni di Belsito, Malito, Aiello Calabro, Lago e Grimaldi.
La Comunità montana del Savuto, con sede in Piano Lago, ha nel programma di sviluppo la valorizzazione di tutta la zona montuosa. La stessa cosa dicasi per il comune di Grimaldi, di Aiello Calabro ma, la montagna è li che attende!
La pineta del
Faito corona quest'angolo di paradiso, invitando gli amanti della natura a recarsi sul posto per godere il "freschetto" sotto gli alberi e bere l'acqua che scorre dalle sorgenti, fresca, leggera e pura.
Il nome Santa Lucerna, a noi tramandato dalla leggenda, si attribuisce ad un eremita che ha trascorso tutta la sua vita sulla montagna ed era sconosciuto dalla popolazione del sottostante paese diviso in molti casali.
Una volta resa l'anima a Dio, il corpo esanime rimase disteso per terra.
Si racconta che una fiammella si accese. La popolazione, spinta dalla curiosità, sali la montagna e scorse il corpo dell'eremita. Allora la fiammella si spense. Ecco perché: Santa Lucerna.
All'inizio degli anni Trenta il cittadino grimaldese Luigi Silvagni così si espresse sulla montagna: "La millenaria Santa Lucerna è la più popolare, la più conosciuta, la più visitata tra tutte le montagne di questa estrema catena appenninica perché, oltre alle bellezze naturali che offre, essa sola è avvolta da cento miti ed è ricca di cento leggende che intorno alle aje, e nei focolari,
d'inverno, continuano sempre ad essere con piacere raccontate e con grande interesse ascoltate dai valorosi villini di questi abitati".

Un’altra leggenda si racconta
Nelle viscere della montagna pare si nascondino tesori immensi depositati dalla regina di Albalonga e si racconta che sarebbero stati affidati per la custodia ad un pericoloso serpente dalla coda biforcuta e con alito puzzolente.
Si narra l'esistenza di un gallo che, ogni plenilunio, usciva dalle viscere della
terra, cantava tre volte e spariva, lasciando lo spazio ad una chioccia con sette pulcini d'oro.
Non molto tempo addietro fu presentato alla popolazione un liquore che portava il nome di "Santa Lucerna", che il Cav. Peppino Funari di Malito ottenne con il mescolare di erbe che vegetavano alle falde del Monte.
Santa Lucerna deve essere valorizzata. Maggiore attenzione, evitando i danneggiamenti sia per gli alberi che per il suolo. Necessitano interventi immediati da parte degli organi preposti che facciano di questa storica montagna un angolo di paradiso ed un'attrazione turistica da non
sottovalutare.

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