Fra Benedetto Falcone
La famiglia Falcone ha origini nobili nella storia di Grimaldi. Nell'810, nel giorno 25 di ottobre, è nato Raffaele Antonio. Questo nome è stato imposto all'atto del battesimo da Antonio e da Felice Mauro. Proprio nel giorno in cui si battezzava il neonato Raffaele Antonio, nacque don Vincenzo Pasquale Nigro, sacerdote insigne denominato, successivamente, il "parroco dei poveri". Il battesimo avvenne nella Chiesa parrocchiale dei SS. AA. Pietro e Paolo.
Il nostro Fra Benedetto ebbe un fratello, Francesco Saverio, che tutti ricordano come parroco di Laurignano che, a dire degli storici, ebbe un ruolo importante nella preparazione alla vita spirituale del fratello Fra Benedetto. Sacerdote ha visto nel fratello il cuore aperto e la predisposizione a servire il Signore in preghiera e nella solitudine. Ebbe anche una sorella che non si sposò e altri due fratelli: Pasquale e Giuseppe, morti in età giovanile, lasciando dei figli, il primo uno ed il secondo cinque.
Le condizioni economiche della famiglia Falcone erano umili ma, in quei tempi, per consentire ai figli di studiare doveva considerarsi alquanto agiata. Avviare agli studi dei figli, significava possedere il minimo indispensabile per affrontare le spese.
Appena grandicello, il nostro Fra Benedetto, dovette essere inviato ai lavori campestri che svolgeva con impegno, serenità, con il sorriso e, spesso, metteva da parte il risparmio per opere di pietà tralasciando i giochi propri della gioventù.
Fin da piccolo sentiva il bisogno di alzare gli occhi al cielo e pregare il Padre Creatore per le tante concessioni che elargiva ai suoi figli.
Si sentiva attratto dall'amore divino, a servire il Signore più da vicino e, già, pensava di ritirarsi in solitudine, lontano dalle "follie" del mondo, dal richiamo a godere la vita, per essere più vicino al Padre e servirlo pregando per se stesso e per l'umanità intera.
Non era sufficiente una stanzetta, non idonea a quella solitudine che, maggiormente, lo faceva sentire in contatto con il Cuore del Cristo che batteva per tutta l'umanità.
Ecco che preferisce una grotta. Vera solitudine, silenzio, maggiore concentrazione. Vera vita spirituale, estasi, raccoglimento, colloquio diretto.
All'inizio bussò alla porta del convento per vivere la gioia nel chiostro, ma non fu accettato. Bussò a tante altre porte ma, sempre, con esito negativo.
Seguì il fratello parroco a Laurignano che fu una guida preziosa per il giovane in cerca di pace spirituale, fermamente convinto che la sua vita non era per servire il mondo ma per essere un apostolo a disposizione della divina provvidenza.
Con modestia cerchiamo di chiederci il perché di tanti rifiuti. Vogliamo credere che la "via del Signore" deve essere intrapresa subendo delle mortificazioni, dei rifiuti al fine di "esaminare" lo stato d'animo, la perseveranza, il sopportare le offese per entrare a far parte dei "servi di Dio" che dovranno soffrire nel corpo per raggiungere il Paradiso,
Secondo noi, Cristo ha messo alla prova il giovane che, con tenacia, fermezza, volontà ha raggiunto lo scopo che era quello della solitudine in armonia con il suo Dio.
Intanto la vita trascorreva nel silenzio e nella preghiera e, così, passavano gli anni (due anni di unione con Dio!).
Ma il Signore volle presentarsi a lui manifestandosi in varie forme. Anche la Madonna era al suo fianco e volle far sentire il suo affetto materno verso un figlio che era consacrato al suo Cuore e voleva servire il Creatore che gli aveva dato la vita da dedicare alla conversione dei peccatori godendo nella sofferenza fisica e gioendo nello spirito.
E venne il giorno in cui iniziava la sua unione con la Madonna e con il Suo Figlio Gesù Cristo.
Era il 17 luglio 1833 il nostro Fra Benedetto pregava. Erano le quattro del mattino quando una luce illuminò la sua dimora attirando la sua attenzione e, nello stesso tempo, quasi terrorizzandolo a tal punto che rimase come accecato dallo splendore di tale visione.
Volle raccontarlo e fu calmato dalle parole di conforto e di proseguire nella sua vita spirituale.
Ma questo volta, la luce splendente diede luogo ad una visione più marcata.
Una Signora dal volto divino, circondata da stelle e da numerosi Angeli, gli apparve e, con lo sguardo materno, disse: "Eremita... levami da queste mura ed io illustrerò l'universo!"
Era il giorno 21 del mese.
"Levami da queste mura!!".
Era un invito che lo ha lasciato, ancor di più, perplesso e cercava il significato di quel messaggio. Il nostro Fra Benedetto, dopo un'attenta riflessione e in contatto con il Signore, capì che quelle mura nascondevano qualcosa.
L' Immagine era rimasta impressa negli occhi e le parole pronunciate dalla "bella Signora" risuonavano nella sua mente: "Levami!".
Come per dire: "Io sono la stella fulgente che illuminerà il mondo!
"Devo essere visibile. Voglio i miei figli accanto a me!".
Fra Benedetto si diede da fare, non perse tempo e, immediatamente, fece scavare nel muro e, meraviglia delle meraviglie, si presentò il quadro con l’effigie della Madonna della Catena.
Possiamo immaginare il grande sospiro di gioia del giovane eremita allorquando, dinanzi ai suoi occhi, si presentò la Madonna, quella Donna che voleva essere liberata per essergli più vicina e, quale Stella fulgente, attirare lo sguardo di tutto il mondo per assicurare la sua presenza e la sua protezione.
Tutta la sua vita è stata dedicata alla costruzione della Chiesa della Madonna della Catena in Laurignanò, oggi, elevata a basilica.
La festa della Madonna della Catena, ogni anno, richiama pellegrini da tutta la Calabria con imponenti manifestazioni. I devoti dei paesi limitrofi si recano alla Basilica rinunciando ai mezzi di trasporto e, a piedi, transitano per le montagne e raggiungono il luogo benedetto contenti e si inginocchiano dinanzi al Quadro divino per ringraziare o invocare grazie per sé e per la propria famiglia.
Grimaldi, ai piedi di Santa Lucerna, ha dato alla Chiesa sacerdoti santi che hanno dedicato la loro vita interamente alla salvezza delle anime, a lenire i dolori dei propri fratelli, ad emigrare, missionari di pace, in terre lontane per portare la gioia di vivere confidando in Dio.
Fra Benedetto è uno di loro e noi sentiamo il bisogno di ringraziare la famiglia Falcone che ha dato i natali ad un Santo. Nella storia religiosa del nostro paese, il suo nome resterà indelebile perché ha operato in solitudine e nella preghiera e, tuttora, lo vediamo là in Laurignano dinanzi alla basilica che aspetta i fratelli tutti, i grimaldesi in particolare, perché, insieme si possa rendere omaggio a quella Stella fulgente della madonna della Catena che è sempre presente in ogni momento della nostra vita.

Home