Dr. GIOVANNI IACHETTA

Primo di quattro fratelli, lungamente atteso, Giovanni Iachetta nacque in Grimaldi il 26 marzo 1911 da Antonio, piccolo proprietario e da Maria Saccomanno, entrambi esponenti di Famiglie di antico ceppo grimaldese.
Segno zodiacale: l'Ariete dal quale s'ebbe la forza fisica, la gioconda risata, la fiducia nel continuo rinnovarsi della speranza.
Costante nell'amicizia, lavoratore instancabile, ebbe profondo il senso del dovere, il culto delle memorie e della tradizione.
Ebbe, coi compagni della sua età, comuni i giochi del suo tempo, Fatti di innocenza, all'aria aperta, per le viuzze tortuose del paese, tra il Mercato, lo spiazzo dei Tre Canali, sonoro di acque correnti, fresche d'estate e tiepide d'inverno, e la quasi rettangolare assolata aria di Impedichiati, festosa di uomini e di animali durante il periodo della trebbiatura, generosa dell'oro innocente del grano, gioia e speranza delle famiglie.
Frequentò le elementari a Grimaldi e le medie in Cosenza, presso il liceo - ginnasio B. Telesio. Fu studente dall'intelligenza viva, ordinata, fortemente ricettiva. Apprese bene le varie materie e, promosso ogni anno a giugno, tentò e superò, con un anno di anticipo, l'esame di licenza liceale presso il liceo San Nazzaro di Napoli. Era bravissimo. Amava i classici che gustava nei testi, e declamava, con voce chiara e robusta, intere arringhe di avvocati celebri. Fu tentato di iscriversi a giurisprudenza, ma optò per medicina. Era quella la sua strada, il cammino assegnatogli dalla vita, dalla Provvidenza.
Che baldi e sani giovani quei cinque studenti in medicina che durante le feste natalizie e le vacanze estive tornavano dagli studi in paese, lo animavano e gli davano motivi di fiduciosa speranza nell'avvenire! Un primato per quei tempi, non facili per gli studi, annoverare un gruppetto di futuri medici, frutto peraltro genuino di famiglie non blasonate.
Laureatosi giovanissimo in medicina e chirurgia presso l'Università di Napoli, superò, nel medesimo anno, l'impegnativo esame per l'abilitazione alla professione medica, presso l'antica
Università di Siena. Terra di medici e valorosissimi anche Grimaldi: da Bruno Amantea, scienziato umanista, chirurgo primario nell'ospedale degli incurabili, professore di anatomia descrittiva nell'Università di Napoli e chirurgo di camera di sua maestà il re Ferdinando I, a Giuseppe Amantea, direttore dell'Istituto di fisiologia umana nell'Università di Roma. E poi: Antonio Silvagni, Salvatore Colistro, Ortensio Amantea, Ernesto Giardino, Giovanni Iachetta, Giuseppe Niccoli., Luigi Amantea, direttore della cattedra di clinica chirurgica dell'Università Ji Napoli Federico II, Ettore Anselmo, Fortunato De Simone, Guido Giardino, Fernando Bruera, Giovanni Vecchio, attuale medico condotto, alle nuove, nuovissime leve del secondo cinquantennio tra le quali molte donne.
Di tanto glorioso patrimonio Grimaldi è ben degna ed orgogliosa.
Cullato di speranze e di sogni ampiamente giustificati e forte del suo meritato titolo accademico, Giovanni Iachetta, fedele alla ben nota tradizione di famiglia, che ha fatto del lavoro la sua fiaccola di vita, iniziò subito in Grimaldi la sua non facile attività professionale.
In piena attività, in quel tempo, in paese, tre affermati validissimi medici: ognuno con la sua clientela, il suo seguito, i suoi sostenitori. Difficile quindi inserirsi nell'esercizio professionale, ma Giovanni Iachetta è giovane, forte, ricco di studi recenti, fiducioso nei suoi mezzi e dotato di indomita volontà. Conta inoltre su un numeroso parentato che lo ama e che prende subite a stimarlo per la sua disponibilità, la edificante carica di umanità, le sue capacità professionali.
E' al servizio di tutti Giovanni Iachetta. Lavoratore instancabile, non si risparmia per nessuno e unendo cuore e bravura nella professione, si afferma come medico di sicuro avvenire.
Esentato, in un primo momento, dal servizio militare perché figlio di madre vedova e due fratelli minorenni, ha l'incarico di medico condotto salvo i periodi del militare, dal 1938 al 1946, anno in cui, superato egregiamente l'esame concorso, gli viene assegnata, su stia scelta, la condotta medica di Grimaldi. Anni duri, durissimi per tutti quelli del secondo conflitto mondiale: l'Italia c'è dentro fino il' fondo e le conseguenze sono: lutti, stragi, distruzioni, miseria. A differenza di quanti, fiutato il vento, si apprestano a passare, cambiando divisa, pensieri ed atteggiamenti, sul carro del vincitore, Giovanni Iachetta non si unisce al coro dei giudici novelli e fa il segretario politico per alcuni mesi.
Chiamato alle armi viene assegnato come ufficiale medico nel 102° reggimento di marcia, operante nella zona di Salerno, e, successivamente, caduto il fascismo e costituitisi alcuni reparti dell'esercito italiano nel sud, presta servizio sempre come ufficiale medico, al seguito delle truppe alleate.
Cessate le ostilità, Giovanni Iachetta viene congedato col grado di capitano medico. E ritorna al lavoro, ai suoi malati, col cuore, l'abnegazione, le trepidazioni e le ansie di sempre con rinnovato impegno e maggiori esperienze E impegnatissimo ha giornate piene di lavoro sia in paese che in campagna, batte zone isolate arriva in casupole prive del benché minimo necessario segnate dalla miseria più nera Giovanni Iachetta, medico e uomo fa appello alla scienza per curare, consola, da speranze, e, non di raro, aiuta concretamente.
In campagna va a dorso di mulo (ottima compagnia il fidato Gennarino Rino), spesso a piedi, per vie e sentieri difficilmente percorribili, di notte al lume di lanterna col vento e con la neve, un tempo presente, nelle nostre zone, per più mesi.
Arriva, pio consolatore, dove urge maggiormente il dolore e il bisogno e ne torna rinvigorito nella fede e lieto del bene compiuto. Segue intanto le vicende politico-amministrative del paese portando in assemblee e incontri vari, il contributo, a volte determinante, della sua cultura e della sua esperienza. Ama Grimaldi e la vorrebbe più bella, più civile, più serena.
Membro del "Comitato pro ginnasio", nato per la raccolta in paese e nelle Americhe, di fondi destinati a dare alla scuola media una sede decente, allora precariamente ubicata nei locali del vecchio convento in costante paurosa rovina, sollecita e ottiene, in un raduno a Camigliatello Silano, tramite l'on. Vittorio Pugliese, suo intimo amico, dall'onorevole Antonio Segni, allora ministro della Pubblica Istruzione, il più vivo autorevole interessamento favore delle scuole grimaldesi. Segni mantenne l'impegno.
Generoso, magnanimo anzi, Giovanni Iachetta se, caso unico, rinunzia, pur disimpegnando pienamente l'incarico affidato come ufficiale sanitario, all'onorario spettantegli ( migliaia di lire di quei tempi!) per la visita medica ai suini destinati alla macellazione. Ne fa testimonianza una lettera elogiativa del Prefetto del tempo.
Bollettino della R. Prefettura del 1/15 marzo 1938 Divisione sanitaria n.43 53 del 5/2/1938
Mentre la quasi totalità dei sanitari della provincia, cui è fatto obbligo di eseguire la visita medica ai suini destinati alla macellazione per uso privato, pretende il relativo compenso anche senza eseguire la prescritta visita, l'ufficiale sanitario di Gnmildi, dr. Giovanni Iachetta, con la lettera diretta al podestà di detto Comune, che trascrivo per intero a tale diritto rinunzia compenso del disagio in cui vive la popolazione di quel centro.
"Considerando non buone le condizioni economiche in cui versa la popolazione in generale, tenendo presente che la tassa di scambio ha subito un sensibile aumento, sono venuto nella determinazione di rinunziare, per questo anno, il compenso a me dovuto in qualità di ufficiale sanitario per la visita ai maiali che saranno macellati per uso privato, pur adempiendo scrupolosamente ai miei obblighi sanitari".
Firmato: Giovanni Iachetta
Prego le SS. LL. di segnalare il lodevole atto di disinteresse compiuto dal predetto ufficiale sanitario a coloro che può essere di monito e di esempio.
Il Prefetto: firmato Palmardita
Medico scolastico e ufficiale sanitario, vive da vicino la vita della scuola e assicura con frequenti visite la salute dei discenti e l'idoneità dei locali.
Avido di sapere, è presente in vari congressi medici dai quali torna arricchito e aggiornato su nuovi sistemi di cura e ritrovati della scienza.
In quali specifiche branche dell'attività medica opera Giovanni Iachetta?
O grandezza misconosciuta dei medici generici!
O cavalieri dell'ideale non aureolati dalle decantate specializzazioni in più discipline!
Carente spesso di mezzi e strumenti adeguati, costretto a operare in ambienti proibitivi, di fronte a casi gravissimi, solo con le sue ansie, combattuto tra timori e speranze, che fa il buon medico generico?
Se credente, poiché alcuni casi si manifestano subito infausti, ribelli ad ogni ritrovato della scienza, si segna. Oltre al quotidiano lavoro di routine, Giovanni lachetta, medico generico, fa di tutto e bene anche se evita, in moltissimi casi, di mandare a Cosenza quanti ricorrono alle sue cure di urgenza. Estrae denti, a volte senza anestetico, richiude ferite spesso larghe e profonde, cura fratture che si saldano senza danni.
"Nasce l'uomo a fatica".
Già, il parto, il parto, sempre un'incognita e non solo per il genere del nascituro, difficilissimo per quei tempi. Ma il buon medico è li nella sua veste di ostetrico, (la levatrice non basta), coi pochi ferri del mestiere, col forcipe che adopera, quando necessario, con ormai collaudata maestria.
Quante vite salvate! Quanti sorrisi di gioia delle puerpere alle loro creature, dopo il travaglio del parto! Le riviste mediche, purtroppo, non hanno mai avuto lo spazio dovuto per questi eroici medici generici. Giovanni Iachetta, medico, è sulla breccia da trenta anni. Una vita la sua fervida di studi continui (le pagine dei testi della sua biblioteca presentano numerosi richiami, sottolineature, chiose, non sono davvero rimasti intonsi), ci fecondo costante operare, al servizio dei malati, dei bisogno della società, una vita veramente degna d'essere vissuta.
Serpeggiano intanto le prime avvisaglie fisiche non buone alle quali, incredulo, oppone l'energia di sempre e continua a lavorare. Si manifestano quindi indubbi segni di una sintomatologia che portano, lui medico, ad una auto diagnosi preoccupante.
Ne chiede conferma e andiamo a Napoli dal prof. Vincenzo D'Afflitto, suo compagno di studi universitari, ottimo amico e internista valentissimo. D'Afflitto lo visita accuratamente, affettuosamente, e, purtroppo, conferma le previsioni di Giovanni.
Congedandoci, D'Afflitto abbraccia l'amico fraternamente, d pianto alla gola; sa che difficilmente lo rivedrà.
Dopo Napoli a Roma dal prof. Bufano, titolare della cattedra di semeiotica medica presso quella Università.
E' degente in clinica medica confortato ed assistito, a turno, della presenza di mio cugino Silvio Saccomanno, che ringrazio ancora, e mia e seguito con costante interesse dal prof. Bufano che, al termine di una ennesima visita fattagli nel suo studio privato, accompagnandoci gentilmente alla porta (il prof. amava chiamare Giovanni collega), aprì ed agitò alle spalle di mio fratello tre dita della mano destra per indicarmi la quantità dei valori pressi.
Appena sulla strada, accusai un fortissimo mal di testa e lo indussi a rientrare subito in albergo. Voleva passeggiare. Ignorava che era al limite di un collasso.
Sentimmo anche il prof. Paride Stefanini, antesignano in Italia del trapianto di reni. Stefanini ascoltò, visitò. Trovò gravi le condizioni generali dell'ammalato e, attesa la delicatezza dell'operazione (si era ai primi trapianti), sconsigliò decisamente l'intervento. La malattia intanto progrediva, e, ribelle ad ogni ritrovato della scienza medica, domò persino la volontà; e fu la fine.
Morì, fiaccato da una lunga debilitante degenza (il suo grande cruccio quello di non potere più lavorare, essere utile, confortare), il 2 ottobre 968, tra il compianto sincero ed unanime di Grinialdi tutta, che in lui ebbe uno dei suoi figli migliori. A testimonianza della stima e dell'affetto che Giovanni Iachetta s'è guadagnato con la sua vita esemplare di medico e di cittadino, la civica amministrazione gli ha eretto, a perenne il ricordo, una stele votiva che campeggia sul lato ovest dell'ex municipio, in Piazza Giuseppe Amantea, con la seguente epigrafe:

DOTT. GIOVANNI IACHETTA
MEDICO CONDOTTO UFFICIALE SANITARIO
COMBATTENTE INDOMITO
DELLA DURA BATTAGLIA
CONTRO IL MALE E LA MORTE
RECO' AI MALATI
PER UN TRENTENNIO
LA PAROLA E L'OPERA DELLA SCIENZA
CHE CONSOLA E SALVA
A TUTTI ESEMPIO INCOMPARABILE
DI DEVOZIONE AL DOVERE
LASCIA DI SE'
IMPERITURA MEMORIA
PER IL BENE CHE FECE
I GRIMALDESI RICONOSCENTI E GRATI
26.3.1911                                2.10.1968

Giovanni Iachetta, medico, vive nel ricordo affettuoso di quanti, oggi non più giovani, lo hanno conosciuto, stimato e lodato, ma più ancora vivrà nel cuore di quanti, giovanissimi, frequenteranno nel tempo, la fiorente locale scuola media statale che, unanimità di pensieri e di consensi, ha voluto, meritatamente, intitolare al suo nome.
Da "Commemorazioni e discorsi" 
di Michele Iachetta


A mio fratello Giovanni

Alunno d 'Esculapio, hai conosciuto
col cuore generoso e con la mente
avida di sapere, interamente,
la vita agli egri, vero apostolato.

Combattente indefesso, sei passato
tra miserie e dolore, amabilmente,
lieto sempre di dare, largamente
di stima e immenso affetto circondato.

E' notte fonda. Bussano alla porta
una, due volte, fuori c 'é la neve
e qualcuno ch'invoca il suo dottore.

E mio fratello va. Poco gli importa
del perduto riposo; sa che deve
più che la legge glielo impone il cuore.
Michele Iachetta

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