GRIMALDI LEGGENDE LONGOBARDE

Di Questa nostra origine longobarda ancora oggi rivivono due leggende nel cui contesto, accanto agli elementi fantastici, s'assommano aspetti reali che ne caratterizzano la derivazione storica. Esse cullarono e ruppero i sonni della nostra fanciullezza suscitando grande interesse e, parimenti, timori e paure, quando nelle sere d'inverno, accanto al fuoco, gli occhi rivolti verso il camino o sulla porta si aspettava che spuntasse la chioccia con i sette pulcini d'oro o la strega sulla scopa, mentre il nonno, mentre il nonno... nelle viscere di S. Lucerna sono custoditi immensi tesori, depositatevi da una regina, padrona e signora delle fu antichissime e doviziose città di Alba-Longa, di Tirirocca e Serralonga e, a guardia di essi, sta un enorme serpente dall'alito asfissiante con doppia filiera di acutissimi denti e dalla coda biforcuta e tagliente amo' di rasoio, raggomitolato tra le sue formidabili spire al di sopra dei grandi vassoi di argento che contengono oro e pietre preziose. Allo scoccar della mezzanotte dal principio d'ogni plenilunio, sul Pizzone, dalle profondità della montagna, balza un gallo dalle penne d'argento, dai piedi e dalla cresta d'oro, con gli occhi di grossi zaffiri, che canta tre volte e subito sparisce, per dar posto ad una chioccia con sette pulcini, tempestati tutti di oro e di brillanti che, per pochi minuti, razzolano ed indi spariscono anch'essi. Al fortunato che cattura il gallo, la chioccia ed i pulcini, si spalanca dinanzi ai piedi il nascondiglio degli ambiti tesori, e ne sarà assolutamente padrone, allorquando avrà sostenuto e vinto un impari lotta con il mostruoso serpente." (Luigi Silvagni - Cronaca di Calabria) E' l'ora delle streghe: Nelle notti di plenilunio esse s'aggirano, per poi fare concerto, sui noci che crescono nella zona Rupe o su quelli nelle vicinanze del vecchio mulino (e ancora esistente a "sajitta" (gora) del Ponte. Le donne stregate non resistono al loro richiamo. Una forza misteriosa le spinge sui posti del raduno per poi, a schiere, allontanarsi in cerca di bambini. Le finestre e le porte si sprangano, ma ciò non bastano in quanto esse hanno la possibilità di passare attraverso le toppe se sprovviste di "autamila", erba che racchiude la benefica virtù di tener lontane le streghe. Di giorno, i bambini non ancora battezzati, possono sostare all'ombra dei noci, solo se un ramo viene loro sistemato accanto, si da neutralizzare l'influsso malefico delle streghe. Quale il riscontro storico nelle due leggende? Nelle rappresentazioni scultoree longobarde è presente la chioccia con i sette pulcini che "simboleggia, secondo alcuni, i sette più importanti ducati del Regno longobardo, secondo altri è augurio di fecondità" (Mario Groppo e Sergio Neri - Spazio Aperto). Il bassorilievo è conservato nel Museo di Monza e fu donato dalla regina Teodolinda, nell'anno 663, durante l'assedio di Benevento ad opera dei Greci, dato l'esito incerto della battaglia, ne attribuì la causa alle superstizioni per cui "svelse dalle radici l'albero fantastico" (ibidem) e convinse la Duchessa Teodareda a consegnargli la vipera misteriosa, "della quale egli ne fece un vaso sacro". (ibidem) Il timore della guerra giocò un ruolo molto importante e convinse i Longobardi ad abbandonare le pratiche superstiziose ed ad abbracciare la religione cattolica, E per l'efficace zelo di Barbato e la pietà devota di Teodareda". (ibidem)
Da "Grimaldi 2000-giugno" Prof. Antonio Guerriero