Grimaldi
Al 15° chilometro della Nazionale, che da Cosenza porta a Catanzaro, dopo il magnifico rettilineo di Pian del Lago, entriamo nella Provinciale per Grimaldi.
Dopo la vasta pianura , la strda si inerpica su per i monti, tra boschi di castagne e di querce fino alle “ Scannelle”, una volta tenuto covo di briganti, ora centro di fecondo lavoro per trarne brecciame per la strada.
Da qui si arriva al casello, donde si parte un bivio per Lago ed Amantea.
Discendiamo per la strada , in alcuni punti un po’ difficile, e giungiamo nei pressi di Malito, che lasciamo a sinistra.
Poco più di quattro chilometri restano da percorrere per giungere a Grimaldi.
Ecco il cimitero, antico e solitario, vegliatola alti e secolari cipressi; ed ecco più giù Grimaldi, civettuola e ridente, che si adagia in una ubertosa conca, e dominata a Nord dal gigantesco Santa Lucerna ( mt 1270) e dal Monte Faeto ( mt 1120).
Facciamo l’ingresso della cittadina e troviamo subito palazzine nuove e moderne; ci portiamo in piazza Vittorio Emanuele , dove sono il Municipio, la sede del Fascio e la Caserma dei R.R.C.C.
Sulla facciata del palazzo comunale c’è una lapide dedicata ad un nostro benemerito medico, Antonio Silvagni, che è stata dettata dall’insigne concittadino Filippo Amantea , colto e brillante oratore e socio della gloriosa Accademia Cosentina.
Sullo sfondo della piazza , addossato alla torre campanaria, costruita :” ex cemento ferro munito” , come dice una epigrafe compilata dal parroco prof. Michele Anselmo, austera e coltissima figura di vegliardo spentosi lo scorso anno nel pieno adempimento delle sue funzioni, ed il Monumento ai caduti , pregevole opera del celebre scultore Duilio Cambellotti.
L’elenco dei ventotto eroi , che si apre con il nome purissimo del cap. Emilio Anselmo , è sottostante alla lapide che reca questa iscrizione :” MCMXV – MCMXVIII ai figli di Grimaldi per la Patria nella Grande Guerra caduti –questo ricordo i Grimaldesi d’Italia e delle Americhe scrarano tra la Chiesa ove Dio e l’arengo ove il popolo”
Sotto si ammira un bellissimo gruppo in bronzo: due guerrieri feriti a morte che con lo scudo ed il pugnale difendono ancora l’Italia.
Ci avviamo quindi per una delle principali arterie cittadine che si intitola al nome di un illustre concittadino: Bruno Amantea . Fu questi valente medico a Napoli, insegnante di anatomia per ben due lustri in quella R. Università e direttore dell’Ospedale degli incurabili.
Fu il primo ad intuire la presenza dei calcoli renali, su cui tanto si affanna la scienza moderna: chiamato da Ferdinando di Borbone, disperato, per il responso degli altri medici consultati intorno alla malattia di una sua figlia, Bruno Amantea con il suo interventoi riuscì a scoprire ala cusa del male ed a salvarla.
Come ricompensa volle ed ottenne che il bosco Careto, inesauribile produttore di legname , fosse compreso nel territorio di Grimaldi , anziché in quello di Aiello.
Nel largo omonimo, è l’antica chiesa della Concezione, che ostenta un monumentale ed artistico portale , rimontante a circa quattro secoli fa.
Più su , in capo al paese, in mezzo ad una fitta radura di noci e castagne, è la Chiesetta dell’Addolorata, la cui mistica festa ricorre ogni terza domenica di settembre.
Ridiscendiamo e siamo in Piazza cap. Emilio Anselmo, donde si accede alla Chiesa Matrice. Vasta , con due navate laterali e costruita in ottimo tufo di Calabria: lavori minutissimi ed intagli di ogni sorta ne fanno una delle miglioro chiese della zona.
Più giù siamo nella nazionale 108 Silana di cariati, che attraversa Grimaldi nella sua massima estensione e che , partendo da Serra Aiello ( a Km 35) sul Tirreno e completandosi ( o, meglio, dovendosi completare) a Cariati sullo Ionio, unisce i due mari.
Fondo stradale bellissimo, alberato da acacie e meta preferita delle passeggiate serali , dell’elegante e numerose gioventù grimaldese.
A destra della strada è il Corso Umberto I° , dove accorsati e moderni negozi fanno bella mostra con le loro vetrine.
Proseguendo lungo la strada dove ammiriamo il sontuoso della Medaglia d’Argento, Cav. Uff. Prof. Vincenzo Veltri, valoroso mutilato e presidente della locale sezione Combattenti, troviamo la sede del dopo lavoro, fornita di un ottimo bar e di un apparecchio radiofonico, del fiorente N. U. F., che ha sotto la sua giurisdizione quindici comuni, della sotto- sezione del I.N.C.F. e della caserma dei Militi Forestali.
Nei pressi è il magnifico campo sportivo, “ Arnaldo Mussolini”, uno dei migliori della Provincia, dove la balda squadra locale dà spesso vita ad appassionanti e vittoriosi incontri contro comuni limitrofi e varie squadre di Cosenza.
A circa quattro Km è l’agglomerato di Maione di poche centinaia di abitanti.
Grimaldi ( 650 mt di altezza) è anche centro di villeggiatura .
La vicinanza della vasta pineta del Romitorio, del leggendario Monte di santa Lucerna, del Monte Faeto, dello Scuteri ( mt 1300), che domina la vasta e rinomata pianura di Potame, itinerari turistici di primo ordine, da cui si godono panorami stupendi con la vista di ampie zone ubertose epopolate, dal glauco Tirreno alla Sila, da Amantea a Longobardi, da Nocera al lontano Ionio , ne costituiscono un efficace richiamo e, dopo, un nostalgico ricordo.
Del resto l’abbondante acqua freschissima, tutti i più completo servizi di igiene, i numerosi negozi di ogni genere, la Pretura, l’Asilo Infantile con l’annesso Laboratorio per signorine , ne fanno uno dei principali comuni della provincia: d’estate , poi, porta la sua nota di virile gaiezza, e di patriottismo, la fiorente Colonia climatica, che ospita ,in due turni, circa duecento bambini e bambine locali. E con le sue due centurie circa di studenti medie ed universitari, Grimaldi, avrà , come si vede dalla rosea aurora, uno splendido avvenire.
A chiusura , però , di queste note ci soffermiamo sul grave inconveniente che non sembra trovare , almeno come oggi, una via di uscita: intendo parlare dell’isolamento in cui la cittadina di Grimaldi viene a trovarsi per la mancanza di una strada ferrata che la riallacci alla litoranea della Paola- Reggio ed alla Calabro-Lucana per Catanzaro.
L’unica corsa giornaliera del postale , che ci procura…il piacere di leggere i quotidiani del mattino, quando già il giorno ha ceduto il passo alla sera e le notizie sanno già di rancido, ormai, e sono svariati decenni, non soddisfa più i bisogni della cittadinanza.
Comuni di molto inferiori al nostro, già alle ore dieci , hanno la prima distribuzione della posta e tutti i giornali, mentre altre distribuzioni di posta avvengono di pomeriggio.
Questo stato di cose non può più durare, basterebbe, questo solo fatto, di poter avere cioè i giornali e la posta al mattino, anziché a alla sera , per imporsi la istituzione di un’altra corsa di postale.
Ma v’è ancora un’altra ragione, anche essa di capitale importanza.
Data la posizione che occupa nel campo commerciale ed in tutti gli altri campi, Grimaldi, è continuamente meta di commessi viaggiatori, rappresentanti di ditte, autorità ed i impiegati dei numerosi comuni dipendenti etc.
Tutti costoro, per sbrigare i loro affari, devono recarsi a Grimaldi dalla sera precedente, con il conseguente pernottamento per ben due notti, costretti a ritornare in sede solo l’indomani .
Numerosissimi studenti locali che affollano i vari istituti di Cosenza si vedono costretti anch’essi a ritornare e a Grimaldi ( benchè vicina) solo nelle vacanze stabilite di natale e pasqua, non potendo fare una piccola scappatine in famiglia in qualche giorno festivo, perché costerebbe loro la perdita di almeno un giorno di scuola. E poi Grimaldi è un importante nodo stradale, perché oltre ad essere toccato dalla Provinciale per Pian del Lago è anche attraversato dalla nazionale 108 che è una delle principali strade delle regione:sarebbe perciò indispensabile riunire, questa strada alla nazionale per Catanzaro almeno, con un’altra corsa di postale fino alla stazione di Pian del Lago, che possa integrare e completare in maniera stabile l’unica corsa di postale esistente.
Altri inconvenienti vi sarebbero ancora da descrivere: ma crediamo che il buon senso unanime, e particolarmente quello degli interessati, si ricavi da sé.
Noi, con stile fascista, attendiamo che si vogliano esaudire i nostri voti, che poi non implicano difficoltà di sorta, ed a sostegno della nostra tesi innalziamo il vessillo della nostra provata fede fascista, riconosciuta unanimemente dalle gerarchie provinciali e delle nostra incondizionata, tradizionale devozione alla Casa Sabauda ed al Duce.
Rosario Colistro
Anno 1939