Si discute dell’origine delli Religiosi in Grimaldo delli monasteri ivi fondati, e loro vicende
Sino all’anno mille cinquecento sessantacinque in Grimaldo non vi furono Religiosi di sorte alcuna da tale anno in poi vi abitarono i Carmelitani, e per, qualche tempo i Paolini, e dopo il mille seicento sessantacinque i Riformati e perciò parleremo in questo capo di tutto e quanto accadde a questa tre specie di Religiosi.
§ I
Della erezione del Monastero di Santa Maria delli Martiri dell’Ordine Carmelitano sino al 1597
I religiosi detti Carmelitani, che nello anno 1209 eransi radunati a vivere sotto una certa regola fatta da Alberto Patriarca di Gerusalemme, abbracciarono la vita cenobica, e dalla Siria passarono in Europa, ebbero il primo, e proprio Provinciale in Calabria distinto nell’anno 1575, ed il Primo col titolo di Vicario Provinciale il Padre Maestro Angelo Emiliano calabrese nato in Montesanto Terra della Provincia di Catanzaro nelle diocesi di Mileto, e morto, forse, in Cassano dopo il 1597. Questo Padre maestro Angelo Emiliano scorrendo nelle Calabrie le quali erano governate dal Provinciale di Napoli, e Terra di Lavoro fu lo istromento di erigersi molti Concenti di Carmelitani nelle Calabrie, e fra gli altri in Grimaldo, dove si cominciò l’opera nel mille cinquecento sessantacinque nella seguente maniera.
Era in Grimaldo due pubblici Oratori o Cappelle, una di giuspatronato delli Signori Scaglioni nobili Cosentini, ed abitanti di Grimaldo col titolo della Immacolata Concezione; e l’altra di giuspatronato della Università col titolo di Santa Maria de li Martiri. Col consenso degl’interessati il P. Maestro Angelo ottenne dall’Arcivescovo di Cosenza allora don Tomaso Telese ottenne di poter costruire un monetario dell’Ordine Carmelitano in una di queste due pubbliche Cappelle, come si ricava dalla seguente bolla da me letta in carta pergamena esistente per poverita di certi protocolli del Notaro Giuseppe Schettini del 1653 insino al 1657 la quale è come siegue:
Thomas Thelesius Dei, et Apostolice sedis gratia Archiepiscopus Consentinus = Dilecto nobis in Christo Padri Magistro Angelo de Emiliano ordinis Carmelitarum, ac Viacarii Generalis eiusdem Religiosis salutem in domino sempiternam = Ex tui parte fuit Nobis expositum, quod cun cupiisses, et cuperes pro argomento regilionis predicte edificare, et contruere, ac erigere novum monasterium su vocabolo Sancte Marie de Conceptione in territorio Grimaldi, et proprie, ubi dicitur la Porte de Suso et ad etiam habuisse,et habere voluntatem Universitatis eiusdem loci Grimaldi, Et quoniam in dicto loco reperiuntur due Ecclesie, seu Cappelle, una videlicet ipsius Universitatis sub vocabulo Sancte Marie de li Martiri; alia vero Magnificcum Ferdinandi et Franciscus Scaglione sub vocabulo Sancte Marie de Conceptione de iure patronatus; in quibus Ecclesiis predicti de Universitate, et de Scaglione concesserunt Religioni predicte pro conserevendis dicte Ecclesie, et Monasterio, prout nobis constare facisti per publicum documentum, et te instante fuit vocatis vocandis per nos prestitus assensus costruendi, et erigendi dictam Ecclesiam sub vocabulo Sancte Marie Conceptione. Quo circa volentes ipsius religionis Ordinis predicit Carmelitani devotum adfectum cunctis nostris adfectibus coadiuvare, attendantesque propterea hoc ipsum ad divini cultus, nec non et religionis predicte argumentum emergere, presentium tenore, auctoritate nostra ordinaria, ac omnibus melioribus modo, via, iure, et forma, quibus melius, et efficacius possimus, et debeamus, concedimus eidem religioni, ei Ordini predicto Carmelitano facultatem, et liberam potestatem costruendi, et rigendi ac costrui, et erigi faciendi Ecclesiem sive Manasterium in loco predicto sub eodem vocabulo, et titulo Sancte Maria de Conceptione; assignates eidem Religioni, et Ordini locum pro Monasterio, et Ecclesia edificandis cuniuribus, actionibus, et proprietetibus universis; et aiusdem loci nomine, et pro parte dice religionis, et Oridinis te predictum Angelus in actualem, realem, et corporalem possessionem, tenore presentium per annuli nostri in manibus tuis tradictionem inducimus, et investimus; et Monasterium, et Ecclesiam erigendam, uti premittitur, ex nunc, prout eidem Religioni concedimus, et elargimur. Quo circa omnibus, et singulis personis Ecclesiasticis per decisionem nostram contitutis, et nostre iurisditioni subiectis in virtute Sancte Obedientie damus in mandatis, quatenus predictam Religionem in executione erectionis Monasteri, et Ecclesie predicte non impediat, nec ab aliis impediri permittant; contradictores omnes per censuras ecclesiastica compescendo. In quorum omnium, et singulorum fidem, et testimonium permansurum, hac presentes nostra propria manu subscriptas, et per Notarium publicum infrascriptum subscribi, et publicari, sigillique nostri appensione, iussimus, et facimus communiri. Datum Consentie in Archiepiscopali Palatio die vicesima nona. Maii millesimo quangentesimo sexagesimo quinto, indictione octavas; Pontificatus Sanctissimi Patris, et Domini nostri Pii Pape quarti anno sancto. Ita Nos Thomas Archiepiscopus Consentinus et Dominicus Sorrentus Notarius, et Scriba de mandato.
SI FABBRICA IL CONVENTO IN UNA CAPPELLA DETTA SANTA MARIA DE LI MARTIRI
Cominciossi la fabbrica del Monastero da questo periodo in poi, ed ebbe il titolo non della Concezione, ma di Santa Maria de li Martiri; e perciò credo che la Chiesa, e Monastero fossero eretti nella Cappella della Università detta Santa Maria de li Martiri e non nella Cappella delli Scaglioni della Concezione di Maria Vergine, sotto il quale titolo di Santa Maria de li Martiri persiste sino allo anno milleseicento trentotto, e fece acquisti in annui censi, e stabili.
FRA DESIDERIO ERIGE IL MONASTERIO DELLO SPIRITO SANTO NELLA CHIATA
Nell’anno mille seicento settantasei un certo Romito di Grimaldo, chiamato Fra Desiderio Saccomanno avea eretto in un luogo pubblico del territorio di Grimaldo chiamato La Chiata ( questo luogo è proprio quello, dove è adesso situato Grimaldo, in cui abitamo al presente ), dove adesso è il Monastero delli Riformati, uno monasterio, colla chiesa sotto il titolo dello Spirito Santo, e camere; aveva comprato mobili per la Sacrestia, e Frati che ci dovevano abitare, Campane e il campanile, delle quali una in questo anno ne vende agli abitanti di Majone, come è lo atto di vendita rogato dal Notaro Gianpietro Pizzuto a tredici Febbraro. Dappiù aveva comprato alcuni annui censi, e stabili per detto Monastero, che veniva da lui servito.
E NE FA DONAZIONE ALLA UNIVERSITA’
Or questo Romito ne fa di tutto una donazione irrevocabile tra viventi alla Università di Grimaldo, acciò essa ne possa disporre a favore di qualsivoglia Religione, che più le piacerebbe. Il tutto è chiaro dallo atto della suddetta donazione rogata dal Regio Notaro Gianbattista Saccomanno a ventiquattro Gennaro del mille cinquecento ottantasei da me letta. La Università nello stesso anno chiama, ed invita i Padri Cappuccini istituiti sin dal mille cinquecento venticinque da Fra Matteo Basso, a venire in Grimaldo, ad abitare il cennato Monastero. Questi le danno la esclusiva, come si vede dalla risposta, che s’inserisce e veduta da me originalmente.
LA UNIVERSITA’ CHIAMACI LI CAPPUCCINI, LI QUALI NON VENGONO
Molto Magnifici Signori, e Padroni osservantissimi =
L’animo nostro è molto pronto dar di noi al mondo tutte quelle soddisfazioni spirituali, che si possono, e particolarmente di moltiplicar luoghi, delle quali si viene a dar al mondo molta edificazione; ma perché ci ritrovemo poveri di Frati, e presi gli anni passati molti luoghi, per adesso non li si può concedere, conforme al lor desiderio, et animo nostro. Per questa le SS. vostre ci abbiamo per scusati; del rimanente vedano in che altro li possiamo servire o comandino, e con tal fine li preghiamo dal Cielo ogni contento.
Dal nostro Luogo di Santa Caterina li XXVI Aprile 1586. = Dalle Signorie vostre = Affezionatissimi per servirle. Il Vicario e Diffinitori del Capitolo di Cappuccini = Alli molti Magnifici Signori Osseromi Li Signori Sindici, e Regimento di Grimaldo = Grimaldo vi è il suggello coll’impronta di un’Aquila, ed iscrizione d’intorno: La provincia Calabra.
LA UNIVERSITA’ FA DONAZIONE ALLI PAULINI
Esclusi li cittadini di Grimaldo fecero una donazione di detto Monastero, e suoi iussi, e ragioni alli Religiosi Scappuccini, cioè Paolini coll’obbligo di vantaggio di darle ogni anno docati venti se venuti fossero ad abitare in detto luogo, ed in altro caso tale donazione fosse nulla, come appare dallo atto di donazione rogata dal Notaro Gianpietro Pizzuto a ventuno Maggio del mille cinquecento ottanta nove.
E NE PRENDE POSSESSO
Infatti in vigore della detta donazione il Padre Fra Marco da Cosenza Paolino Correttore del Monastero di Santa Maria di Loreto di Cosenza con licenza de suoi superiori ne prende il possesso, ed aggiunge dappiù, che tal monastero fu edificato sotto il titolo di San Francesco di Paola; e che Fra Desiderio avea professato nella Religione delli Paolini; e che avea fatto le questue a nome di San Francesco di Paola; e perciò alla religione de’ Paolini si appartenesse detto Monastero; come chiaro si vede nell’atto del processo rogati dal Notaro Gianpietro Pizzuti o sia GianFerdinando Pizzuti a venticinque Aprile del mille cinquecento novanta.
MA VENGONO, CONTRADETTI DALLI FRANCESCANI DI S. FRANCESCO DI ASSISI
Non fu però pacifico il possesso suddetto preso dal cennato padre Correttore dell’Ordine Paolino, perché nello stesso anno, compare nell’atto del possesso il Rd. Padre Fra Matteo Iacino del terzo Ordine di San Francesco di Assisi; e si protesta d’impedire alli Padri Paolini tal possesso; perché quel monastaro era edificato sotto il titolo dello Spirito Santo e non di San Francesco di Paola; perché Fra Desiderio ne ha fatto donazione a’ Frati del Terzo Ordine; e perché questi ne sono sempre stati il possesso, ad adesso ne stanno; come si ha dallo atto di protesta rogato dal sudetto Notario nello stesso giorno, mese, ed anno.
Quindi ne accadde, che né i Paolini, né i Conventuali vennero ad abitare nel Monastero dello Spirito Santo detto della Chiata, in cui restò come un Procuratore ad amministratore detto Fra Desiderio. Ma nello anno millecinquecento novantaquattro i Cappuccini ne presero possesso, come si ha dallo atto rogatone dal Notaro Gianpietro Pizzuto a tre del mese di Marzo il quale s’inserisce.
I CAPPUCCINI NE PRENDONO IL POSSESSO
In Dei nomine Amem. = Regante Philippo de Austria Dei gratia Rege anno eius tricesimo secunto sub Pontificatu domini nostri beatissimi Clementis Pape octavi, die tertia Mensis Martii septime indictionis millesimo quinquagesimo nonagesimo quarto, Grimaldi. Nos Ioannes Petrus de Pizzutis predicti loci publicus ad Imperiali, et Apostolica authoritate Notarius, et testes.
Reverendissimus donnus Paulus de Filippo, Bartolus de Saccomanno, Bartolus de Yacoe, Yoe:Dominicus de Filippo, Matteus Putestius, Egregius Notarius Ioa:Thomas de Ayello, et alii =
Personalmente costituiti coram nobis predicto Notario, et testibus magnifico Ioa:Battista Saccomanno magistro iurato Grimaldo, multum R.dus Pater Baccillarius Frater Petrus Ioannes Marsicus, Reverendus Guardianus Pater Frater Aloisius Ferrarus, Pater Frater Ioannes de Ayello. Pater Frater Ioannes Thomas Romanus de Altilia, Fratres Reverende Religiosis Sancti Francisci de Assisi de’ Conventuali, sponte vulgari sermone asserunt dicto magnifico Magistro Iurato. Noi siamo mandati qua dallo molto Reverendo Padre Maestro Marco Antonio Passaro con proposito de recepire lo monastero de lo Spirito Santo de la Chiata, conforme la chiamata, et instantia fatta a detto molto Reverendo Padre Maestro, che la volontà de la Università, è renorniamo allo passato de lo detto Monasterio, che tanti anni se fa, che avemo tenuto, e posseduto; e cessi essendo supplicato a US; come mastrogiurato, perché lo Sindico se retrova con le Eletti in Cosenza, US. potrà venire a darni detto possesso. E detto mastrogiurato respuse, siano li molto benvenuti, andamo, che io sono matrogiurato, e prosindico; et andati tutti personalmente in detto Monastero, esso mastrogiurato, et prosindico, et in parte tutta la Università de Grimaldo pose, et retornò in possesso corporale, attuale, reale possessione detto Monastero con tutti soi beni, et azioni ad esser posseduti alli sopraddetti Reverendi padri Conventuali presenti, recipienti, agenti, acceptanti de nome, et parte de la detta reverenda religione de Conventuali de Santo Francesco de Assisi, pacifiche, quete, nemine contradicente per ingressum, et regressum per ianuas dicti Monasteri, circumcirca deambulando, arboris ramos possessionis ispius Frangendo, et alia necesaria fecciendo de facto, et iure requisita, et cantando Reverendi Fratres himnum Te Deum a principio usque ad finem cum horatione Santi Spiritus, nemine descripante. Da quibus omnibus sic habitis, ego predictus Notarius Rogatus scripsi.
I PAOLINI FANNO INVENTARIO DELLA ROBE PERTINENTI AL DETTO MONASTERO
Fu un lampo passeggero, e senza effetto questo possesso preso del Monastero della Chiata dai Padri Conventuali, perché i Paolini nello anno mille cinquecento novantacinque avvalorati dal possesso presone nell’anno 1590, e dalla donazione fatta loro dalla Università fecero inventario di tutto quello, esisteva ed apparteneva al cennato Monastero, come si rileva dallo inventario rogato dal Regio Notaro Gianbatista Saccomanno a quindici Luglio del mille cinquecento novantacinque, che si copia.
"In nomine domini nostri Iesù Christi. Amen, anno eius millesimo quingentesimo nonagesimo quinto, die vero decima quinta mensis Iulii octave indictionis, reverendus d. Servilius Marra Archipresbiter, et Curator Sancti Petri de Grimaldo vulgar exposuit, come heri li quattordici del presente mese li fu presentato ordine per il Reverendo padre Fra Leonardo di Paterno dell’ordine di San Francesco di Paola di Monsignor Vicario di Cosenza, che avessi inventariate le robe stabili, e mobili acquistate per Fra Desiderio Saccomanno, in presenza delle sottoscritte testimonianza, che avessi voluto dette robe inventariare, et annotarle per obsevanza di detto Ordine nel modo, ut supra, infrascripta.
In primis una Casa, Camera, e Cartegio, et Abile avanti detta casa posta intra Grimaldo, loco ditto in Capo le Valli sopra la casa de Petro Potestio, Ottaviano Sacco, via pubblica, et altre fini, dentro la quale casa ci sono ritrovate le sottoscritte robe mobili. In primis un mazzo di scritture. Una copia de istrumento fattolo per Dianora de Niccoli moglie de Petro de Niccoli de una possessione de Lacrifoglio; Item una donazione fatta per detto Fra Desiderio alla Università de Grimaldo del monastero dello Spirito Santo: Item un’altra donazione irrevocabile, che fece la Università de Grimaldo ad ditto Monastero di alcune robe. Item un’istrumento fattoli da Pietro Mayone, et sua moglie de una casa, et orto. Item un’istrumento fattoli per lo quodam Desiderio Saccomanno per docati cinquanta sopra le sue case. Item un’altro istrumento contro Francisco, e Gio:Antonio Saccomanni per docati vinti. Item una obbligazione ad favore di detto Fra Desiderio contra Benedetto Potestio de carlini ventotto. Item un’altra contra Polita Ferrara de docati quattro. Item un’altra contro Domenico Rollo de docati sei, et otto carlini. Item un’altra Bernardo Rauccio de docati quattro, e carlini nove. Item un altro istromento da una torre detta Santo Stefano. Item una de docati ventisette, e carlini cinque. Item vinti Tuvaglie nove de tila alli dece lavurate de filo arrangiato mayuto con le crustule. Item cinque Tuvaglie de varie sete. Item diece otto Tuveglie de mezamina. Item quarantacinque servietti de varie sorta. Item ventinove moccaturi. Item sei coscini. Item sette Avantialtari de tila. Item una Casubra de tila. Item uno Messale, una faccia di Martarazzo de mayuto. Item quattro Vertole. Item cinque linzoli. Item quattro Abiti di lana. Item cinque sachi. Item una cascia piena di cera. Item dui secchietti di rame. Item uno campanello piccolo, un’altra Campanella più grande. Item una Cannata, due picuni, una mazza de ferro, una zappa, un caldarotto. Item dicto Monasterio tiene una possessione circun circa ditto Monastero, confine la possessione de me sudetto notar Gio:Battista Saccomanno, via pubbliche. Item ditto Monasterio tiene un’altra possessione di Francesco Iacoe, e di sotto, et di un lato. Item ditto Monasterio tene un’altra possessione loco ditto Lacrifoglio iuxta via pubblica, la vigna di Gio:Atnonio Saccomanno, et Giovanne Falcone, et altri fini. Item tene uno campicello di terra con dui pedi de nuci avanti la fontana ditta de lo Ceramile. Item tene un’altra possessione de Guglielmo Calderone, et Angelo Potestio, et altre fini. Item dentro lo Monasterio ci sono due Campane, una grande, una piccola. Quali robe, cioè de beni mobili, di paramenta, cera, et scritture, et robe, che erano dentro la casa di esso Fra Desiderio, restono in potere di esso Reverendo d. Servilio, promittendo restituirle a chi de ragione spetterà, et comanderà monsignor Arcivescovo di Cosenza; et le altre robe stabili, et Campane de monasterio restano, siccome stavano: Unde ad futurum rei memorias, et cautelam, quorum interest, ego prodictus notarius monitus, et rei quisitus predicta bona sic inventariavi modo, quo supra, et presentem scipsi, et me subscrispi, ac solito signo signavi manu propria coram subscriptis testibus opportunis. = Testes Franciscus de Iacoe; Notarius Ioannes Franciscus Saccomannus; Ioannes Veterus; Nicolaus Saccomannus; Clericus Ioseph Niger de Grimaldo
E CI VANNO AD ABITARE
Non solamente i Paolini inventariarono le robe pertinenti al monastero della Chiata, ma di vantaggio vennero in numero di cinque ad abitarci, nello anno stesso 1595; onde la Università ratificò la donazione prima fatta in pubblico parlamento registrato dal Regio notaro Gianpietro Pizzuti, il quale s’inserisce, come siegue, e con ciò esclusero li padri Conventuali.
In Dei nomine amen. Regnante Philippp de Austria Dei gratia Rege anno eius trigesimo nono feliciter. Die vigesima prima mensis Octobris nono, indictionis millesimo qaioungentesimo nonagesimo quinto, Grimaldi. Nos Ioannes Alfonsus de Pizzutis de preditto loco Regius ad contractus Iudex, Ioannes Petrus de Pizzutis publicus Imperiali, et Apostolica auctoritate notarius, et testes.
Reverendus dominus Servilius Marra; donnus Paulus de Filippo; magnifici Paulus, et Carolus de Pizzutis, Matteus Putestius =
Personalmente costituiti li magnifici Sindico, Mastogiurato, Eletti, Cittadini particolari, et homini de Grimaldo congregati in pubblico parlamento avanti la Chiesa, dove si solano fare le cose universali ad sonum campane, ut iuris et moris est; nello quale parlamento per detto Sindico fu esposto dicendo = Le signorie vostre sanno, come quando fu principato lo Monasterio della Chiata per la divozione della reverenda, Sacra religione di San Francesco di Paula, per l’Università di Grimaldo fu fatta donazione irrevocabiliter et in perpetuum di docati vinti annui per lo vestiario di quelli Reverendo padri di detta Sacra religione, che avessero venuta a stare, e servire detto Monasterio delle messe, et altri divini offizij, secondo appare per pubblico istrumento stipulato per mano del Magnifico Notar Gio:Pietro Pizzuti e dopo furono richiamati li molto reverendi Padri et Officiali di detta religione avessere provisto di detto servimento in detto Monasterio, sempre ricusorono; e così vedenno detta Università, recusò detta donazione di detti docati venti annui, come appare per istrumento stipulato per lo medesimo Notaro. Al presente lo molto Reverendo Padre Maestro Fra Petro Sambiase de Cosenza al presente Provinciale di detta Religione spirato da Dio, essendo venuto personalmente in detto Monasterio, e visto la fabbrica, e spesa fatta, ed informatosi ad plenum della grande, e buona Religione, che se porta a detto Monasterio sotto vocabolo dello Spirito Santo, tanto dell’Università di Grimaldo, quando delli Casali, e terre Convicine, loro ha accettato in Capitolo provinciale fatto nella terra di Paula in questi di prossimi passati colli altri reverendi Padri della detta Religione, e di novo pigliato lo possesso, e postici cinque Frati, due Sacerdoti, e tre Diaconi, quali allo presente assistono, con posto, e conditione, cioè, che la Università tenessi in detto Monasterio, et alle robe, e beni stabili comprate per Fra Desiderio Saccomanno Laico. Mo le Signorie vostre vedano, come loro piace e vonno concludere di quanti si contentano, e loro pare meglio per lo servizio di Dio, salute de le anime nostre, beneficio, e decoro de la Università. Allo quale parlamento proposto per l’infrascritti Sindico, Mastogiurato, Eletti; Università, et homini di Grimaldo fu una voce dicente, pari voto unanimiter, et nemine descrepante riposto, votato, concluso, e contentato, che ritenia, e di nuovo sia ratificato, et emologato, e confermato detto istrumento, di modo tale che li Sindici presenti, et futuri de detta Università debbano, e siano tenuti anno quolibet per tutto lo mese di Settembre in perpetuum pagare, et consegnare a quelli reverendi padri, che serviranno, e staranno commoranti in detto Monasterio dello Spirito Santo, cioè due sacerdoti e tre diaconi, o più, secondo parirà alli molti reverendi Provinciali, e che siano cedute, renunciate, e donate tutta azioni, et ragioni, che detta Università avessi, o potesse quomodolibet habere alle robe, e compere fatte per lo detto Fra Desiderio, e fabbriche; e così come per lo presente parlamento, et istrumento sponte con giuramento donano e fanno donatione iterum, et de novo irravocabiliter inter vivos, et in perpetuum alli detti Reverendi padri presenti et futuri di detta religione, che serveranno dette messe, divini offocij in detto Monasterio, et essa Università li sopradetti docati venti annui con patto, condizione, che l’Eletti, Regolamento di detta Università, abbia e sia tenuta imponere anno qualibet nello terzo di Agosto li sopradetti docati venti, e lo Sindico, et Elettore de lo pagamenta fiscali sia tenuto, et obbligato per tutto lo mese di Settembre pagarli in unica soluzione, e consignarli a detti Reverendi Padri per loro vestito; e non paganno, possa essere costretto realmente, e personalmente, et ad tutti danni, spise, et interesse, e che li eletti, e Regimento di quell’anno sieno tenuti, et obbligati a costringere detto Sindico, che con effetto paghi detti docati venti anno quolibet, incominciando di questo mese di Settembre primo veniente 1596 a pagare, e sì continuanno sempre; et così ancora cedano, renuntiano, e fanno donazione, ut supra a detto monasterio e Religione di dette azioni, ragioni, e fabbriche nominate; con pacto,e condizione reservati, e suscritti, che se per lo caso, Dio guardante, per li molti reverendi Padri Provinciali, et Officiali di detta religione si mancassi di mandare, e provedere lo detto Monasterio ogni volta di capitulo de’ Frati; et in qualsivoglia mancamento, che fusse, o venisse da parte loro, che non fussi servito detto Moanasterio, lo detto primo istrumento nominato, e così questo presente, sieno ipso facto, cassi, irriti, e nulli, come non fussero fatti; e La Università resti libera, et immune di dette cessioni, donazioni, e promissioni; poiché cessi dicano esser convenuti con detto molto Reverendo Padre Provinciale; per lo quale, et detta religione agisce, e stipula, accetta, e confirma lo reverendo padre Fra Laise di Fuscaldo Vicario al presente in questo Monasterio per ordine di esso Padre Provinciale; et non aliter, nec alio nodo sindenda, et in quello, et in questo parlamento, et istrumento. Pro quobus omnis, et singulis abservandis, et de non contravenciendo in total vel in parte obligaverunt se predicti de Grimaldo sindicario nomine, et pro parte Universitatis predicte, et uti principales et omnia bona dicte Universitatis mobilia, et, stabilia, presentia, et futura, et ad penam unciarum auri centum Aurie, et parti, renunciaverunt, iuraverunt, et alia in forma ad Conasilium Sapientis. =
Io Fra Loise de Fuscaldo Vicario in questo Convento de lo Spirito Santo de Grimaldo per ordine del molto Reverendo padre Fra Pietro Sambiasi Provinciale affermo, et accetto, ut supra. Manu propria.Io Iacobo Ferraro Sindico affermo, et accetto ut supra. Io Luc’Antonio Parise mastro jurato affermo, ut supra. Io Gioanne Nigro Eletto accetto ut supra. Signum Crusis proprie manus Marci Saccomanni Eletti idioti. Io Notar Fabritio Malito accetto ut supra. Io Francesco Iacoe affermo quanto di sopra. Io Notaro Io:Francesco Saccomanno accepto ut supra. Io Napoli Yachetta de Grimaldo adfermo, ut supra. Io Paulo Saccomanno dico ut supra. Io Ioan: Baccaro affermo ut supra. Io Noatar Io:Ferrante de Pizzutis dico, ut supra. Io Marco de Rose acceto, ut supra.Io Antonio Rollo accetto ut supra.Io Yoanne Alfonsio de Pizzutis affermo ut supra. Io Francesco Rollo fui presente affirmo ut supra. Io Bartolo de Iacoe acceto ut supra. Io Mattheo Putestio accepto ut supra. Io Paulus de Pizzutis accepto ut supra. Io Salustio de Philippo acetto ut supra. Io Gio:Antonio Iachetta accetto ut supra. Io Carlo de Pizzutis affermo ut supra.
I CARMELITANI ACQUISTANO
I Padri Carmelitani frattanto avevano fatti degli acquisti in annui censi in erezioni di Cappelle, et in astabili parte comprati coma di Serralonga, che comprarono da Giuseppe Scaglione per docati sessanta, e parte donati, come una possessione detta la Chiata, ed un’altra detto il Ceramile donate da Ferrante Iachetta come per istrumenti rogati dalli Notaj Gianpietro Pizzuti, Fabrizio Malito, e Ganbattista Iacoe dell’anni 1593, e 1595.
Non so poi il tempo preciso della dimora delli Paolini nel Monastero della Chiata, solamente si ha da legittimi, ed autentici manumenti, che nel principio dell’anno 1597 non erano in quel Monastero, perché, come diremo in appresso in detto anno li Carmelitani di Santa Maria de li Martiri s’impossessarono di tutto, e quanto al Monastero suddetto spettava.