‘A FUCE


Di fronte il paese, e precisamente nella fessura delle due colline, esiste uno spiazzale dal quale si nota la vallata del Savuto oltre i paesi di ALTILIA- MAIONE - MARTIRANO ANTICO ed un tratto dell’autostrada SALERNO-REGGIO CAL.- Si accede alla sottostante frazione di Altilia- Maione. Via interpoderale verso la zona Chianette e da questa zona verso Maione. - Era transitata specialmente il 23 ed il 24 giugno per assistere alla festa di San Giovanni Battista, festa principale di Maione.
‘A FUCE, negli anni 30-40, essendo una zona quasi pianeggiante, era meta di quei pochi giocatori di calcio che si adattavano a trascorrere il pomeriggio per occasionali incontri amichevoli.
Da tempo esisteva una modesta nicchia con l’immagine dell’Immacolata pitturata su delle mattonelle visitata da tutti i passanti per quella zona e riferimento religioso dei grimaldesi che vedevano, e tuttora vedono, il luogo dove apparse la Madonna per salvare il paese, (non si hanno riferimenti storici precisi!) dall’invasione di pericolose cavallette( per alcuni) o per frenare l’avanzata di truppe che distruggevano tutto transitando per quei luoghi ( per altri).
Una antica poesia, si ignora l’autore, ci precisa che:” Apparve una stella fulgente- che a tutta quella gente- fu salute”. - Fu salute deve essere spiegato come ci fu una protezione nei confronti degli abitanti dei grimaldesi sistemati ai piedi del monte Santa Lucerna verso il 1700 dopo il terremoto del 1668 che distrusse interamente Grimaldi situato sulla collina di fronte all’attuale collocazione.
Ritornando alla nicchia, dobbiamo dire, per dovere di cronaca, che per i grimaldesi si doveva solennizzare quella zona innalzando una chiesa.
Si iniziò a festeggiare, solennemente, l’immagine della Madonna celebrando dei novenari con la partecipazione di molti cittadini.
Ma la Chiesa doveva essere costruita. Un invito a tutti i cittadini, anche a quelli residenti all’estero, e per merito di una donna, " CARMELA BOSSIO", che iniziò la questua, in un batter d’occhio, i grimaldesi risposero a quell’appello e si misero a disposizione delle autorità religiose del tempo per iniziare i lavori.
Muratori prestarono la loro opera gratuitamente e, così, tutti dai braccianti ai commercianti, ai professionisti in modo che l’impegno a costruire la Chiesetta, affiancando la nicchia, era il campanello d’allarme.
In breve tempo, la FOCE è stata valorizzata da questa nuova costruzione in segno di affetto filiale dei grimaldesi per la protettrice l’Immacolata.
La festa fu fissata in settembre, inseguito, fu spostata al 15 agosto di ogni anno.
Il novenario, in preparazione della festa, era frequentatissimo. Due colpi di sparo annunciavano l’inizio della novena e, lungo I PILERI, oggi Viale A. Moro, a gruppi, si recavano alla collina per cantare le lodi alla Vergine.
La vigilia della festa, la Statua, veniva trasportata su un carro trainato da buoi fino alla villetta, via IV Novembre. Le automobili, sia dei grimaldesi che degli abitanti dei paesi vicini, seguivano la Statua con i fari accessi mentre ai lati del percorso erano installate delle fiaccole che illuminavano tutti i Pileri.
Una volta presso la villetta, il parroco, benediva le automobili in un atmosfera di collegiale preghiera.
Il 15 agosto, la Statua, faceva ritorno sulla collina dopo aver attraversato il paese in processione con banda musicale e canti popolari.
La FUCE, per tutta la giornata, era meta di cittadini che si preparavano a consumare il tradizionale COTTU organizzati sotto gli alberi per ripararsi dai raggi del sole.
La sera l’estrazione dei biglietti della lotteria dopo che un predicatore aveva terminato la predica di chiusura della festa.
Dobbiamo precisare che, dopo la costruzione della Chiesetta, i grimaldesi eressero una Stele con una statuetta della Madonna che dà lo sguardo verso Grimaldi perché potesse continuare ad essere la Madre e la Consolatrice del suo popolo.
 

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‘A Fuce

Di fronte al paese, e precisamente nella fessura delle due colline, esiste un piazzale dal quale si nota la vallata del Savuto, oltre i paesi di Altilia, Martirano Antico ed un tratto dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Si accede alla sottostante frazione di Maione, via interpoderale verso la località Chianette. La zona era transitata specialmente il 23 ed il 24 giugno per assistere alla festa di San Giovanni Battista.
‘A Fuce, negli anni ‘30 -’40, essendo un luogo quasi pianeggiante, era meta di quei pochi giocatori di calcio che si adattavano a trascorrere il pomeriggio per occasionali incontri amichevoli.
Da tempo esisteva una modesta nicchia con l’immagine dell’Immacolata pitturata su mattonelle visitata da tutti coloro che passavano da quelle parti. È riferimento religioso dei grimaldesi che vedevano, e tuttora vedono, il luogo dove apparve la Madonna per salvare il paese (non si hanno riferimenti storici precisi!) dall’invasione di pericolose cavallette (per alcuni) o per frenare l’avanzata di truppe che distruggevano tutto transitando per quei luoghi ( per altri).
Un’antica poesia, si ignora l’autore, ci precisa che: Apparve una stella fulgente/ che a tutta nostra gente fu salute. Fu salute significa che i grimaldesi (stabilitisi ai piedi del monte Santa Lucerna attorno al 1700) furono protetti dalla Vergine dopo il terremoto del 1668 che distrusse interamente Grimaldi situato sulla collina di fronte all’attuale collocazione.
Ritornando alla nicchia, dobbiamo dire che per i grimaldesi si doveva solennizzare quella zona innalzando una chiesa.
Si iniziò a festeggiare, solennemente, l’immagine della Madonna con novenari che registravano la partecipazione di molti cittadini.
Ma la Chiesa doveva essere costruita. Un invito a tutti i cittadini, anche a quelli residenti all’estero, e, per merito di una donna, Carmela Bossio, che iniziò la questua, in un batter d’occhio, i grimaldesi risposero a quell’appello e si misero a disposizione delle autorità religiose del tempo per iniziare i lavori.
Muratori prestarono la loro opera gratuitamente e, così, tutti dai braccianti ai commercianti, ai professionisti in modo che l’impegno a costruire la chiesetta, affiancando la nicchia, era il campanello d’allarme.
In breve tempo, la Foce è stata valorizzata da questa nuova costruzione in segno di affetto filiale dei grimaldesi per la protettrice l’Immacolata.
La festa fu fissata in settembre, in seguito fu spostata al 15 agosto di ogni anno.
Il novenario, in preparazione della festa, era molto frequentato. Due colpi da sparo annunciavano l’inizio della novena e, lungo i Pileri, oggi viale Aldo Moro, i fedeli, si recavano alla collina per cantare le lodi alla Vergine.
La vigilia della festa, la Statua, veniva trasportata su un carro trainato da buoi fino alla villetta, via IV Novembre. Le automobili seguivano la Statua con i fari accessi mentre ai lati del percorso erano installate delle fiaccole che illuminavano tutti i Pileri.
Una volta presso la villetta, il parroco, benediva le automobili in un atmosfera di collegiale preghiera.
Il 15 agosto la Statua faceva ritorno sulla collina dopo aver attraversato il paese in processione.
La Fuce, per tutta la giornata, era meta di cittadini che si preparavano a consumare il tradizionale cottu organizzati sotto gli alberi, al riparo dai raggi del sole.
La sera l’estrazione dei biglietti della lotteria dopo che un predicatore aveva terminato la funzione religiosa.
Dobbiamo precisare che, dopo la costruzione della Chiesetta, i grimaldesi eressero una Stele con una statuetta della Madonna che dà lo sguardo verso Grimaldi perché potesse continuare ad essere la Madre e la Consolatrice del suo popolo.
 

Cenni di avvenimenti storici sul terremoto e sull'apparizione della Madonna della Foce
Sulla distruzione di Grimaldi (anno 1638), situato sul Perrupo e, successivamente ricostruito nella zona rocciosa, si hanno notizie storiche. Troviamo accenni in un manoscritto del notaio Iacoe, gelosamente conservato dalla famiglia Bruno Amantea e, successivamente pubblicato dal parroco don Franco Vercillo regolarmente autorizzato da detta famiglia. Abbiamo una poesia tramandata dai nostri avi nella quale si fa riferimento a quel terremoto e alle "apparizioni" della Madonna nella zona Santa Lucerna, in località Foce.
Crediamo opportuno ripeterla, perché, altre volte, l'abbiamo pubblicata, ma questa volta, con un commento.
- Io ti salvo Immacolata / di Grimaldi protettrice/ noi sempre felici / e fortunati.
L'Immacolata Concezione e la protettrice di Grimaldi. Lo è sempre stata. I grimaldesi hanno onorato la Madonna perché non solo Madre di Dio ma salvatrice del popolo grimalde se: di Grimaidi protettrice e... quindi fortunati.
- Gloria a Dio che a noi ci ha dati / nei contenti e nei perigli e per madre a noi tuoi figli a Te soggetti.
Si glorifica il Padre perché ha concesso per Madre a noi tutti sia nei momenti di gioia che nei momenti di dolore.
- Ci hai sempre Signora protetti / nell'eta' antiche e nuove / oh!quante e quante prove/ abbiamo avute.
Si ribadisce sempre la protezione della Madonna da sempre nei confronti dei grimaldesi. Tale protezione è confermata dai fatti accaduti sia nel passato che nel presente.
- Nel principio fu veduto / il tuo Volto riplendente / dove Santa Lucerna/ora si chiama.
Infatti Santa Lucerna (1236 m. slm) è stato il luogo di un eremita dedito alla solitudine e alla preghiera. Una volta passato alla vita eterna il suo corpo rimase sul suolo e per informare i cittadini, si dice, sorgesse una fiamma che fece da richiamo. In tanti accorsero sul luogo e trovarono il cadavere dell'eremita. Ecco perché: "Santa Lucerna", fonte di luce, dal latino lurnen. Santa perché così volle il Signore.
- E di allora grande fame / fosti a noi sempre vicina /  Tu fosti la regna / di tutti noi.
Anche quando i grimaldesi, e non solo i grimaldesi, in quei tempi difficili affrontano sacrifici enormi per sopravvivere, la Madre di Dio fu vicina alleviano le sofferenze dei suoi figli.
- quando Dio ci distrusse / chiamammo a Te nostra difesa / Tu Vergine cortese / ti avvicinasti
Ma grimaldesi non rimasero mai indifferenti alla presenza della Vergine... ma la invocavano sempre nelle gioie, per ringraziarLa e nei pericoli perché accorresse a proteggere i suoi figli.
- Nel bosco ci inviaste / del Perrupo un vecchio ignoto / da guai e terremoto / ci predisse.
Le disgrazie non vennero all'insaputa ma il Veggente, un uomo timorato di Dio, mandato dalla Vergine, avvisò i grimaldesi che, in un, prossimo futuro, avrebbero subito il terremoto, cosa che avvenne, lo ricordiamo, nell'anno1638.
- Fu come il Vecchio disse / si atterrò Grimaldi tutta / con lacrime e con lutto / e con spavento.
Si avverò quanto predisse il Vecchio Vegliardo e Grimaldi fu distrutta con conseguenze gravissime di morti sotto le macerie e sopravvissuti in condizioni pietose.
- Oh! Miracolo potente / da quella gran rovina / la statua tua divina / preservasti.
Infatti, nell'ex convento dei francescani, tuttora, vi è quella statua che fu trovata tra le macerie sul Perrupo, la zona dove era costruito il paese distrutto dal terremoto.
- Quella gente che più amasti / fu salvata al tuo buon cuore / dove finisce ora / in questi tempo.
- Grimaldi fu di esempio / sempre a Te fu più caro / fu dato a noi riparo / in ogni male.
Notiamo la grande fede del poeta che interpreta i sentimenti dei suoi compaesani tutti protesi a glorificare la Madre Celeste per la protezione che, quotidianamente, dà al suo popolo.
-Quando era mortale / pestilenza cruda e fiera / che la Calabria intera / distruggeva.
Si descrive il danno provocato non solo per la distruzione delle abitazioni e di migliaia di morti, quanto per le conseguenze che detto terremoto ha lasciato in tutta la Calabria quali: pestilenze, fame, miseria, caos generale.
- Questa patria a Te correva / con preghiere e con lamenti / Tu con la tua potenza ci rallegrasti.
La fede trionfa sempre. Si sente la vicinanza dell'immacolata che quasi annulla la sofferenza perché i figli sono protetti e ai quali viene alleggerito lo stato di disagio e di disperazione causato dall'impossibilità di vivere.
-Alla Foce ci mostraste / una Stella risplendente / che a tutta nostra gente / fu salute.
E qui si fa cenno ad un fatto eccezionale. Ad un evento miracoloso. Un'apparizione di Colei che vuole dimostrare di essere vicina al suo popolo. I grimaldesi hanno eretto una stele sopra la quale è collocata una statua della Madonna con lo sguardo rivolto a Grimaldi. Fu costruita una Chiesa a fianco della nicchia dove una lampada accesa vuole significare la gratitudine dei grimaldesi per tanto amore e protezione della Madonna e che, per il futuro, continui questa protezione.
Infatti nel mese di febbraio di ogni anno si celebra la festa di ringraziamento
e nel mese di maggio (terza domenica) la festa solenne. La fede mariana dei grimaldesi è profonda.
- Per la grande Tua virtute / si mostrarono a Te grat i/ di terra ti fu data / una pianura.
Si riferisce alla zona Foce, una pianura dove sorge la chiesa, la stele e la nicchia.
- E fra tutte sei più pura / senza macchia concepita! / al costo della vita / ognun Ti onora.
E un'espressione che, quotidianamente, recitiamo nell'Ave Maria ed in tutte le lodi a Maria Madre di Dio.
- Sei per noi la bella aurora / di ogni grazia e di ogni bene / per Te Grimaldi pena / più non sente.
Entusiasmandosi e interpretando il pensiero dei cittadini, it poeta esprime, convinto, tutta la sua gratitudine definendola Aurora. E come l'aurora ci annuncia il giorno.
-La Piticchia era dolente / questa patria avea arreso / subito con il tuo aiuto / fu lontana.
-Peste, morbo, rabbia insana! / ed ogni dura epidemia! / al nome Tuo, oh Maria! / tutto finisce.
Come ogni figlio chiama la mamma per essere protetto, così l'uomo sopporta ogni cosa invocando il nome della mamma celeste che mette sotto il manto i propri figli.
- Chi mira e non stupisce! / terremoto gran spavento! / che cento luoghi e cento/ aivea distrutto.
- Che terrore, che gran lutto! / tra li ghiacci di febbraio! / oh Dio che cosa amara!  / che malanno.
Descrive le rovine causate dal terremoto proprio nel mese di febbraio quando si fa più pungente il freddo a causa del ghiaccio e quando vengono a te mancare i cibi e si soffre tanto.
- Muri e travi a nostro danno / contrastavano così forte / vedevamoci la morte/ a noi davanti.
- E Cosenza con le tante / case e torri del suo vallo / senti quel triste abballo / che gran duolo.
- E il suo pianto non fu solo / Rende, Donnici e Marano / Paterno e Dipingano / e Mendicino.
- Cerisano e più vicino / Carolei Castello a fianco! / Il cielo e quasi stanco!  / e l'ha distrutti.
- E per questi luoghi tutti / da vicini e da lontano / non c'è paese sano / affatto, affatto.
- E Grimaldi è tutto intatto / la sua gente tutta sana / fin anche da lontano / di più migli.
- Che divina meraviglia / per i nostri cittadini / che trovarsi in confini / e si sa/varo.
- Come quelli di altri tempi / che con i prischi esempi! / Ancor ne sanno.
- Fu nel mille e settecento / settecento ottantatré come dal cielo il re / da colpa offeso.
- Di vendetta sdegno acceso / contro l'uomo a Lui ribello! un simile fiagello / fulminava.
- Montaleone si atterrava / Gioia, Palmi e Seminara / i morti erano tanti / e senza fine.
-E in mezzo alle rovine/ sani e salvi i grimaldesi / restarono illesi / e con premura.
- Ritornarono a quelle mura / per affetto il cuor commosso / con le bisacce addosso/in ginocchioni.
- Già diretti in Concezione / sipresentan tutti quanti / con gli occhi lacrimanti / e con fervore.
- La ringraziano di cuore / per le tante meravglie / e dopo alle famiglie / fan ritorno.
- La si canti in sommo un giorno / lo vediamo con gli occhi nostri! che grata ci mostri /1 in ogni istante.
- Il colera è desolante  con la fame, con la guerra / ci rendeva la terra / tribulata.
- E Grimaldi è preservato/ dalla grande protezione / della Concenione/ di Maria.
- Perciò con allegria /  inni, feste e canti / con gli animi devoti / tutti quanti.
- Festeggiamo con lodi e canti! questo gran concepimento/poiché in salvamento / ci conduce.
- Ci farà goder la luce/ che Ella gode in ciel beata / viva l'Immacolata / in Paradiso.
Abbiamo commentato, in modo semplice e comprensivo, parte della poesia a noi pervenuta dai nostri avi. E un prezioso documento del periodo 1638-1700 in cui il terremoto distrusse Grimaldi e, successivamente, ricostruito in una zona solida ai piedi di Santa Lucerna.
Alcune espressioni del poeta precisano fatti e luoghi dove avvenne il
terremoto, molti versi inneggiano alla protezione della Madonna e ai ringraziamenti dovuti oltre che al periodo dell'anno in cui i grimaldesi festeggiano la Protettrice: febbraio e terza domenica di maggio.
E un documento storico e, come tale, abbiamo creduto opportuno pubblicano perché si mediti sul contenuto e si rispetti negli anni a venire.

Grimaldi - Tra storia, leggenda, attualità