MATTEO SACCOMANNO CI HA LASCIATO

Si è spento serenamente a Grimaldi nella sua casa di via Mercato, al numero otto, il giornalista Matteo Saccomanno.
La notizia, inaspettata, ha gettato nella commozione l’intera comunità locale destando tristezza, malinconia e senso di vuoto. In segno di lutto, il sindaco Albo, il presidente della Pro loco, Silvano Pettinato e i responsabili delle varie organizzazioni cittadine hanno rinviato a data da destinarsi la programmazione delle manifestazioni estive in cartellone nei giorni di sabato e domenica.
Matteo Saccomanno era nato a Grimaldi il 22 settembre del 1925. Dopo le scuole elementari aveva frequentato gli studi ginnasiali presso il collegio serafico di Acri "Beato Angelo". Si era diplomato a Cosenza presso l’istituto magistrale insegnando per 35 anni in tutta la provincia.
Maestro di vecchio stampo, pubblicista e galantuomo antico, ha vissuto una vita per il giornalismo. Iscritto all’ordine dei pubblicisti ha diretto molte testate: "L’eco del Savuto", "Nuova Rassegna", "Verità Calabre" e "Riscossa socialista". Ha fondato nel 1987 "Il Grimaldello", periodico di informazione e satira politica, e dal 1998 al mese di luglio scorso ha diretto "La Voce del Savuto". Era direttore responsabile del mensile di informazione "Il pungolo, l’opinione dei luzzesi" e dell’emittente privata "Teleitalia". E’ stato anche direttore della tv locale "Telenova Calabria" e di "Radio Flash sud". Ha diretto il bollettino di informazione scolastica "Nuovo Santa Lucerna" e come direttore responsabile è stato uno dei fondatori del periodico di informazione "Grimaldi 2000", curato dall’amministrazione comunale.
Nel 1960 è stato eletto sindaco di Grimaldi e nel 1963 è stato candidato al parlamento oltre che alla Regione Calabria e alla Provincia. Ha ricoperto la carica di capogruppo all’ente montano del Savuto nella fila della Socialdemocrazia. E’ stato nominato Cavaliere al Merito della Repubblica italiana su proposta di Bettino Craxi e firmata da Sandro Pertini.
Intenso anche il suo impegno editoriale. Ha pubblicato nel ’99 il quaderno "Padre Michele Missionario Cappuccino" e nel febbraio del 2000 il quaderno "Grimaldi, tradizioni e folklore del passato". Nello stesso anno hanno visto la luce altri due suoi lavori interessanti "Il consiglio della foresta, sprazzi di satira poetica" e la raccolta di poesie "Spine e petali di rose rosse". Nel settembre del 2001 ha pubblicato il volume "Grimaldi, tra storia, leggenda, attualità".
Saccomanno in questi giorni si stava occupando dell’organizzazione della prima rassegna di poesia "Città di Grimaldi". Per l’occasione aveva scritto la sua ultima lirica "E’ la vita". Riportiamo uno dei passaggi più significativi della composizione: "E’ solo un momento… voglio sfogarmi / mentre osservo il mare in tempesta! / Mi accorgo ch’è finita la festa della vita!… E’ d’obbligo rassegnarmi".
Saccomanno è stato sempre per tutti un po’ come un padre, cordiale, riservato e sempre disponibile, con le sue idee oneste e concrete.
Breve ma sentito il ricordo del sindaco Albo: "Un uomo discreto e coraggioso, curante delle esigenze del territorio. Una persona che amava fortemente il suo paese, e numerose sono state le sue iniziative volte alla promozione della storia e delle tradizioni di Grimaldi.
Forte il suo legame con i tanti concittadini grimaldesi residenti all’estero. Nel dicembre del 1999 – conclude Albo - abbiamo fondato insieme il periodico di informazione "Grimaldi 2000" per rafforzare ancor di più quel ponte che collega il paese ed i suoi abitanti con i figli della comunità grimaldese emigrati e residenti in terre lontane".
Ieri, in un clima di compostezza e commozione, la cittadina del Savuto ha reso l’ultimo saluto a Matteo Saccomanno. Parenti, amici, colleghi, conoscenti: tutti attorno alla famiglia per far sentire la loro presenza.
Il ricordo, gli insegnamenti di una persona stimata lasciano il segno e devono diventare materia di apprendimento e crescita successiva.


Saccomanno, voce di cultura e saggezza
Rimpianto di amici e di tutti i cittadini che ebbero il privilegio di conoscerlo.

Tutti lo ricorderanno sempre così: un giornalista colto e battagliero, attento alle esigenze del territorio; un uomo che amava profondamente il suo paese, la sua Grimaldi.
La scomparsa di Matteo Saccomanno ha lasciato nel dolore e nel cordoglio quanti lo hanno conosciuto e stimato, quanti con lui hanno lavorato fianco a fianco, condividendo battaglie importanti volte allo sviluppo e alla crescita sociale e culturale del comprensorio del Savuto.
Sabato scorso la sua Grimaldi gli ha reso l’ultimo saluto nella chiesa dell’Immacolata concezione gremita come non mai da una folla commossa. Tanti, tantissimi amici, conoscenti, colleghi hanno partecipato ai solenni funerali celebrati da Padre Fedele Bisceglie e concelebrati dai parroci di Grimaldi, Malito, Altilia e Belsito: don Enrico Trombino, don Sergio Saccomanno, don Franco Vercillo, don Luigi Spina e da Monsignor Vincenzo Filice, parroco di Marzi, e Monsignor Franco Maio, parroco di San Vito, Cosenza. Durante la messa c’è stata l’orazione ufficiale del sindaco Pino Albo, che ha ricordato la figura umana e professionale di Saccomanno: "La sua morte – ha detto Albo – lascia un sentimento di dolore è un senso di vuoto in tutta la comunità grimaldese". Come amministrazione comunale ci impegneremo a portare avanti l’opera del compianto Maestro affinché le sue idee, i suoi insegnamenti diventino materia di apprendimento e crescita successiva".
Il sindaco ha, poi, annunciato di voler dedicare alla sua memoria la prima rassegna di poesia "Città di Grimaldi" programmata per domenica 25 agosto.
Sentito il ricordo della giovane nipote di Saccomanno, Ida Giardino: "Una persona simpatica, disponibile e sempre pronta al dialogo con i giovani".
Al termine della santa messa, don Sergio Saccomanno, fratello del compianto Matteo, ha ringraziato quanti hanno partecipato alla cerimonia funebre annunciando la volontà di devolvere in beneficenza le oblazioni dell’offertorio a favore della piccola Ada, la bambina africana adottata da Padre Fedele Bisceglie.
Numerosi i messaggi di cordoglio arrivati alla redazione de: "Il Grimaldello-La Voce del Savuto", il periodico di informazione locale che Saccomanno dirigeva con impegno e tanta passione. Così lo ricorda il parente ed amico dottor Franco Albi, residente in Canada: "Scompare improvvisamente Matteo Saccomanno, e Grimaldi perde la sua Voce più battagliera, più chiara e distinta, animata da una coerenza etica invidiabile. Al rimpianto di tutti i cittadini, e di quanti ebbero il privilegio di conoscere Matteo intimamente, ed alla nostra spontanea manifestazione di affetto, si accoppia un doveroso sentimento di gratitudine per una vita vissuta all’insegna dell’integrità e della compassione per l’umanità sofferente".
"Personalmente, amico carissimo, compagno, parente, ti ringrazio – conclude Albi – per avermi trattato sempre con affettuosa e disinteressata cortesia e di avermi tenuto in reciproca stima".
"Caro Matteo, - scrive la dottoressa Alessandra D’Epiro di Marzi - rileggo un Suo articolo di non molto tempo fa e percorrendone con lo sguardo e la mente i pensieri, le parole scritte si trasformano nella sua Voce che trasfonde cultura, saggezza, lealtà, sensibilità.
Ascolto ciò che Lei mi dice, ora come allora, in una dimensione senza tempo e comprendo come gli uomini possano varcare i limiti del finito quando le loro idee sono grandi idee, se riscontrano l’assenso e l’entusiasmo altrui.
La temporalità è parametro di riferimento egoisticamente utile alla razionalità umana.
Ma qual è il confine che separa il tempo dell’eternità?
Ed esiste tale confine quando le idee di un uomo sopravvivono alla sua temporalità?
Le sue idee, Matteo, si eternano in chi legge un Suo articolo, cogliendo, attraverso esso, l’immagine immutabile della Sua generosità volta a costruire e condividere la Sua idea di conoscenza con gli altri.
Ed i suoi scritti riecheggiano la Sua voce che mi invita a scrivere….
Non scrissi mai per il Suo giornale, perché la vita mi portò altrove ma desidero ringraziarla infinitamente per aver dedicato le Sue parole alle mie idee e così facendo per esser stato il primo, nella sua professionalità, a credere in me.
L’articolo che termino ora di rileggere da "La Voce del Savuto" di settembre 1999 si conclude con un Suo "Ad Maiora" e torno ad ascoltare la Sua Voce che si rivolge ora ai Suoi cari ed ai Suoi collaboratori con l’auspicio di proseguire la Sua opera eternando le Sue idee con altre idee.
Le idee vivono nell’eternità e nell’eternità s’incontrano".


Una vita per il giornalismo

Matteo Saccomanno era nato a Grimaldi il 22 settembre del 1925. Dopo le scuole elementari aveva frequentato gli studi ginnasiali presso il collegio serafico di Acri "Beato Angelo". Si era diplomato a Cosenza presso l’istituto magistrale insegnando per 35 anni in tutta la provincia.
Maestro di vecchio stampo e giornalista pubblicista ha vissuto una vita per il giornalismo. Iscritto all’ordine dei pubblicisti ha diretto molte testate: "L’eco del Savuto", "Nuova Rassegna", "Verità Calabre" e "Riscossa socialista". Ha fondato nel 1987 "Il Grimaldello", periodico di informazione e satira politica, e dal 1998 al mese di luglio scorso ha diretto "La Voce del Savuto". Era direttore responsabile del mensile di informazione "Il pungolo, l’opinione dei luzzesi" e dell’emittente privata "Teleitalia". E’ stato anche direttore della tv locale "Telenova Calabria" e di "Radio Flash sud". Ha diretto il bollettino di informazione scolastica "Nuovo Santa Lucerna" e come direttore responsabile è stato uno dei fondatori del periodico di informazione "Grimaldi 2000", curato dall’amministrazione comunale.
Nel 1960 è stato eletto sindaco di Grimaldi e nel 1963 è stato candidato al parlamento oltre che alla Regione Calabria e alla Provincia. Ha ricoperto la carica di capogruppo all’ente montano del Savuto nelle fila della Socialdemocrazia. E’ stato nominato Cavaliere al Merito della Repubblica italiana su proposta di Bettino Craxi e firmata da Sandro Pertini.
Intenso anche il suo impegno editoriale. Ha pubblicato nel ’99 il quaderno "Padre Michele Missionario Cappuccino" e nel febbraio del 2000 il quaderno "Grimaldi, tradizioni e folklore del passato". Nello stesso anno hanno visto la luce altri due suoi lavori interessanti "Il consiglio della foresta, sprazzi di satira poetica" e la raccolta di poesie "Spine e petali di rose rosse". Nel settembre del 2001 ha pubblicato il volume "Grimaldi, tra storia, leggenda, attualità".
Saccomanno in questi giorni si stava occupando dell’organizzazione della prima rassegna di poesia "Città di Grimaldi". Per l’occasione aveva scritto la sua ultima composizione "E’ la vita" che riportiamo di seguito

E' LA VITA!

  E' solo un momento... voglio sfogarmi
  mentre osservo il mare in tempesta!
  Mi accorgo ch'è finita la festa
  della vita!... E' d'obbligo rassegnarmi.

     Osservo il cielo nuvoloso
     una volta sereno, la terra soleggiata
     la gioventù. allora. era iniziata
     lontano era il cammino doloroso.

   Leggo nel lontano... nell'ormai passato
   giorni tristi... gioiosi... piani di fantasia!
   Era quel tempo una vera poesia!
   Da riflettere giammai dimenticato.

     Un lampo... un tuono... passeggero
     una foglia caduta ormai ingiallita!
     Questa, mortali, è la nostra vita!
     ma ognuno di noi ne va fiero!

   Raccoglierai se hai ben seminato
   ti ricorderanno nel bene e nel male!
   E' la severa legge della vita mortale
   "Ritornerai cenere" com'eri sarai ricordato.
            
Matteo Saccomanno


GRIMALDI, si è spento Matteo Saccomanno

Grimaldi – E’ deceduto improvvisamente, martedì scorso, il prof. Matteo Saccomanno. Con la sua scomparsa Grimaldi ed il Savuto perdono un personaggio insostituibile, insegnante in pensione da diversi anni e decano dei giornalisti del comprensorio, già sindaco del paese dal ’60 al ‘63. Negli ultimi anni, con un attaccamento ed una passione unica, aveva fatto del giornalismo quasi una ragione di vita. Dirigeva diverse testate, tra cui La Voce del Savuto, Grimaldi 2000 ed Il Grimaldello e, attraverso la sua attività, sosteneva con tenacia la diffusione della cultura delle tradizioni locali ed il legame con i concittadini emigrati all’estero. Ai familiari il sentito cordoglio de "il Quotidiano".
f.s.
da "il Quotidiano della Calabria" del 18/08/02


Grimaldi. I funerali nella chiesa della Concezione
L’addio a Saccomanno
Grimaldi – Sabato scorso nella chiesa della Concezione a Grimaldi si sono svolte le esequie del prof. Matteo Saccomanno, già sindaco del paese, insegnante in pensione ed attivissimo giornalista. Il rito funebre, officiato da padre Fedele Bisceglie, è stato concelebrato oltre che dal fratello del defunto, don Sergio Saccomanno, molto conosciuto e stimato nel Savuto, da altri cinque sacerdoti. Significativa la richiesta di don Sergio di devolvere quanto raccolto nell’offertorio a favore di Ada, la bambina che padre Fedele ha strappato alla morte in Africa. Alla fine della cerimonia, cui ha partecipato una folla di cittadini di Grimaldi e dei paesi vicini e molti amministratori e politici del comprensorio, dopo un ricordo commosso e affettuoso della nipote, Ida Giardino, il sindaco Albo ha inteso ricordare la figura e l’impegno sociale del prof. Saccomanno. " Dopo la sua scomparsa saremo più soli, gli dobbiamo molto; grazie a lui è stato creato il periodico Grimaldi 2000 ed è stata organizzata la prima rassegna di poesie Citta di Grimaldi". Il sindaco ha concluso leggendo un brano dell’ultima e toccante poesia composta dallo scomparso: E’ solo un momento…voglio sfogarmi / mentre osservo il mare in tempesta! /Mi accorgo ch’è finita la festa / della vita!... E’ d'obbligo rassegnarmi.
Un cittadino che lo conosceva da alcuni anni, riflettendo ad alta voce, ha detto: ""Un sasso nello stagno: questo era il prof. Matteo".
f.s.
da "il Quotidiano della Calabria" del 20/08/02


Il ricordo del Sindaco Albo

A nome mio personale e del Consiglio che mi onoro rappresentare, sento il dovere di rivolgere, da queste colonne, alla famiglia Saccomanno, ai parenti le più sentite condoglianze per l’improvvisa scomparsa del carissimo Professor Matteo.
In queste circostanze di grande dolore si corre il rischio di cadere nell’esagerazione nel ricordare il caro estinto.
Non è certo il mio caso: il Professor Matteo, con la sua opera sia come insegnante, sia come amministratore, sia come giornalista ha cercato sempre di riconfermare alcuni valori di fondo "Che danno significato etico alla nostra vita e alla nostra storia".
Il suo ricordo mi porta lontano sui banchi della scuola elementare, quando ho appreso i primi rudimenti del sapere sotto il suo sguardo vigile ed affettuoso e, nel prosieguo, l’insistenza a farci prendere coscienza di essere titolari di diritti ed anche di doveri. Nel suo operato come sindaco ha dato prova di grande maturità politico-amministrativa, mai cercando il potere, ma privilegiando gli ideali.
Soprattutto in quest’ultimo periodo non mi ha lesinato i suoi saggi consigli e di questo lo ringrazio.
Egli lascia un grande patrimonio di affetti, a cui i familiari, e non solo, possono attingere a larghe mani; difficilmente arriveranno al fondo.
Con la sua morte Grimaldi perde uno dei suoi figli migliori, che sopra ogni cosa ha amato il suo Paese ed ha sempre cercato di mantenere vivo il rapporto con i Grimaldesi residenti all’estero, attraverso "Grimaldi 2000".
Scrisse Giovanni XXIII che "Sono più le cose che uniscono gli uomini che le cose che li dividono".
Grazie Professor Saccomanno per aver sempre lavorato per l’affermazione delle cose che uniscono.
Pino Albo


"Le idee vivono nell’eternità e nell’eternità si incontrano"
di Alessandra D’Epiro

Caro Matteo, rileggo un Suo articolo di non molto tempo fa e percorrendone con lo sguardo e la mente i pensieri, le parole scritte si trasformano nella Sua voce che trasfonde cultura, saggezza, lealtà, sensibilità.
Ascolto ciò che Lei mi dice, ora come allora, in una dimensione senza tempo e comprendo come gli uomini possano varcare i limiti del finito quando le loro idee sono grandi idee, se riscontrano l’assenso e l’entusiasmo altrui.
La temporalità è parametro di riferimento egoisticamente utile alla razionalità umana.
Ma qual è il confine che separa il tempo dell’eternità?
Ed esiste tale confine quando le idee di un uomo sopravvivono alla sua temporalità?
Le sue idee, Matteo, si eternano in chi legge un Suo articolo, cogliendo, attraverso esso, l’immagine immutabile della Sua generosità volta a costruire e condividere la Sua idea di conoscenza con gli altri.
Ed i suoi scritti riecheggiano la Sua voce che mi invita a scrivere….
Non scrissi mai per il Suo giornale, perché la vita mi portò altrove ma desidero ringraziarla infinitamente per aver dedicato le Sue parole alle mie idee e così facendo per esser stato il primo, nella sua professionalità, a credere in me.
L’articolo che termino ora di rileggere da "La Voce del Savuto" di settembre 1999 si conclude con un Suo "Ad Maiora" e torno ad ascoltare la Sua Voce che si rivolge ora ai Suoi cari ed ai Suoi collaboratori con l’auspicio di proseguire la Sua opera eternando le Sue idee con altre idee.


Il ricordo di FranK Albi

Scompare improvvisamente Matteo Saccomanno, e Grimaldi perde la sua Voce più battagliera, più chiara e distinta, animata da una coerenza etica invidiabile. Al rimpianto di tutti i cittadini, e di quanti ebbero il privilegio di conoscere Matteo intimamente, ed alla nostra spontanea manifestazione di affetto, si accoppia un doveroso sentimento di gratitudine per una vita vissuta all’insegna dell’integrità e della compassione per l’umanità sofferente.
Personalmente, amico carissimo, compagno, parente, ti ringrazio per avermi trattato sempre con affettuosa e disinteressata cortesia e di avermi tenuto in reciproca stima.


"Scompare un impegno ma non l’idea che lo ha ispirato"
di Luigi Michele Perri

Ci ha lasciato un uomo buono che, nella sua attività pubblica, politica e culturale soprattutto, ha profuso le sue qualità più spiccate di onestà e capacità, dandole la dignità della indipendenza e il prestigio della umiltà.
Matteo Saccomanno non era omologabile. Si distingueva per severità critica e per rigore morale che, normalmente, sono connotazioni proprie dell’uomo aperto al bene e legato al giusto, all’uomo attaccato alla sua comunità sino al punto di mettersi in discussione pur di orientarla verso destinazioni di progresso, inteso come acquisizione continua di opportunità, di crescita e di avanzamento.
Chissà come Matteo Saccomanno avrebbe voluto vedere la sua comunità. E come, di conseguenza, avrebbe ambito, con ogni legittimità, a vedersi riconoscere un granello del proprio merito. Qui sta la verità sul cronista locale, che non vuole essere solo testimone ma intende esprimere la sua partecipazione alle vicende della società nella quale vive, ma nella quale vuole operare con spirito sempre costruttivo. Si tratta di una razza rara di cronisti che non vogliono essere semplici spettatori ma, consapevoli del proprio ruolo, si predispongono sempre a battersi per il miglioramento collettivo. Questo spirito ha animato Matteo soprattutto nelle sue esposizioni più sentite e risentite.
Se tutti i giornalisti, soprattutto quelli che hanno guadagnato la loro fama servendo padroni, si accostassero con un minimo di dignità deontologica alla figura dei cronisti locali di vecchio stampo, troverebbero abbondanti motivi di apprendimento in materia di obiettività e di autonomia, cosa che dovrebbero fare non foss’altro per riscattare i compromessi del passato, non sempre cristallini che li condizionano.
Ecco come uomini solo apparentemente limitati nel localismo possono essere punti di riferimento universali, esempi davvero degni di essere seguiti dal mondo delle nuove generazioni. Sempre che queste vogliano essere e diventare migliori rispetto a quelle che le hanno precedute".

Il ricordo del dottor Franco Ferraro

Vado controcorrente. Il più bel ricordo che ho di Matteo Saccomanno sono gli occhi dei figli tumefatti dal pianto al momento del commiato. A raccontare la vita di un uomo, di un padre molto amato. A confermare che i grandi dolori sono nudi. Tutte le parole spalmate in cento, mille articoli assumono oggi un valore testamentario, nel quale sarebbe facile quanto imperdonabile individuare il significato più comodo, il paradosso più agevole.
Leggendo invece, meglio, attraversando quel bailamme tragicomico che è la produzione di Matteo, in quel singhiozzo lessicale, in quell’istintivo fendere il quotidiano di questo contraddittorio paese, è possibile afferrare diversi e variegati spunti di riflessione. Intendiamoci, discutibili o meno. Comunque stimolanti. Così, in questa comunità troppo spesso ipnotizzata dall’apatia, sempre meno raramente soggiogata dall’abulia, gli scritti di Matteo non dovrebbero essere consumati di fretta, come una sorta di fast-food letterario. Andrebbero letti. E qualche volta riletti. Con attenzione. (Brutta malattia, cara Grimaldi, la rassegnazione).


Il Professor Matteo Saccomano non è più tra noi
di Antonio Guerriero

Carissimo Matteo, avrei desiderato rivolgerti l’estremo saluto in Chiesa, durante le esequie, in omaggio alla tua vita vissuta per la famiglia, per la scuola, per l’impegno civile profuso in diversi settori, ma non mi è stato possibile raggiungere l’Altare per la grande calca, una moltitudine di persone addensate, commosse, con gli occhi velati dal pianto, convenute a testimoniare l’affetto, la stima che nutrivano nei tuoi riguardi. La tua improvvisa dipartita, come fulmine a cielo sereno, ha lasciato i tuoi familiari, i parenti prostrati, in un dolore profondo, inconsolabile. Anche se è dato ai poeti, e tu lo eri, preconizzare il futuro, ciò che mi ha colpito e mi ha lasciato esterrefatto è stata la tua ultima poesia "E’ la vita", composta quattro giorni prima della tua morte, in cui avvertivi che l’ora era arrivata: "Mi accorgo ch’è finita la festa della vita"!... Composizione che avevi inteso presentare per la rassegna poetica da tenersi domenica 18/08/2002, in sostituzione di una delle tre poesie che avevi già consegnato all’amico Fiore Sansalone Editore ed hai tolto quella scritta in vernacolo, dal contenuto umoristico, dicendomi: "Ho quasi 80 anni, devo pensare a cose serie". E, quando ti ho chiesto che dovevi intervenire, in qualità di Direttore Responsabile del periodico "Grimaldi 2000", all’apertura dei lavori della manifestazione, mi hai risposto: "Io no, no, devi essere tu, non sto bene e può darsi che domenica non ci sarò". Mistero!... "Niente richiama l’uomo a sentire la realtà del mistero che gli incombe, come lo spettacolo di una morte, ma è essa che dà significato alla vita e "ognuno di noi ne va fiero".
Spirito inquieto, hai onorato la tua vita come affettuoso padre di famiglia e nel quotidiano impegno del tuo alto magistero di insegnante. Scrittore, poeta giornalista impegnato, ne sono prova le quattro testate e una TV privata da te diretti, hai sempre dato il meglio di te stesso, convinto che solo attraverso la cultura si può realizzare la crescita di una comunità, acquistando consapevolezza e senso di responsabilità. Sindacalista, già Sindaco del nostro Comune, Capogruppo in seno alla Comunità Montana del Savuto, Presidente della Società Sportiva Calcio, promotore di una Compagnia Filodrammatica, hai sempre operato non scendendo mai a compromessi, sostenuto da una profonda onestà intellettuale. Stavi per terminare un lavoro molto importante: la raccolta delle opere di autori grimaldesi, al fine di dotare il Comune di una biblioteca aperta al pubblico.
Ora sei nel mondo della verità, al cospetto di Dio. Incontrerai certamente tuo fratello Pietro, un affettuosissimo abbraccio da parte mia. A te un presto arrivederci, considerata la durata infinita dell’eternità, distinguere il prima dal dopo non ha senso. Va’, riposa in pace e prega per noi!

Al "Maestro"

Sono le ore 21, squilla il telefono. E’ Lino; ha la voce sconvolta: "Il prof. Matteo è morto". Mi precipito a casa Saccomanno. Si! Il suo cuore si è fermato di colpo. Pensare che fino ad ieri lavorava e s’impegnava come se non sentisse il peso dell’età.
Per me la sua scomparsa è davvero una triste sorpresa: mi accorgo, che io come tanti altri, davamo per scontato che il prof. Matteo fosse immortale.
Sempre vigile, sempre curioso, mi diceva continuamente che lui si sentiva giovane.
Si! Nessuno se lo aspettava.
Il rapporto con lui è stato innanzitutto un rapporto d’amicizia, di stima. Non faceva niente in cui non credeva. Una vita dedicata alla politica ed al giornalismo. Grimaldi, per lui, è sempre stato un grandissimo amore.
E’ stato, fino alla nuda notizia, un gran giovane: continuava pensare, a rallegrarsi e ad indignarsi come se avesse avuto venti anni. Non si è mai assunto il ruolo di "maestro", nel senso che non ha mai proposto come si dovesse pensare ed agire. E’ stato piuttosto uno zio, sempre presente a dare giudizi ed a distribuire richiami: non sotto forma dell’insegna- mento, bensì come testimonianza delle sue reazioni alle cose, agli eventi, alle persone, alle istituzioni.
Un gran dolore per tutta Grimaldi, per un piccolo grande uomo.
E’ morto un grande amico. I suoi articoli, i suoi scritti rimangono un esempio per tutti noi e devono servire da insegnamento per i giovani.
Non era uno di quelli che se ne stavano zitti. Per tutto aveva una sua idea, magari discutibile, ma lucida, essenziale, precisa. La sua non era solo una presenza culturale, ma anche una presenza civile legata ad un impegno politico e sociale molto forte e sentito.
E’ stato per decenni sempre "impegnato": ha detto la sua in politica; ha partecipato a polemiche, senza peli sulla lingua; non ha voluto giocare al risparmio. Era uno di quelli che pagavano di persona.
Scompare con lui un personaggio, un riferimento civile e culturale, ma i suoi insegnamenti restano, ma questo non basta a consolarci della sua scomparsa.
Girando l’angolo, quella porta chiusa mi addolora profondamente.
Piccola Gianna, come dici tu, "Nonno Saccomanno non c’è più".
Addio
Con affettuoso dolore,
Mario Saccomanno