IL BRIGANTAGGIO A GRIMALDI |
Un fenomeno comune a molte realtà calabresi, fu il brigantaggio. Di solito, esso si fa risalire al 1860, periodo in cui, nel Mezzogiorno, si andarono formando delle vere e proprie bande dopo l’annessione allo Stato unitario. Francesco lì che sperava nella riconquista del trono ne fu l'animatore. Grimaldi non fu estranea a fatti di brigantaggio, riconducibili, tuttavia, a periodi storici e a motivazioni diverse. "lì contadino chiede alla forza quel benessere che non può conseguire altrimenti e preferisce la vita del brigante all'onesto ma mal pagato lavoro. Il brigantaggio diventa così la protesta selvaggia e brutale della miseria contro antiche secolari ingiustizie". (G. Massari) Come riporta una sentenza della Corte Criminale di Calabria Citra del 1815, Francesco De Rose di Grimaldi, il 24 maggio 1815 venne assolto dall'imputazione ascrittagli, perché il brigantaggio "è rimasto estinto dall'amnistia e per gli altri misfatti non vi è prova sufficiente". Altro caso riguarda Albi Giuseppe che nel 1850 venne arrestato con l'imputazione di brigante. I due avvenimenti non possono inquadrarsi in quell'azione antiunitaria alimentata, come abbiamo evidenziato dalla corte borbonica e "dallo stesso clero mobilitato in una vasta azione di propaganda, offrendo sul territorio pontificio asilo ai soldati sbandati e favorendo la creazione di bande" (Il Brigantaggio di Alessandro Piccioni), ma come atto di ribellione contro l'emarginazione, la povertà, la miseria. "La gente povera che aveva partecipato all'insurrezione, per timore di rappresaglie o perché ricercata o perché intese in tal modo continuare una lotta che finalmente per alcuni mesi le aveva fatto intravedere la possibilità di avere una propria terra, si diede alla macchia e diventò brigante". (Giovanni Sole -Viaggio Nella Calabria Citeriore dell'800) Queste le reali motivazioni di azioni che coinvolsero le persone più sensibili e più disposte a lottare per un domani migliore. La storiografia deve rendere giustizia alle classi subalterne, perché come dice Luigi Lombardi Satriani, il Sud non può essere considerato sulla base di un giudizio storico che lo vede "come diverso, come primitivo, quindi barbaro, quindi inferiore, relegato ai margini della cultura intellettuale, quasi fosse un mostruoso pettegolezzo della storia umana o delegato all'esclusiva competenza del folkloristi". "Con turpe nome di brigantaggio infamar si volle la splendida opposizione dei borboniani di Calabria contro ai Francesi". (Annali di Citeriore Calabria dal 1806 al 1811 di Luigi Maria Greco) Francesco De Rose fu chiamato, quindi a rispondere della fiera opposizione contro i Francesi, quando Reyner movendosi lungo il Savuto accennava alla occupazione di Grimaldi. Si combatté per quattr'ore, "ma lievemente offendendosi ambo le parti", (ibidem) il De Rose ritenne opportuno nascondersi con i suoi tra i boschi e "i soldati, fatto scarso sacco, rientrarono nelle loro stanze".
Antonio Guerriero
Da "La voce del Savuto – febbraio 2000