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LA CITTA' DEI DIRITTI UMANI


Figura maschile

 


Figura femminile

 


Foto di Nivola

Vorrei essere una pianta.Anche un’erba.Che bello una vite! Meglio un olivo. Magari! Un melograno.Poter restare sempre fermo in un patio del Campidano,in un orto in Baronia,in una vigna a Dorgali.Conoscere bene gli umori delle stagionie far ridere scioccamenteanche i saggi del villaggio. S.Nivola
Tradizioni e folklore:
Nivola a Orani, nella mostra all'aperto nel 1958
TITINEDDU
Tra favola, arte e realtà.

Congiungere favola, arte e realtà, non era l’espressione più diffusa a quel tempo (si tratta infondo del nostro tempo) tra gli artisti sardi, fu Nivola con la sua carica di ribellione, genialità e genuinità a riuscirci.

La ronda “TITINO” ha cercato di far vivere una storia, non una storia anagrafica e pedante, ma una sequenza di scene cardine, volte a raccontare e soprattutto a comunicare la storia di un uomo che sia pure con le sue ribellioni, con i suoi affetti e con le sue distanze, ha interpretato le espressioni di un popolo (che egli stesso ha conosciuto) e di una Terra (da cui egli stesso è stato generato), liberi da antiche passioni distorte e pregni di antiche virtù e valori.

I passaggi partono dalla dura realtà paesana. La miseria, la speranza e la gioia per l’arrivo del pane, insieme con l’amara consapevolezza della sua insignificante condizione e il desiderio di affetto materno e primitivo, permangono elementi fondamentali per l’analisi del suo percorso artistico.

Il secondo momento ricopre una parte importante per la formazione del pensiero dell’artista: l’approdo a Sassari inizia a delineare le sostanziali differenze con gli altri artisti isolani. Le due correnti puntano a traguardi diversi: I sardi preferiscono inquadrare e riprodurre nelle loro opere soprattutto momenti occasionali e sfuggevoli della vita reale, avvicinandosi ad una misura umana tangibile; Nivola, attento osservatore, si propone di arrivare all’ espressione più primitiva e profonda dell’istituzione stessa uomo. Inoltre mentre i primi sono attenti ai modelli e ai filoni artistici europei, facendoli propri e interpretandoli, Costantino cerca nuove strade e non si cura dei grandissimi d’oltremare.

La parentesi milanese, essenziale trampolino verso una fama discreta e riconosciuta, lo porta negli USA (esilio dettato da ragioni politiche, sua moglie Ruth era infatti ebrea), in cui riesce ad esprimere tutto il suo carico di creatività ed espressività.

Ma questo breve percorso, da noi realizzato, non volge attenzione strettamente al lato tecnico biografico, ma punta dritto ad un’interpretazione profonda che sta alla base di ogni analisi; è compito dell’immaginazione di ognuno portare con se qualche riflessione, meditazione e perché no un po’ di curiosità.

10 marzo 2002



Si avvicina il momento in cui i GRIFONI saliranno le strade dell’ isola per andare a vivere alcune ore li dove visse i suoi primi anni Nivola e contemplando le sue opere dovranno tenere a mente ciò che la Ronda Titino suggerisce:

“Chi lo avvicina lo faccia in punta di piedi, con lo sguardo pulito, sgombro da pregiudizi, come un bambino. Perché egli è rimasto a suo modo bambino. E solo per questo è riuscito a liberare la luce che le sue mani hanno poi impastato e contornato di purissime linee.

Le opere sono luminose e affacciate verso una civiltà piena, fatta di accoglienza, di compassione, di essenziale semplicità. Non si può non esser presi dalla riflessione sul significato dell’appartenenza ad una terra del mondo e al mondo, ad un popolo ed alla umanità.

Vanno guardate senza rumore; con la stessa semplicità e intenzionalità con cui esse ci interpellano.

Nivola le ha plasmate nello sconfinato silenzio della sua coscienza”.

ronda “TITINO”: Andrea C., Giovanna, Simona, Paola e Nicola
ultimo aggiornamento Domenica 7 Aprile, 2002 12:41 PM
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