CALARIS SARDINIAE CAPUT (1550, S.Asquer)

MARINA
Primo quartiere sorto sulla base e sullo stampo di un accampamento romano con pianta a scacchiera: strade strette e perpendicolari tra loro.
Centro portuale e snodo commerciale importante, crocevia perpetuo di popoli e costumi; punto di partenza di usi e costumi portati da forestieri.
In linea di massima la sua fisionomia non ha risentito dei moderni piani edilizi.
Le genti che storicamente hanno abitato la Marina, non di indole raffinata, ed abituata alle arie di un "continente" pregno di mistioni curiose di popoli vari, convivono con un ambiente umido e feticcio (con annessa fauna che lascio immaginare), e con la graziosa mostra dei molti balconcini fioriti, in ferro battuto, tipici d'un barocchetto catalano.

CASTELLO
E' il centro direzionale della città in cui risiedeva la parte nobile del popolo dominatore (Pisani-Aragonesi-Sabaudi), sede dunque delle autorità politiche ed ecclesiastiche.
Per ragioni di classe non erano ammessi all'interno del Castello i Sardi che ogni sera autonomamente o in maniera indotta dovevano lasciare la rocca a son'e corru, al suono del corno; nel primo caso potevano uscire dalle porte principali, nel secondo venivano accompagnati ai bastioni e lasciati cadere, come vuole gravità.
Una curiosità può rivestire la pianta di castello che obbedisce alle teorie rinascimentali formulate da L.B.Alberti: diviso in piccoli borghi le strade devono essere strette e contorte tanto da non giungere alla fine con lo sguardo e da non accorgersi così delle reali dimensioni topografiche.

STAMPACE
La sua conformazione, che si inerpica tra colli di calcare, lascia immaginare un'origine preistorica degli insediamenti.
Si parla di Stampace come del quartiere in cui si conserva o si è conservato più a lungo la stirpe dei cagliaritani primitivi.
Le loro attività si realizzano nell'artigianato: fabbri, falegnami e manovalanze di tale guisa.
Particolarmente famosa è la virilità del popolo stampacino, da qui Stampaxinu cuccuru cottu ovvero testa calda, (meglio identificabile come BALOSSU n.d.r.). Si narrano storie eroiche di inaspettati salvataggi in mare e in terra di sovrani e principesse… non esageriamo.
Lo stampacino, e qui v'è il collegamento non solo testuale al quartiere di Villanova, si dice che amasse cercare la sua donna tra le donzelle villanovesi (d'una bellezza particolare, vagamente semitica).

VILLANOVA
E' il quartiere dei contadini inurbati, con l'orticello nei cortili interni delle case, braccianti che operavano appena fuori dall'insediamento urbano (gli odierni S.Avendrace, Is Mirrionis, compreso la sede del CA1 e casa di Gattano).
Noti in generale per la parsimonia (biddanoesu inforra Cristu, inforna cristo; per la loro avidità avrebbero usato il legno della croce di Gesu Cristo come da ardere).
Il quartiere, molto popoloso, conta una alta concentrazione di chiese: S.Giacomo, S.Domenico ecc. e anticamente al luogo di S.Giacomo sarebbe dovuta trovarsi una sinagoga, da qui i sospetti per un possibile ceppo semitico di cagliaritani.

Per ulteriori approfondimenti visita il sito di Sergio Atzeni: http://www.sergio-atzeni.it/index.html