Il tappeto della foresta: vita tra le foglie morte.

 

            Camminando nella foresta in qualunque periodo dell’anno, tranne in certi periodi d’inverno, quando il suolo è ricoperto dalla neve, si sente frusciare sotto ai piedi un soffice tappeto di foglie morte. Tutto ciò che muore nella foresta cade a terra: foglie, animali, rami o tronchi d’albero. E tutti gli scarti degli esseri viventi qui si accumulano. Ma il terreno non è una pura e semplice discarica di rifiuti, bensì un luogo che ospita intere comunità di organismi cosiddetti “degradatori”, i quali ricavano nutrimento da tutti questi residui e nel contempo li demoliscono fino a ridurli al semplice stato di elementi chimici o di ioni, che, dal suolo, verranno assorbiti dalle piante attraverso le radici e rientreranno così nel ciclo della produzione di composti organici per gli esseri viventi. In parole povere, all’interno di un ecosistema come la foresta (ma anche in qualsiasi altro ecosistema) non si getta via nulla e persino gli scarti vengono riciclati in maniera totale e con una elevata efficienza.

            I primi ad essere eliminati sono certamente i cadaveri degli animali, che vengono divorati quasi subito da altri animali con il compito di spazzini: corvidi (cornacchie, ghiandaie), carnivori (tutti predatori non disdegnano un pasto ottenuto gratuitamente, cioè senza sprecare energie nell’inseguimento e nell’uccisione di una preda), cinghiali, roditori e numerose specie di insetti, tra le quali le formiche e le mosche. Le carcasse, pertanto, “spariscono” piuttosto in fretta.

            Più complessa è la degradazione del legname, che è molto più coriaceo e protetto da agenti chimici quali i tannini dall’aggressione di altri organismi.

            Ma alla fine tutto quanto viene rimosso e ritrasformato in elementi chimici, persino gli escrementi.

            Gli abitanti del suolo, o meglio della lettiera, cioè di quel particolare strato formato da residui organici che si trasformano gradualmente in suolo, sono pertanto molti ed appartenenti alle più disparate classi. Abbiamo gli anellidi oligocheti, che sono i comuni lombrichi, o i molluschi come le chiocciole e le lumache.

 

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