MADONNA DE LA SALETTE A PLATANIA

Platania, 20 novembre 2000

Alla presenza di Padre Umberto Paiola, romano, missionario salettino e direttore della rivista La Salette, tutti si sono ritrovati in parrocchia a venerare la Madonna de la Salette per riflettere sul messaggio di Riconciliazione dato da Maria ai due pastorelli francesi il 19 settembre 1846. Oltre al Parroco hanno partecipato i bambini ed i ragazzi del catechismo ed i volontari catechisti.
Veramente non si sa a quando risale, tra i platanesi, la devozione della Madonna della Salette “sempre attuale per i richiami al primato di Dio nella vita e alla coerenza della fede” - dice don Pietro Arcuri, il quale in occasione del Giubileo ha voluto riprendere una tradizione antica di riflessione e di preghiera, molto frequente nei primi del novecento, quando il parroco Francesco Mastroianni ogni 10 settembre faceva portare un quadro che sintetizzava la straordinaria apparizione.
Il quadro, che appartiene ad una nota famiglia di Platania, rappresenta il momento centrale dell’apparizione, quando Notre Dame apparve ai pastorelli Massimino (11) e Melania (14) sulle Alpi francesi vicino Greenoble. Ciò che colpisce è la serenità del loro volto, nonostante si trovino davanti ad una scena commovente. L’icona ha di molto superato il secolo di residenza a Platania, perché, si dice, già dal 1860, fu trasportata da Napoli dal sacerdote Angelo Grande, trisavolo della signora Maddalena.
Anche a Bianchi esistono delle tracce della devozione alla Madonna de la Salette, ma è soprattuto nella Cattedrale di Lamezia Terme, dove esiste una cappella, forse unica in tutta Italia, che fu incrementato il culto della Bella Signora che piange e che ha un aspetto imponente, regale benché il suo vestito -tutto di luce!- somiglia a quello delle mamme del villaggio dell’epoca (cuffia, scialle, grembiule).
“Da quanto soffro per voi. Vi ho dato sei giorni per lavorare, ma mi sono riservato il settimo giorno e non me lo volete concedere. E’ questo che appesantisce tanto il braccio di mio Figlio” - dice la Madonna della Riconciliazione.
La Salette è un minuscolo villaggio sperduto tra le Alpi centrali, in Francia, a circa una settantina di chilometri dall’Italia. La Bella Signora, vestita con gli abiti del tempo, apparve seduta col volto nascosto dalle mani, nell’attitudine di chi piange sommessamente, quindi dopo aver rivolto ai due fanciulli un lungo discorso, scomparve in un alone di luce abbagliante. Tutta la luce che la circondava sembrava sprigionarsi dal Crocefisso che Ella recava sul petto: ornato degli strumenti della Passione: martello e tenaglie; sulle spalle, invece, pendeva una pesante catena; recava inoltre un triplice serto di rose.
Massimino e Melania nacquero a Corps; dove ancor oggi vi si possono vedere, non senza emozione, le loro rispettive casupole: due tuguri privi di sole come la loro infanzia priva d'amore. Massimino era orfano di mamma e Melania, dall'età di sette anni, lontana dai suoi a servizio come pastorella presso vari padroni del contado. Non si conoscevano; per un caso fortuito s'incontrarono sui pascoli de LA SALETTE due giorni prima dell'Apparizione: due ragazzi colmi di povertà e di privazioni, senz'arte né parte.
Durante la commovente cerimonia è stato proiettato un documentario su La Salette: messaggio di riconciliazione.

Raffaele Spada