da IL QUOTIDIANO
16 aprile 2000
SI STUDIA LA PIETRA REVENTINO

Pietra verdeUn interessante studio sulla pietra verde del Reventino è stato portato a termine da un gruppo di ricercatori della facoltà di architettura di Reggio Calabria coordinati dall'architetto Caterina Gattuso, con la collaborazione del prof. Gino Mirocle Crisci della facoltà di scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali dell'università della Calabria. Per la parte storica dell'accuratissima ricerca, che costituisce un punto di riferimento per ogni ulteriore indagine scientifica, ha collaborato lo storico Vincenzo Villella che ne ha anticipato una sintesi nei suoi due recenti volumi monografici su "Conflenti: memoria e storia dell'antica gente del Reventino".
Gli aderenti dell'Associazione Green Stone, in vista della valorizzazione di questa preziosa risorsa del territorio e per la costituzione del parco del Reventino, hanno interpellato lo storico per avere in anteprima altre notizie sulle origini e gli usi della Pietra verde.
Le murature degli edifici dei nuclei più antichi dei centri gravitanti intorno al Reventino sono caratterizzati dalla presenza di questo materiale lapideo che risalta alla vista per la sua caratteristica colorazione verdastra. La ricerca è partita, quindi, da lontano, ossia dall'analisi della caratteristica pietra presente nelle strutture dei centri storici e nelle chiese, con particolare riferimento agli edifici sacri di Conflenti e di Martirano. Quest'ultimo comune conserva resti molto antichi in quanto è stato sede della omonima diocesi fino al 1818, allorché fu aggregata a quella di Nicastro".
Inoltre sono stati effettuati dei prelievi all'interno delle colonne portanti di edifici civili e sacri. Una particolare attenzione è stata dedicata alla chiesa di S. Nicola di Conflenti, che, come hanno dimostrato gli studi del prof. Villella, è stata la più antica struttura religiosa del comprensorio del Reventino, essendo sorta sui ruderi di un cenobio basiliano del X secolo.
Contestualmente altre ricerche bibliografiche hanno permesso la definizione delle caratteristiche petrografiche e geologiche di questa singolare pietra. Inoltre altre analisi sono state dedicate alla caretterizzazione chimica, fisica, mineralogica e meccanica attraverso
una molteplicità di prove di laboratorio condotte su campioni di cava.
"E' emerso che la pietra verde del Reventino fa parte degli 'scisti verdi' - continua Villella - "Si tratta di rocce abbastanza compatte e tenaci, nell'insieme di colore variabile dal verde pistacchio al verde petrolio e, di norma, listate per alternanze di livelli costituiti in prevalenza da minerali incolori con livelli nei quali prevalgono invece minerali verdi. Qua e là si notano sottili vene di calcite. La scistosità è variabile da piana a fittamente pieghettata. I componenti principali sono: epidoti, feldspato sodico, clorite, quarzo".
E' stato rilevato anche che queste pietre sono derivate da sedimenti formati in parte da una componente di derivazione magmatica e in parte da una componente di origine diversa. Su questo punto si stanno conducendo altre indagini per conoscere la datazione delle sedimentazioni. L'associzione Green Stone, dopo questo primo intervento, sta raccogliendo tutto il materiale necessario come documentazione per valorizzare sempre più le risorse del monte Reventino e sensibilizzare le amministrazioni per la rivalutazione delle zone interne.