Vincoli per salvaguardare i boschi

Platania, 7 ottobre 2000

Il dissesto idrogeologico e la tenuta del territorio sono i temi centrali su cui si concentra l’attenzione degli ambientalisti. Nel corso della petizione popolare, indetta dall’Associazione Green Stone e tenutasi nella vicina Lamezia Terme sul corso Nicotera nei giorni scorsi, sono venuti a galla i problemi irrisolti del massiccio del Reventino, che tendono ad offuscare il suo grande valore naturalistico.
A centinaia si sono avvicinati al tavolo delle firme per aderire alla richiesta di istituzione del parco. Ma c’è anche chi è preoccupato, perché il rischio di smottamenti e frane, specie dopo gli incendi ed i tagli dei boschi, che hanno indebolito il terreno, richiederebbe una maggiore vigilanza del territorio. Lo scorso anno, si ricorda in paese, il cedimento di una fiancata del Reventino provocò lesioni nelle abitazioni con l’evacuazione di tre famiglie.
Ecco perché un larghissimo consenso hanno suscitato le dichiarazioni di Chiaravalloti, presidente della Giunta regionale, secondo cui “la Regione non permetterà la devastazione del territorio attraverso gli incendi”; e quella di Dionisio Gallo, assessore ragionale all’ambiente, il quale dubita che “le zone liberate dalla vegetazione e dagli alberi caduti a seguito degli incendi possano perdere i requisiti di tutela”.
Ecco perché la Regione, seriamente preoccupata per la tenuta del territorio, “porrà vincoli precisi a non variare la determinazione d’uso dei terreni affinché possano essere salvaguardati i boschi e l’ambiente naturale”.
Inoltre, i tagli indiscriminati dei boschi, realizzati a più riprese sul monte Reventino, hanno costretto decine e decine di animali di specie protette ad abbandonare l’habitat naturale. E l’Anas, sollecitata dalla Green Stone, ha provveduto ad installare la dovuta segnaletica lungo la SS 109 della Piccola Sila, dove sono stati abbattuti esemplari di furetti e zaccanelle, lo scoiattolo nero autoctono calabrese, detto Sciurus vulgaris.
A tutto ciò si aggiunge lo scarso controllo del territorio montano, dove in diverse zone, anche vicino a corsi d’acqua e sorgenti, che danno origine ai torrenti del Reventino, si trovano delle “vere e proprie discariche, sicuramente abusive, con rifiuti di ogni genere”.
A tal proposito recentemente Roberto Gigliotti, Consigliere comunale lametino dello SDI, denunciando lo stato di degrado dei torrenti Canne, Cantagalli e Piazza, ha riferito di essersi trovato “nelle zone montane tra rifiuti solidi urbani, carcasse di automobili e scaldabagni, possibile causa di inquinamento delle falde acquifere e di sorgenti e pericolo di essere trasportati a valle” ed ha ribadito l’apprezzamento verso “il Parco Reventino che potrà diventare un baluardo per la salvaguardia delle bellezze naturali e per la valorizzazione dell’ambiente”.

Raffaele Spada