"Il ragionamento scientifico è una sorta di dialogo fra il possibile e il reale, fra ciò che potrebbe essere e ciò che effettivamente è".
Peter Medawar
Jhon Barrow
"Ma quello di
"impossibilità " è un concetto potente e persistente.
La sua influenza nascosta sulla storia è stata profonda e diffusa;
il posto che esso occupa nella nostra conoscenza dei livelli più
profondi dell'universo è innegabile. Ma il suo ruolo positivo è
sfuggito all'attenzione dei critici.[...]
Da giovani crediamo di sapere tutto. Ma se con l'età diventiamo più
saggi, oltre che più vecchi, scopriremo gradualmente che sappiamo
meno di quanto crediamo".
Nella vita sono poche le cose che possiamo
dare per sicure. Espressioni come " non si sa mai", "mai dire mai",
ecc... rendono forse il senso di come siano incerte le nostre
conoscenze sul mondo che ci circonda.
Questo accade specialmente quando riteniamo che un qualcosa non
possa accadere, che sia impossibile, e invece veniamo smentiti
clamorosamente: della serie "la realtà supera la fantasia".
Tuttavia, in questa incertezza, spesso sono proprio le cose che
ci sembrano troppo difficili da verificarsi, che riteniamo appunto
impossibili, quelle a cui siamo disposti ad attribuire maggior
credito. Del resto, anche la saggezza popolare ha espresso
l'evidente certezza di questioni impossibili in detti del tipo:
"non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca", oppure
"se uno nasce tondo non può morire quadrato", ecc...
In matematica questo tipo di espressioni possono essere spesso
dimostrate. Molti teoremi infatti affermana proprio che una certa
cosa è impossibile. Si tratta di risultati spesso molto belli
non solo dal punto di vista conoscitivo, ma anche per il semplice
fatto che ci assicurano che i tentativi di risolvere certi
problemi sono fatica sprecata e che quindi questi ultimi
debbano essere riformulati o abbandonati. Uno di questi
risultati, ad esempio, riguarda le equazioni algebriche e fu
stabilito indipendentemente da Galois e Abel nel secolo XIX.
Per averne un'idea dobbiamo risalire a qualche ricordo
scolastico dei primi anni delle superiori dove senz'altro
abbiamo sentito parlare delle equazioni algebriche di primo e secondo grado. I più diligenti si ricorderanno pure le formule risolutive che richiedono soltanto le quattro operazioni elementari con al più l'estrazione di qualche radice quadrata. Ora, esistono formule analoghe anche per le equazioni di terzo e quarto grado. Così molti matematici cominciarono a cercare formule anche per le equazioni di grado superiore. Tuttavia, il problema si rivelava molto difficile e tutti i tentativi fallivano. Fino a quando Abel e Galois dimostrarono che tali formule non potevano esistere: il problema era impossibile.
Anche il famoso problema della "quadratura del cerchio" rientra in
questa tipologia. Per secoli i geometri hanno tentato di costruire
con riga e compasso un quadrato che avesse la stessa area di un
cerchio assegnato. Ma tutti questi tentativi erano destinati al
fallimento. Come lo sappiamo? Il fatto è che la risoluione di un
tale problema equivale a chiedere che il celeberrimo pi-greco
risolva una equazione algebrica. Ma nel XIX secolo il matematico
tedesco Lindermann ha dimostrato che pi-greco è un numero
trascendente, ovvero che non può risolvere nessuna equazione
algebrica.
Uno dei teoremi secondo me più profondi dell'ultimo secolo è
anch'esso di questo tipo. Si tratta del teorema di Godel. In termini
spiccioli esso dice che esistono dei fatti veri che però non
possono essere dimostrati. Se vogliamo, stiamo dicendo che anche la
scienza ha i suoi limiti e che non si può dedurre tutto da pochi
principi fondamentali.
Il fatto che cose impossibili abbiano un grado privilegiato di
certezza non è soltanto appannaggio della matematica. Anche molti
principi fondamentali della fisica si possono infatti formulare
proprio in termini di impossibilità . Il principio di conservazione
dell'energia è ad esempio uno di questi. Affermando che l'energia
totale di un sistema isolato si conserva, esso vanifica i sogni di
produrre il famoso moto perpetuo, ovvero di un dispositivo
capace di muoversi indefinitamente senza apporti esterni.
Anche il secondo principio della termodinamica rientra in questo
schema. Questo principio si può formulare in termini di
entropia, ossia di una quantità che misura il grado di
disordine di un sistema. Ebbene, tale secondo principio
afferma che l'entropia di un sistema isolato non può mai
diminuire. Dunque può soltanto aumentare o al più restare
costante. Questo ad esempio spiega come mai il disordine nella
mia stanza aumenta costantemente. C'è poco da fare, si tratta
di una legge cosmica!
In questa direzione è anche il principio della relatività ristretta
di Einstein. Dunque, una parte fondamentale della scienza, così
come oggi la conosciamo, si basa proprio su quanto si ritiene
appunto impossibile.
In ogni caso, il più grande teorema di impossibilità, o meglio di
non-impossibilità , si deve naturalmente al buon Dio,
come l'angelo Gabriele spiega a Maria: " nulla è impossibile a Dio"
(Luca 1,37), per la dimostrazione del quale rimandiamo naturalmente
alle scritture e alla vita dei Santi.
Letture utili
- Ian Stewart, Teoremi di impossibilità, Le Scienze
N.379, 2000
Sul teorema di Godel e per approfondire alcuni aspetti
segnalo alcuni saggi consultabili in rete all'indirizzo:
http://ulisse.sissa.it/bibMatematica1.jsp, o
anche: www.dm.unipi.it/~granieri
-Paradossi
-Achille, la tartaruga e la nascita delle serie