FRANCESCO ROCCO E LA SUA COMETA
Non capita spesso di incontrare persone che "lasciano il segno" per l'eternità. Una di queste è sicuramente il signor Francesco Rocco.Francesco è un abile artigiano che lavorava (ora è in pensione) nel suo laboratorio meccanico di Salzano, in provincia di Venezia.
Agli inizi del 2000 ebbe l'opportunità di lavorare per una importante azienda del veneziano che aveva avuto l'incarico di disegnare un elemento della sonda Philae che, trasportata da Rosetta, doveva per la prima volta atterrare e saggiare la superficie di una cometa: la 67P/Churyumov-Gerasimenko.
In questo tipo di lavori spesso i committenti si devono affidare ad artigiani poichè non ci sono grandi quantità da realizzare. Al massimo si tratta di costruire tre esemplari di uno stesso oggetto!
Il signor Francesco Rocco, che aveva già dato modo di apprezzare la sua abilità, venne scelto come "mastro costruttore" del trapano che avrebbe dovuto incidere la superficie della cometa per prelevare alcuni campioni da analizzare.
Sulla base delle specifiche a lui fornite dal committente, il signor Rocco realizzò tre esemplari del dispositivo di perforazione. Uno di questi fu montato su Philae e dichiarato "flight ready" dopo i necessari test condotti all'Università di Padova.
Terminato il lavoro, il signor Rocco dimenticò la vicenda fino a novembre di quest'anno quando, dopo 10 anni, il suo manufatto, dopo aver percoso più di 6 miliardi di chilometri (40 volte la distanza che separa la Terra dal Sole!), raggiunse la cometa.
Incredulo ma consapevole del risultato, il signor Rocco è venuto a trovarci al Museo regalandoci con la sua umiltà la storia di questa impresa.
Ancora una volta scopriamo che dietro alle Piramidi c'è sempre il lavoro di singoli Uomini, spesso rimasti sconosciuti, che con la loro abilità hanno realizzato opere di grandissimo valore che rimangono nel tempo.
Il trapano in acciaio speciale del signor Rocco continuerà a volteggiare nel Sistema Solare per tutti gli eoni a venire e lui potrà dire, guardando il cielo, che da qualche parte il segno del suo lavoro rimarrà per sempre.
Grazie Francesco.