Il valore della festa.

Le vicende che iniziano nella Ballata di Hanna Ò Brien e che terminano in Cuore di tenebra si snodano in due giorni. Iniziano il 31 di luglio e si chiudono il 2 di agosto. Date non per nulla casuali perché riconducono volutamente alla festa sacra del Lammas. Una festa sacra per i popoli celtici che inauguravano un nuovo tempo in cui si concedeva più spazio alla figura della Notte, la sacra Dea padrona assoluta di ben sei mesi del tempo “ordinario”.
Questo arrivo era così carico di aspettative che addirittura in questo periodo si celebravano matrimoni, si sperava in un miglioramento della propria vita economica perché la terra donava i suoi frutti più preziosi, con i quali poi si sarebbe dovuto vivere per metà anno, e si addobbavano le case per ricordare la solennità del momento.
Come succede per ogni festa, d’altronde. Per ogni momento particolare. Per ogni ricorrenza.
Ma ricorrenza di che cosa? Cosa bisognava ripetere? Cosa bisognava ripercorrere?
Nell’antichità, i popoli, molto più che adesso, erano immersi in una vera cultura lunare, una cultura più istintiva, meno studiata, più sentita, una cultura completamente diversa da quella cosiddetta solare in cui la ragione e l’antropocentrismo fanno da padroni (quasi) incontrastati.
Oggi, per esempio, viviamo in quest’ultimo tipo di clima culturale.
Si capisce, dunque, come in quel periodo storico (fate conto che, se dobbiamo rifarci cronologicamente al primo numero, le avventure di Niahm si svolgono dopo il 472 d.C.) ripetere ciclicamente una festa significava “semplicemente” riaprire quel tempo mitico tanto celebrato e ricordato dalle religioni e dagli uomini che rappresentava uno dei momenti necessari per entrare in contatto con l’al di là.
Ecco allora il vero valore della festa. Era la rottura con il tempo ordinario e l’apertura di un tempo mitico, per l’appunto, importante, sacro, unico nel suo ripetersi continuo.
E quale momento migliore, dunque, per raccontare della morte di una povera ragazza perseguitata da un odio cieco e violento? Perché è in questi sacri momenti in cui le porte degli altri mondi si spalancano che può succedere qualsiasi cosa!
E si, cari lettori, come ci ricorda Niahm “la notte ci avvolge inclementi.”
E Hanna Ò Brien ce lo racconta con la sua ballata.
Talvolta si pagano prezzi davvero troppo alti!

Marco Sonseri.