TADDEO ALDEROTTI
(1223-1295)

Il più noto (Dante lo citò nel XII canto del Paradiso come "colui che in picciol tempo gran dottor si feo") e pagato medico dell'epoca medievale (per recarsi ad assistere un paziente presentò un conto di tremila scudi) nacque in Firenze da una famiglia di modeste origini. Si dedicò allo studio della medicina in età piuttosto avanzata diventando nonostante ciò professore universitario a Bologna nel 1260. Ebbe in cura personaggi famosi tra cui lo stesso papa Onorio IV . Dal punto di vista strettamente medico egli contribuì a meglio delineare il metodo scolastico e dialettico su cui si basava l'insegnamento universitario. Tradusse Aristotele, commentò Ippocrate e Galeno, fu seguace della medicina tradizionale inaugurando un nuovo genere medico-letterario quello dei Consilia ovvero prescrizioni terapeutiche indirizzate a singoli personaggi, descrizioni di casi clinici, consigli appunto volti e finalizzati al mantenimento della buona salute. Il genere ebbe un enorme successo tanto da rimanere in voga per tutto il corso del XVII secolo.

Tra le sue più interessanti e note opere mediche non può né deve essere dimenticato quel trattatello dedicato all'amico Corso Donati ed intitolato Libello per conservare la sanità del corpo nel quale il medico fornisce consigli di ordine pratico tanto comportamentali che dietetici spaziando quindi dal cibo più adatto da ingerire nelle diverse ore del giorno all'igiene personale: "Ecco che ti scrivo a te amico charissimo acciò che tu disideri di chonservare la tua vita in sanità, e di evitare e d'ischifare molti pericoli e malizie del chorpo tuo, e però attende chon diligenza questi amunimenti tratti de libri de medicina.".