MONDINO DE' LIUZZI

Di famiglia fiorentina Mondino de'Luzzi fu il primo e più grande anatomista medievale in un'epoca nella quale questo tipo di disciplina era ancora basato per la maggior parte sulle affermazioni galeniche e aristoteliche e la dissezione di cadaveri, se non vietata del tutto dalla Chiesa - nel 1299 papa Bonifacio VIII aveva vietato, pena la scomunica, di smembrare un cadavere e di bollirne i pezzi per rimuovere la carne dall'osso - era comunque poco praticata per ovvie difficoltà che vanno ricercate principalmente nella impossibilità di reperire cadaveri adatti e conservarli in modo ottimale. Tale pratica era inoltre affidata non al medico, ma ad un suo subalterno cioè al cerusico più spesso ad un famulo, ritenendo che il contatto diretto con il sangue svilisse in qualche modo la stessa professione più vicina in questi casi al lavoro del macellaio che non a quello del medico. Sebbene Mondino non tronchi nettamente con la tradizione anatomica di Galeno, seppe comunque risvegliare l'interesse per questa scienza attraverso l'osservazione diretta del corpo umano contribuendo a sistematizzare lo stesso insegnamento anatomico universitario; il risveglio dell'interesse per l'anatomia andò comunque di pari passo con l'evoluzione della chirurgia, laddove infatti medici e chirurghi entravano in contrasto si preferì cominciare a verificare de visu la situazione. Grazie alla sua intraprendenza le università italiane furono infatti tra le prime a praticare la dissezione su cadaveri umani, tuttavia non è escluso che tra il XIII e XIV secolo anche l'Università di Montpellier si fosse dedicata allo studio anatomico basato sulla dissezione di cadaveri umani e non, come era allora consuetudine, di animali in particolar modo di maiali. Scrisse la sua Anathomia attorno al 1316 e l'intento didattico di quest'opera risulta chiaro sin dall'inizio quando ad esempio egli afferma che il modo migliore per aprire l'addome è quello di tagliarlo verticalmente.