metodi di pulizia e conservazione dei minerali
come estrarre i minerali evitando di danneggiarli
quali sostanze chimiche utilizzare per la pulizia dei minerali e i pericoli ad esse correlati
  quali sono gli accessori che un collezionista e ricercatore deve avere
la ricerca dei minerali deve coincidere con il rispetto dell'ambiente
come e dove ricercare i minerali
quali sono i tipi di collezione che si possono fare

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  metodi di pulizia e conservazione dei mineral

.Il ritrovamento di notevoli campioni presuppone molta fortuna e instancabile ricerca. Una delle doti i del cercatore è  l'impegno e la pazienza nel preparare gli esemplari rinvenuti. Chiunque si sia dedicato  alla ricerca, ricorderà che molte volte la maggior parte dei ritrovamenti non appare estremamente interessante in quanto i campioni sono spesso da pulire.

Di seguito elenchiamo alcuni metodi che permettono di dare risalto ai campioni raccolti. 

Per prima cosa dobbiamo ridurre il campione da pulire. Una volta individuata la parte su cui intendiamo operare possiamo ridurre il campione mediante l'utilizzo del Bilanciere , scalpello e mazzuolo. Possiamo utilizzare anche flessibili con lame idonee (ricordarsi gli occhiali di protezione ed i guanti).

Lavaggio Ridotto il campione procediamo al lavaggio in acqua corrente per rimuovere le parti grossolane. Se il minerale lo permette possiamo utilizzare piccole spazzole (spazzolino da denti) o pennelli a setole più o meno dure a seconda del bisogno. Procedere ad un ultimo lavaggio con acqua distillata per rimuovere il calcaree dell'acqua del rubinetto.

Asciugare il campione su una reticella in un locale ben areato.

Rimozione di fango o altre particelle. Procedere con aghi e piccoli punteruoli facendo la massima attenzione a non danneggiare eventuali cristalli inglobati nel fango

Pulizia con ultrasuoni: la vaschetta ad ultrasuoni è comunemente utilizzata  per eliminare le patine e i grassi. Si utilizza acqua distillata. E' un metodo specifico per campioni di una certa durezza. Attenzione le vibrazioni emesse dal lavaggio in ultrasuoni possono frantumare piccoli cristalli.

 utilizzo di acidi, reagenti chimici e sali è spesso l'operazione finale e consente di eliminare patine e minerali che gli altri procedimenti non erano stati in grado di intaccare. L'uso di acidi è un metodo pericoloso. Procedere con questi sistemi solo se si è perfettamente a conoscenza dei rischi correlati all'uso di acidi e sostanze chimiche.

L'acido muriatico, usato anche per usi domestici per dissolvere croste di calcare, è utilissimo per eliminare alcuni carbonati indesiderati. Si possono ottenere a volte gli stessi effetti sostituendo l'acido muriatico con succo puro di limone o aceto.Spesso i cristalli di interesse sono inglobati in calcite (CaCO3) e l'immersione del pezzo in una bacinella in cui è stato diluito dell'acido muriatico in acqua (inserire l'acido nell'acqua e mai viceversa per evitare schizzi) genera una reazione chimica con produzione e fuoriuscita di anidrite carbonica sotto forma di bollicine. La calcite si discioglie fino a consumare tutto l'acido presente. Ripetere l'operazione più volte se necessario senza fretta ne concentrazioni di acido troppo forti. Sciacquare il pezzo finito in acqua addizionata a bicarbonato di sodio per eliminare le tracce della soluzione.

Saponi e detersivi spesso sono inutili se non dannosi sui campioni in quanto possono danneggiare i campioni in maniera irreparabile. In alcuni casi se sciolti in acqua e avendo l'avvertenza di leggere la composizione chimica del prodotto per accertarsi che un componente non danneggi i nostri campione, possono aiutare nella pulizia.


Considerando che la maggior parte dei minerali sono attaccati da vari agenti chimici, la scelta dell'acido deve essere ponderata e calibrata.
Si consiglia di consultare testi più specifici sull'argomento per raccogliere informazioni su quali sostante reagiscono con le specie mineralogiche.
Quasi tutti i campioni possono essere liberati da minerali indesiderati con la giusta scelta di sostanze chimiche, ma bisogna tenere presente che l'utilizzo di acidi molto più pericolosi non solo è vivamente sconsigliabile al profano ma diventa del tutto inutile senza un minimo di attrezzatura professionale per chimici. 

 

Anatasio.  Insolubile negli acidi, le sue eventuali incrostazioni ferrose si eliminano con l'acido ossalico.
Andradite.  Eventuali incrostazioni calcaree si possono eliminare con l'acido cloridrico.
Aragonite. Facilmente scioglibile in tutti gli acidi, si pulisce in acqua distillata evitando anche i saponi.
Arsenopirite.  Rimuovere le incrostazioni calcaree col cloridrico o col citrico.
Azzurrite.  Viene attaccata e disciolta rapidamente dagli acidi, mentre l'acqua calda la attacca molto lentamente. Si usi acqua distillata con eventualmente una quantità moderatissima di sapone. Sono da evitare le soluzioni detergenti forti. Molto indicata invece la pulizia con gli ultrasuoni.
Barite.  Si può pulire con qualunque acido.
Bornite. Dall'acido citrico concentrato viene attaccata lentamente, mentre nel nitrico si scioglie.
Calcite.  Si scioglie prontamente in qualsiasi acido formando viva effervescenza. Pulire con acqua distillata e spazzolino a setole morbide.
Calcopirite.  Risente poco o tanto di tutti gli acidi, tranne il citrico.
Diamante. Non risente dell'azione di qualsiasi acido; si può quindi pulirlo facendolo bollire in qualsiasi acido concentrato, compreso il fluoridrico. Non è sensibile al calore ed in questo caso può esser danneggiato soltanto per prolungata esposizione diretta alla fiamma.
Diopside.  Viene attaccato molto lentamente dal fluoridrico e non risente degli altri acidi. Si potrà quindi utilizzare il cloridrico per togliere le incrostazioni calcaree, mentre un bagno in ossalico può  servire per render più facilmente allontanabile l'argilla, la quale potrà poi esser eliminata con un veloce trattamento nel fluoridrico.
Dolomite. Reagisce anch'essa, come la calcite, agli acidi, ma molto più blandamente di quest'ultima per cui si può pulirla con cloridrico alquanto diluito o acido citrico.
Ematite. Per la sua pulizia si può usare il cloridrico molto diluito e freddo : i grossi cristalli ne risentiranno solamente con trattamenti alquanto prolungati nel tempo. Ad operazione terminata aver cura di effettuare abbondanti risciacqui per evitare la possibile formazione di incrostazioni giallastre dovute all'infiltrarsi e deposito dell'acido nelle varie fenditure.
Epidoto. E' un silicato e risente quindi più che altro del fluoridrico.
Fluorite.  Non risente degli acidi "a freddo" per cui si possono rimuovere le incrostazioni calcaree o rugginose rispettivamente col cloridrico e l'ossalico
Galena.  Si opacizza se trattata con gli acidi.
Granati. Questa famiglia di minerali può generalmente esser pulita e trattata sia col cloridrico che con l'ossalico.
Idocrasio. Viene parzialmente decomposto dal cloridrico e dall'Acqua Regia, ma le inclusioni di Calcite possono essere eliminate dal Cloridrico diluito (Acido Muriatico) che non causa danni rilevanti.
Limonite. Risente di molti acidi e generalmente viene rimossa da altri minerali usando acido ossalico.
Magnetite.  Non risente di normali trattamenti effettuati con acidi "a freddo".
Marcasite. . Quando è in forma polverulenta viene sciolta dall'acido nitrico.
Miche Solitamente non risentono dell'effetto degli agenti pulenti tranne lunghissimi trattamenti con acidi forti, concentrati e a caldo, specialmente il fluoridrico. Con le miche è' quindi possibile utilizzare normalmente detti acidi, ma il problema è invece dato dai bagni perchè l'acqua tende ad infiltrarsi tra le sue "foglie" e separarle e questo è fondamentalmente il motivo per cui bisogna evitare immersioni troppo prolungate.
Oro. Appurare che sul campione non vi siano altri "minerali associati" dalle caratteristiche che potrebbero risentire del trattamento che segue. 2)Sciacquare con acqua calda il campione onde eliminare terriccio ecc. 3)In un recipiente di plastica o vetro (meglio se all'aperto, altrimenti in garage  o cantina) coprire abbondantemente il minerale con acqua distillata per poi aggiungervi dell'acido muriatico in quantità pari a circa la metà dell'acqua : le proporzioni di questa miscela influiscono esclusivamente sulla rapidità ed intensità dell'intervento, per cui, dopo la prima volta, ognuno può diversificare i dosaggi a proprio piacimento. 4) Se il minerale immerso sprigiona effervescenza significa che l'acido sta svolgendo il proprio lavoro eliminando cioè la calcite o i carbonati presenti. 5)Dopo tre o quattro ore porre nuovamente attenzione allo sfrigolio dell'acido : da questo periodo in avanti si tratta di attendere che l'azione del muriatico termini. 5) Quando non si distingue più alcuna effervescenza, si risciacqua il campione con acqua normale e lo si sottopone a della " miscela" nuova per esser certi che lo sfrigolio non fosse terminato a causa dell'esaurimento dell'acido. 6) Se non riprende a "friggere" e se il minerale non presenta sostanze rugginose da eliminare, si potrà risciacquare l'oggetto ed infine metterlo in abbondante acqua normale per un paio di giorni per poi lasciarlo asciugare ecc. 7) Se invece quando lo si estrae dall'acido presenta ancora incrostazioni rugginose sgradite, risciacquarlo allora con acqua normale per poi metterlo in un contenitore contenente acqua distillata (meglio se calda) nella quale é stato disciolto dell'acido ossalico (un paio di cucchiaini per litro) e lasciare agire per due giorni per poi risciacquarlo e porlo altrettanto tempo in acqua normale ed infine asciugarlo.
Pirrotina Si può pulire con acido cloridrico diluito ed ossalico.
Platino. Si scioglie soltanto nell'Acqua Regia, quindi gli altri acidi possono tranquillamente essere usati per eliminare eventuali componenti associati.
Quarzo.  Non risente degli acidi ma si scioglie drasticamente nel fluoridrico. I suoi cristalli sono inoltre sensibili ai repentini sbalzi di temperatura.
Rutilo. Non risente di alcun acido.
Scheelite.  E' fragile ma non risente dell'attacco di acidi.
Sfalerite. (vedi blenda
Spinelli. Non risentono di alcun acido.
Talco. Untuoso al tatto, é il più tenero dei minerali ma non risente di alcun acido
Topazio. E' praticamente insensibile all'azione di qualsiasi acido, compreso il fluoridrico che può quindi essere usato per eliminare argille ed altri minerali che l'accompagnano. Le incrostazioni ferrose si possono togliere con l'acido ossalico.
Tormalina. La tormalina non risente di alcun acido, a parte il fluoridrico il quale, molto lentamente, ne toglie la lucentezza.