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"La proposta missionaria, per essere efficace, deve coinvolgere
innanzitutto la nostra sensibilità e nello stesso tempo deve essere in grado di stimolare
l'interesse di tutta della Comunità. Solitamente si delega questo impegno al cosiddetto
gruppo missionario se presente in parrocchia, o al Sacerdote incaricato. E ragionando in
questo modo sbagliamo già in partenza; infatti se vogliamo che la parrocchia accolga
fruttuosamente questo invito non possiamo restringere in un settore una dimensione che è
"trasversale" a tutte le attività della parrocchia. Il primo passo è quello di
sentirci tutti chiamati, in quanto battezzati, a questa attenzione, che tra l' altro non
si riduce ad un mese di intensissime attività e ad altri episodici appuntamenti ma deve
percorrere con intensità tutto l'anno liturgico-pastorale. Con ciò non voglio
assolutamente dire che l' azione premurosa e attenta dei gruppi missionari sia inutile;
anzi perché la parrocchia diventi "missionaria" è necessario che ci sia
qualcuno che faccia memoria di questa vocazione e aiuti a realizzarla. Lo Spirito Santo
infatti chiama qualcuno a sentire fortemente e a vivere in maniera chiara ed evidente
quelle dimensioni che tutti devono vivere; a comprendere che una Comunità parrocchiale
non è finalizzata a se stessa, ma deve sentirsi inviata ai non cristiani, quelli vicini e
quelli di tutto il mondo.
Come tradurre questo forte e delicato impegno nell' azione pastorale? Più che fare tante
e svariate iniziative, magari non coordinate tra di loro, è essenziale non perdere di
vista la funzione prioritaria che deve essere di carattere pedagogico-educativa: offrire
spunti, richiami, proposte ed iniziative che creino una "mentalità
missionaria", che formino una "coscienza" e delle abitudini permanenti.
Da dove partire dunque? Queste sono alcune proposte di animazione missionaria: l' incontro
con un missionario, magari nativo del paese; la raccolta di alcuni risparmi attraverso le
iniziative proposte dal centro missionario diocesano, la costruzione di alcuni manufatti
durante i laboratori scolastici e le domeniche di animazione in oratorio da vendere dagli
stessi ragazzi sulle bancarelle presso la piazza della chiesa; regalare un sorriso e un
aiuto ai bambini lontani attraverso una semplice bomboniera il giorno della I Comunione
evitando spese superflue, l' adozione a distanza di un bambino da parte di una classe dei
cresimandi per esprimere la voglia di apertura verso l' esterno tipica di questa età e
per accorgersi che abitiamo in un' unica grande casa; una mostra fotografica sui bambini
nel mondo e non per ultimo una preghiera che è capace di varcare i confini del proprio
io.
Non dobbiamo pretendere immediatamente i frutti di questo lavoro; a volte nel proporre
queste esperienze incontreremo difficoltà, idee diverse, necessità di incrementare la
capacità di collaborazione...; ed è questa l' occasione per confrontarsi e per lavorare
insieme: per compiere un piccolo ma decisivo passo. La comunione ecclesiale nella
prospettiva missionaria ci deve invitare alla pazienza e a saper rispettare la chiesa
concreta con tutte le sue lentezze e limiti: anche se procediamo di un solo centimetro, ma
questo avanzare è comunitario, vale di più che cento metri costruiti da soli o nel
proprio gruppo.
Il prefiggerci una meta comune qual' è l'attenzione all' iniziazione cristiana deve
spronarci, come ci sollecita il nostro Vescovo, a rinnovare la nostra Comunità trovando
nuove modalità e nuove vie per rendere possibile la crescita di tutti, specialmente dei
più piccoli. Realizzeremo così la promessa divina di creare "una casa per tutti i
popoli" se ci sforzeremo di togliere quei veli o addirittura quei muri che costruiamo
attraverso i nostri interessi non sempre di condivisione, i nostri pensieri poco spaziosi
e i nostri atteggiamenti non sempre fondati sulla solidarietà."
Don Giuseppe Delprato, curato di Brembate |
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Signore,
mettici al servizio dei nostri fratelli
che vivono e muoiono nella povertà
e nella fame in tutto il mondo.
Affidali a noi oggi,
dà loro il pane quotidiano
insieme al nostro amore
pieno di comprensione, di pace, di gioia.
Signore,
fai di me uno strumento della tua pace,
affinchè io possa portare lamore dove cè lodio,
lo spirito del perdono dove cè lingiustizia,
larmonia dove cè discordia,
la verità dove cè lerrore,
la fede dove cè il dubbio,
la speranza dove cè la disperazione,
la luce dove ci sono ombre,
e la gioia dove cè la tristezza.
Signore,
fa che io cerchi
di confortare e non di essere confortata,
di capire, e non di essere capita,
di amare e non di essere amata,
perché dimenticando se stessi ci si ritrova,
perdonando si viene perdonati
e morendo ci si risveglia alla vita eterna.
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Madre Teresa di Calcutta |
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