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Indubbiamente, da un punto di vista paesaggistico, è
uno dei più belli e selvaggi tra gli itinerari dell'alta
Valle Camonica e, come quello del Pornina, percorre un antico
tracciato militare della Grande Guerra che, in questo caso,
conduce fin sulla vetta di Cima Rovaia.
Da qui la vista spazia a 360° su tutte le montagne dell'alta
Valle Camonica: dal vicinissimo Mattaciul all'Adamello,
al Baitone, l'Aviolo, il Pagano, le Cime di Grom, i Tremoncelli,
il Gruppo del Pietra Rossa, Cima e Corno del Tirlo.
Dal paese di Vezza d'Oglio seguire indicazioni per la Val
Grande.
Proseguire in salita su asfalto per circa un km fino ad
un trivio nei pressi di un tornante dove svolteremo a dx,
in direzione della frazioncina "Tu", attraversando
un ponte sul torrente Valgrande.
Si prosegue, sempre salendo, superando le
case di Tu (qui consiglio di fare scorta d'acqua, in
quanto non dovrebbero più trovarsi fontane) fino
alla fine dell'asfalto dove sulla dx parte una sterrata
con indicazione Cima Rovaia.
Attenzione: questo di dx è il versante Sud, il più
breve, il più panoramico ma anche il più ripido
che quindi vedo più indicato per chi vuole salire
a piedi.
Ignorato il sopraddetto bivio e le sue indicazioni, proseguiamo
diritto su sterrato per circa 1 km fino ad un incrocio con
santella votiva (m. 1360)
dove prenderemo la stradina sterrato-cementata che sale
sulla dx in forte pendenza per circa 1 km fino alla località
Pil (1444). Qui ritroviamo l'indicazione
verso dx per Cima Rovaia, la seguiamo pedalando su single-trak
nel bosco lungo una serie interminabile di tornanti. Stiamo
salendo dal fresco versante Est su una salita durissima
ma pedalabile, se affrontata senza affanno.
Mano a mano che ci si alza il bosco si dirada.Continuiamo
a salire fino ad un tornante sinistrorso, a circa m. 2000
di altitudine, dove si incrocia il percorso sopracitato
che sale dal versante Sud (cartello
indicatorio metallico). Ancora qualche tornante di dura
salita e si arriva alla grande radura di Plaza
Grande (m.2160) dove conviene fermarsi sia per prendere
fiato, sia per ammirare il superbo panorama sovrastato dal
Corno del Tirlo che si
presenta di fronte a noi.
Lo scenario è cambiato. Siamo in un paesaggio di
alta montagna.
Il sentiero diventa pietroso e la pedalata difficile. Cima
Rovaia è davanti a noi, ma bisogna superare ancora
circa 400 mt di dislivello.
Oltrepassiamo un quadrivio di sentieri; a dx per l'Alpe
Tremonti, a sx per il Bivacco Occhi al Plaz dell'Asen, ma
noi proseguiamo diritto l'ascesa tra i resti di trincee
fino al bivio per il
Museo della Guerra dove
consiglio di effettuare una piccola digressione per visitarlo.
Siamo a m.2400 e la cima è sopra di noi. Il terreno
pietroso non consente più una pedalata regolare.
Abbiamo a questo punto la possibilità di tornare
al bivio sopradescritto e proseguire verso la vetta lungo
il diagonale che sale da nord (ipotesi questa allora scartata
per motivi di neve - era il 7 maggio quando abbiamo effettuato
il percorso), oppure proseguire bici-a-mano sul sentierino
che zigzagando sale sopra il museo. In ogni caso, in un
quarto d'ora si raggiungono i 2530 metri di Cima Rovaia.
Una breve sosta per ammirare il panorama, scattare qualche
foto e poi giù in picchiata ripercorrendo a ritroso
il percorso dell'andata.
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Chi avesse da spendere ancora qualche energia può
allungare il percorso di ritorno passando per la Baita Tremonti
(m. 2100) deviando al bivio sopraindicato e da qui scendendo
su ripido sterrato fino alle baite di Premia per raggiungere
in piano Canè e la strada asfaltata che scende a
valle. Sempre da Premia invece, proseguendo su sterrato
in discesa, è possibile arrivare direttamente a Vione,
il paesino sotto Canè, superare Stadolina e raggiungere
il punto di partenza.
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