Gloria Bulsara Genesis 

La penosa e triste storia della Gloria Bulsara ebbe inizio un burrascoso pomeriggio del 1996, allorchè un manipolo di nobiluomini genovesi, superbi quanto la propria città e smaniosi di compiere un impresa degna di entrare negli almanacchi, si raduno' in quella che sarebbe diventata la sede ufficiale di una squadra che di glorioso avrebbe avuto, ahinoi, solo il nome. Il luogo di ritrovo era la magione Cozzolino, possedimento dell'abbiente rag. Arcangelo, padre dello storico capitano bulsaro. Davanti ad un banchetto a base di marmitta bosniaca, allestito per l'occasione dall'esperta nonna Palmira, suocera del futuro presidente, le cinque giovani speranze calcistiche cominciarono a fantasticare sulla nuova squadra e sul campionato da vincere. Prima di tutto era necessario trovare un nome adatto alla nascitura. Dopo accese discussioni culminate con un colpo di battipanni di nonna Palmira sul capo dello sventurato Caviglia, centromediano di spinta della Gloria, si decise di omaggiare colui che aveva fatto perdere il ben dell'intelletto al Giorgi, portiere tuttofare, che tra l'altro di questo ben gia' in principio poco ne aveva. Il mito (contento lui) del n.1 gialloblu era il compianto (pure troppo) Freddie Mercury, leader dei Queen, pseudonimo di Farouk Bulsara. E una parte del nome era cosi' stata trovata. Mancava ora un prefisso che racchiudesse in se' un senso di grandezza sempiterna. Dopo altre virulente discussioni culminate questa volta con un colpo di sgabello del vendicativo Caviglia sul femore segnato dagli anni di nonna Palmira, si arrivo'alla conclusione che Gloria fosse il termine piu' adatto.
La prima partita ufficiale si ebbe nel prestigioso palcoscenico del Palazzetto dello sport della Fiera di Genova, nell' ambito della rassegna di Sport Show. La formazione era la seguente: Giorgi tra i pali, Cozzolino a dirigere il pacchetto difensivo, Caviglia con l'obbligo di difendere e la licenza di offendere e Pittaluga a fornire con il suo estro assist preziosi al gioiello della squadra, la punta Quaini. Questa prima uscita non fu certo trionfale e nonostante la scarsa qualita' degli avversari, il Deportivo Tubero, termino' con una sconfitta per 5-0 e a salvare quel briciolo di onore che rimaneva ci penso' il tuttocuore Quaini che colpi' un palo nel secondo tempo.
La sonora batosta suonò come un campanello d'allarme per la dirigenza, che subitò si prodigò nell'acquistare giocatori in grado di far compiere alla Gloria quel salto di qualità che la portasse a ben figurare nel campionato ormai alle porte. E fu cosi' che arrivarono il portiere Stefano Muzio, la pantegana di Borgoratti, e il dinamico centrocampista Manuel Fuzio, uomo tutto d'un pezzo, non tanto per i saldi principi morali, piuttosto perchè aveva la sciagurata abitudine di correre con le braccia attaccate al corpo. Ciliegina sulla torta di una campagna acquisti che già faceva sognare i tre abbonati fu l'arrivo del nuovo allenatore "El dinoccolato", all'anagrafe Ferrando. El dinoccolato si presentò subito come personaggio dotato di grande fascino. Non solo allenatore, ma anche filosofo e demiurgo capace di plasmare i propri giocatori sulla sua teoria, tutta personale, del marxismo applicato al calcio. E in effetti un immediato miglioramento si verificò e le prime amichevoli di inizio stagione si rivelarono autentiche passeggiate. I Bulsari sommersero a suon di reti i malcapitati avversari storici dell' Atletico Pansoto e della Real Gens Manlia. Il presidente gongolava, Ferrando sferzava i taccuini dei giornalisti a suon di motti marxisti e tutto sembrava procedere per il meglio. Finchè non arrivo la prima giornata di campionato.
Il 15 Ottobre 1997 al Sao Luis di Voltri i gialloblù della Gloria scesero in campo alle ore 20.30 per affrontare il Cogoleto. L'equilibrio durò 27 secondi. Prima un gol, poi un altro, poi un altro ancora. Il Cogoleto non si fermava più e l'incontro si concluse 20-3. I Bulsari uscirono fra gli sputi dei pochi presenti. Un infelice dichiarazione di Mr Ferrando rilasciata in sala stampa al termine del match ("Vabbe' abbiamo perso. Ma avete mai visto il socialismo vincere da qualche parte?" n.d.r.) gli costò l'esonero immediato. La squadra, già allo sbando dopo una sola giornata, rimase senza allenatore per carenza di fondi. Il posto in panchina fu occupato simpbolicamente da Clarence, il pesce di casa Cozzolino. Nel tentativo maldestro di rimediare in corsa, il presidente fu colpito da una vera e propria febbre dell'acquisto, incurante dei debiti che cominciavano a gravare sulla sua testa. Arrivarono nell'ordine: l'efebo Ponte; il buon Morgan; il bullo Ghibaudi; Nano, i fratelli Giacchetta rossa e Giacchetta nera, di cui del primo si diceva un gran bene: si diceva che aprisse i cuori dei tifosi a suon di gol, ma dopo pochi giorni si capi' che li apriva con l'alito; il ladro Mimmo, il mendace Omar Fuzio e chi più ne ha più ne metta.
La situazione, come prevedibile, non mutò di una virgola e fatta eccezione per alcune partite veramente gloriose che si possono contare sul palmo di una mano monca, le sconfitte si sommarono a sconfitte e la Gloria Bulsara concluse il torneo all'ultimo posto, fra gli ululati dei tifosi delusi ed i pesanti attacchi degli editoriali che apparivano quotidianamente sul gionale ufficiale Big Gloria Magazine. Come se non bastasse ecco arrivare anche i creditori a chiedere giustizia al presidente ormai indebitato fino agli occhiali. E cosi' la ridente magione Cozzolino fu sottoposta a pignoramento. Quando il presidente dovette subire l'ultima umiliazione di essere costretto a rubare il cibo di Camillo e Pepinho i suoi due gatti, allora tuonò: "Basta! La Gloria ha un prezzo troppo alto da pagare!" Detto fatto, la società diventata ormai la burletta del calcio ligure dichiarò bancarotta per giunta fraudolenta e si spense come una candela. Ma i veri bulsari, quelli che avevano quella maglia color del vomito attaccata sottopelle, quelli che si radunarono in quel burrascoso pomeriggio del 1996 e che avevano una missione da compiere non vollero arrendersi. E pare ancora di sentirli, quando fra le lacrime di coccodrillo del loro capitano esclamarono:" La Gloria rinascerà!".A questo grido i tre tifosi, per niente coinvolti dal clima di commozione, risposero con una pernacchia. Ma tant'è la promessa è stata fatta e quel poco di dignità che è rimasta nel calcio, dopo scandalini e scandaletti, svanirà del tutto quando la Gloria Bulsara si iscriverà al campionato a 5 Uisp 2001-2002.



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