30 Marzo 2002
Il Presidente:"Chi è senza macchia scagli la prima pietra!"

Acquistato un altro rottame umano: Matteo Rodella rimpiazza "Giuda Iscariota" Pittaluga

Ebbene si', fedeli lettori delle vicissitudini bulsare, feticisti delle disgrazie più disgraziate. Un'altra macchia è andata a bussare alla porta e a far compagnia alla già leopardata fedina penale e morale della beneamata Gloria. Questa volta si tratta di un chiaro caso di tangenti e concussioni che vede protagonista, manco a dirlo, colui che contende a Berlusconi il primato di bersaglio principe della giustizia, ovvero il Presidentissimo Arcangelo Cozzolino, alias "inquisizione fatta carne". Il padrone della famiglia bulsara infatti si è macchiato del reato di burla aggravata nei confronti dei poveri tifosi gialloblù. Ma andiamo per ordine. All'inizio della scorsa stagione il Presidente aveva stipulato un contratto con i sostenitori della Gloria, secondo il quale egli avrebbe rimborsato il doppio delle spese per le tessere di abbonamento, qualora la sua squadra non avesse conseguito almeno una vittoria in un anno solare, credendola cosa irrealizzabie. Ma come al solito fece i conti senza l'oste (frase particolarmente amata dal Caviglia) e dopo un anno e sei mesi senza l'ombra di un successo, nemmeno stiracchiato, si ritrovò obbligato ad un gesto per lui insolito: scucire il grano. Tanto più che quel'anno si registrò un vero e proprio boom della campagna abbonamenti, perchè molti uomini di borsa, fiutando l'affare, sottoscrissero l'abbonamento nella certezza che avrebbero riguadagnato il doppio dei soldi spesi.
Un'altra tegola si era pertanto abbattuta sul lucido capo del Presidentissimo, che sottoposto all'ennesimo pignoramento fu costretto ad una mossa ai più inaspettata: sbarazzarsi di una colonna portante della Gloria Bulsara come il Pittaluga per l'ingente bisogno di liquidi (altra frase particolarmente gradita al Caviglia). Sondando il mercato aveva scoperto a malincuore che il n. 10 era l'unico giocatore della squadra ad avere un valore. Caviglia era preso in considerazione solo dal poverissimo mercato cinese, per il Giorgi erano più i soldi spesi per la marca di bollo che quelli ricavati dalla vendita; capitan Cozzolino, poi, faceva gola a ben poche società poichè veniva a costare troppo. Ma non certo per la bravura, bensi' perchè era sempre accompagnato per scopi scientifici da un onerosissimo sismologo, studioso della dissenteria, autore fra le altre cose del best seller "Cozzolino e megli' e' Vesuvio!". Infine la punta Quaini aveva una discreta quotazione, ma la sua cessione avrebbe creato novelli Masaniello e svariati moti popolari. L'unico che poteva essere venduto era quindi Pittaluga, e una volta partito il glabroso n.10, occorreva per forza di cose un rinforzo. Purtroppo le disponibilità economiche della società erano ben scarse, ma nonostante tutto "O' inquisito"- cosi' era chiamato nella sua terra avita il padre padrone bulsaro - avviò le ricerche dopo aver sguinzagliato la fallimentare coppia di talent scout Dinoccolato-Fuzio, conosciuti nell'ambiente come i Totò e Peppino del mondo manageriale. La richiesta era una sola: comprare chi si voleva, l'importante che costasse poco. Dopo aver vagliato le varie opportunità d'acquisto, Totò e Peppino trovarono finalmente la più vantaggiosa. Vennero a conoscenza di un capriccioso omuncolo di buona famiglia che smaniava dalla voglia di giocare al pallone per quanto fosse manifesta la sua incapacità. Ma i suoi capricci divennero a tal punto insostenibili al ricco padre che questi si convinse che per toglierselo dai piedi doveva riuscire a farlo giocare, a costo di pagare di tasca propria. Totò e Peppino si illuminarono di fronte a tale possibilità e la comunicarono ad Arcangelo che in 7 secondi netti fece firmare il contratto all'astro nascente Rodella, subito ribattezzato dai tifsi già scettici "stella cadente". Per la cronaca il documento firmato presentava una postilla, riguardante spese sempre nascostamente a carico del padre. Tale postilla assicurava un lavoro anche alla compagna di giochi del nuovo acquisto bulsaro, la sig. Elena Parodi che finalmente poteva coronare il sogno di una vita: lavorare da sguattera. Ed era ciò che iniziò a fare nella ridente magione Cozzolino, per chi non lo ricordasse sede della Gloria Bulsara. Le prime uscite con Rodella al posto del ridicolosamente glabro Pittaluga furono comunque positive. Nel Dicembre 2001 i Gloriosi ruppero il patto con un gruppo appena nato di tifosi estremisti, "i Peperoni della Est"-il cui motto e' "piu' a destra di Ronco"-, che avevano intimato ai giocatori di non farsi piu' vedere in giro, altrimenti sarebbero volate gratuite mazzate. Ma la volonta' di giocare era troppa e cosi' alla luce di una lanterna, in un'antica catacomba sestrese , fu organizzata un'amichevole con una compagine spezzina, la F.C. A denti Stretti. La partita ovviamente fu persa, seppur di misura, ma il Rodella non demerito'.Il discreto risultato servi' comunque a ringalluzzire gli animi di giocatori e supporters, solitamente abituati a divari abissali e con entusiasmo ci si preparo' al ritorno in terra spezzina. La notizia dell'incontro arrivo' anche all'orecchio dei "Peperoni" che si presentarono in pompa magna nel lembo estremo della Liguria, a bordo di diversi carri armati al grido :"siamo gli operatori igienici del mondo!". Ma i bersagli delle violenze dei "Peperoni" per una volta non furono i giocatori gialloblu', bensi' gli odiati cittadini di La Spezia. Ritornando al calcio giocato, la partita fu un vero trionfo e assunse, addirittura i connotati dell'impresa, tanto che nella mente dei tifosi e' ricordata come l'Italia-Germania 4-3 della Gloria Bulsara: il punteggio fu capovolto e i gialloblu', spinti dal mattatore Quaini, portarono a casa la coppa, mentre i temuti Peperoni salutarono la vittoria radendo al suolo due quartieri di La Spezia.
L'inatteso successo ha portato grande serenita' in casa bulsara che ora potrebbe anche rinascere, forte di uno spirito piu' guerrigliero del passato. Vabbe', perdoniamo ai Bulsari la disfatta patita contro la squadra costruita da Giuda Pittaluga, che e' stato poi prontamente gambizzato dai Peperoni della Est. Tolto questo piccolo passo falso, cio' che si respira ora e' un'aria fresca e beneaugurante di vittorie. E si' che vittoria, a dispetto di ogni legge linguistica, non ha mai fatto rima con Gloria, ma non si sa mai.
La sentenza e' lasciata nelle mani dei posteri.


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