Gli articoli di Cristiano Franzoso
SANREMO 2003
Prima serata

CAMPIONI:

ANNA OXA: La canzone non sarebbe neanche malaccio, in stile soft. Il problema è la voce della Oxa che, almeno all’Ariston è stata penosa. Affidata ad un altro artista, la canzone avrebbe avuto sicuramente un effetto migliore.

LUCA BARBAROSSA: Lo scandalo della serata! Una volta le sue canzoni erano gradevolissime. Ora si è ridotto a copiare quelle degli altri. La sua “Fortuna” è una fotocopia di “Il bandito e il campione” di De Gregori. Sono entrambe canzoni folk…verrebbe da dire “che bifolk!”.

SERGIO CAMMARIERE: Un tocco di jazz al Festival non guasta. Il suo apporto raffinato è ben accetto ed è probabile un suo “sdoganamento” anche nelle radio.

LISA: Ambiente new-age stile Enya, la ragazza che ha avuto successo in Francia propone un brano stile musical d’impatto, molto scenografico. Bella voce, ma la canzone non è radiofonica e non colpirà nel segno.

FAUSTO LEALI: Un brano semplice ed orecchiabile. Anche lui ha detto che il suo scopo è che la gente lo fischietti già il giorno dopo. Sonorità già note (vedi “Fallin’” di Alicia Keys), rischia la fine di Barbarossa.

EIFFEL 65: Hanno venduto milioni di dischi in tutto il mondo, pure in Italia con brani dance. Il Festival serve loro per dare una svolta e passare ai testi in italiano. Totalmente fuori dalla gara.

IVA ZANICCHI: Stupisce con un tango orecchiabile e ben confezionato. Non canta benissimo sul palco dell’Ariston, ma scommettiamo che il disco e la tournèe saranno un successo.

ALEX BRITTI: Bravissimo. Uno dei migliori, si misura con un brano tutto chitarre e fiati. Può davvero vincere questo Festival e se lo meriterebbe. Oltretutto è pure simpatico e lo ha dimostrato al Dopofestival.

ENRICO RUGGERI e ANDREA MIRO’: Il loro brano è nello stile Ruggeri degli ultimi anni. La marcia in più è un testo forte, “impegnato”, sulla pena di morte. Accompagnato anche da un video choc di Oliviero Toscani. Bravi.

CRISTIANO DE ANDRE’: Al primo ascolto la sua canzone non ci ha detto molto. Se non che è ben scritta e che lui è un bravo cantautore. Ma nulla di più. Non merita un grande piazzamento, come accadde nel ’93.

GIOVANI:

VERDIANA: La sedicenne biondina canta l’amore e le inquietudini degli adolescenti con bella voce e una melodia nemmeno troppo semplice. Nella norma sanremese. In ogni caso simpatica e da rivedere.

DOLCENERA: Trionfatrice della prima serata, bella e brava. Siede al piano e offre una ballad rock-pop sui giovani “tutti là fuori” tra pub e locali nella notte. La canzone non è poi così eccezionale, ma lei ha grinta e stoffa da vendere.

GIANNI FIORELLINO: Già presente l’anno scorso, si ripete con una canzone melodica in puro stile napoletano. Nella voce ricorda il primissimo Nek, è bravo e può essere una valida alternativa a Gigi D’Alessio e diventare un idolo a Napoli.

FILIPPO MEROLA: Romano, scimmiotta Ramazzotti in una canzone dedicata alla fine non triste di un amore. Troviamo il pezzo non banale, ben scritto, ma c'è qualcosa che manca e non avrà fortuna.

MANUELA ZANIER: Bellissima ragazza, tutto qui. Sì, va bene, mettiamoci che anche la voce è bella. La canzone purtroppo no.

ZURAWSKI: Hanno suonato per ultimi e la cosa non ha giovato. La canzone quasi non me la ricordo nemmeno. Sospendo quindi il giudizio anche se, giuro, il festival l’ho visto tutto fino alla fine del Dopofestival.

DANIELE STEFANI: Clone di Tiziano Ferro prima di Sanremo, ora si butta sul melodico con una canzone che più sanremese non si può. Sfiora la sufficienza, piacerà alle ragazzine.

PATRIZIA LAQUIDARA: Un’ennesima nenia etnico-new age. Una palla mostruosa.
 

Seconda serata

CAMPIONI:

ANNA TATANGELO e FEDERICO STRAGA’: Un duo dolce e simpatico che poteva fare di più. La canzone non ripete duetti strepitosi del passato, da “Vattene amore” a “Non amarmi” a “Turuturu”. In ogni caso, bravi e oltre la sufficienza.

ALEXIA: Un’altra candidata vincitrice del Festival. Canzone blues gospel, con una voce ed una grinta che uscita da quello scricciolo di ragazza non può che stupire. Bravissima.

NINO D’ANGELO: In una cosa è stato bravissimo e unico: ha sceneggiato una piccola canzone-storia. Ha usato perfino le due voci. Purtroppo i toni esageratamente arabeggianti del pezzo hanno un po’ stancato. Basta!

SILVIA SALEMI: “Nel cuore delle donne” tenta inutilmente e senza successo di ripetere i fasti di “Quello che le donne non dicono” della Mannoia. Purtroppo la Salemi non mi è mai stata simpatica e quindi scusatemi per il mio giudizio di parte.

AMEDEO MINGHI: Un artista che ripete sempre di più se stesso. Canzoni fotocopia tutte amore e piccole cose. Il trionfo della melodia. In ogni caso, la canzone è orecchiabile e può sfiorare il 6.

GIUNI RUSSO: Noiosa, tra acuti e lamenti. Ma chi può trasmettere in radio una simile litania?

ANTONELLA RUGGIERO: I fasti di “Vacanze romane” sono davvero lontanissimi e le auguriamo nuove vacanze lontane da Sanremo. Non la si sopporta più.

SYRIA: La sua canzone è allegra e ottimista, complice la mano di Jovanotti. Può starci anche se ha fatto di meglio.

BOBBY SOLO e LITTLE TONY: I veri trionfatori morali del Festival: si presentano in coppia con un brano allegro e grintoso, ballano e fanno ballare. Sono ironici e simpatici, altro che vecchi! Complimenti! Bello il testo di Bigazzi.

NEGRITA: Inutili.

GIOVANI:

ALINA: Dodici anni per una voce strepitosa. Una canzone sanremesissima con un testo tutto sommato carino. E’ stata bravissima e si è mossa sul palco da star navigata. Ci è sembrata anche simpatica e divertirsi. Cos’altro si può chiederle?

JACQUELINE FERRY: Canta per ultima e fa la fine degli Zurawski. Non mi ricordo la canzone, ma non mi aveva entusiasmato ieri sera.

ALLUNATI: Prodotti da Bocelli, come la Ferry, offrono un pop orecchiabile stile ORO. Bel testo, buon ritmo. Li assolviamo e li teniamo d’occhio. Bravi e simpatici al Dopofestival.

ELSA LILA: Viene dall’Albania, dove ha già sfondato. Gli autori delle prime canzoni della Pausini le scrivono un brano orecchiabile e ritmato. Sufficiente, forse di più, ma è lei che non è molto personaggio. Forse le gioverà.

DANIELA PEDALI: Bravissima, una delle poche che riesce ad emozionare davvero. Una canzone da brividi, con una voce splendida in stile Mariah Carey. Le auguro un futuro di successo. Se lo merita. E se gli autori, anche loro, scrivevano già per la Pausini, e un po’ si sente, chi se ne frega!

MARIA PIA and SUPER ZOO: Un gruppo che ricorderemo, sia per le facce, che per i vestiti. Ma anche la canzone, particolare, si fa notare. Al primo ascolto pare una boiata, poi ci si ravvede un po’. Vedremo.

MARCO FASANO: “E già…!” dice lui…. Noi vediamo in lui uno che ce l’ha messa tutta, ma che non ha troppa stoffa per sfondare. Comunque ci ha provato.

ROBERTO GIGLIO: Rischia di essere ricordato solo per il suo cd a 1 euro… Eppure scimmiotta Battisti e non gli viene neanche male! Canzone carina.

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