GIUSTO PIO
Rappresentazione multimediale del Trittico musicale
Isaia 6, 9-10
Beatitudini
Visione

Per coro e orchestra sinfonica simulati elettronicamente e voce recitante con proiezioni di immagini di pittura contemporanea
Voce recitante: Sergio Sartor
Musica e regia del suono: Giusto Pio

Il "TRITTICO" di Giusto Pio

Il percorso umano e musicale di Giusto Pio, risale dalle emozioni del cuore umano alla scoperta del cuore di Dio.
La musica è la sua compagna di strada. Il Trittico ci offre delle fragili testimonianze di questo percorso faticoso, ma limpido (don Dionisio Rossi).

Il primo brano, ISAIA 6, 9-10 (con videoproiezione) si rifà ad un passo del profeta che suona come un duro monito al popolo chiuso nella incredulità.

"Poi udii la voce del Signore che diceva:
Va' e riferisci questo al popolo:
Ascoltate pure, ma senza comprendere
osservate pure, ma senza conoscere.
Rendi insensibile il cuore di questo popolo,
fallo duro d'orecchio e acceca i suoi occhi
e non veda con gli occhi e non oda con gli orecchi
né comprenda con il cuore
né si converta in modo da essere guarito".

La risonanza del testo e le parole "Hanno occhi e non vedono, hanno orecchie e non intendono" poste al centro della composizione danno l'avvio ad un inquieto, angoscioso, tormentato percorso esistenziale personale e, nel contempo, sono uno sguardo esteso a tutta l'umanità spesso cieca di fronte ai mali del mondo (miseria, fame, guerre) e soprattutto di fronte alla sofferenza.
Talvolta qualche messaggio illuminante provoca l'uomo ad una presa di coscienza, più spesso invece ci si adagia nella indifferenza, si celebrano nella evasione i rituali collettivi dell'accecamento (lo slogan della felicità urlato negli stadi "Alè-oò" è inserito nel discorso musicale).
La composizione è giocata tra forti contrasti di colore e improvvise dissonanze. "Per descrivere il mio disagio e tormento -annota nei suoi appunti Giusto Pio- sono andato oltre i suoni tradizionali e mi sono servito di rumori: ferri che battono, lamiere percosse".

L'atmosfera angosciosa del primo brano si stempera nella armonia rassicurante del secondo: BEATITUDINI (Mt 5, 1-12), con videoproiezione, brano che introduce alla speranza. Qui le parole sono una presenza, una persona, Gesù stesso che annuncia "Il Regno di Dio è in mezzo a voi". Il testo (in latino), è affidato alla voce recitante:

"Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli."

Alcuni accordi iniziali richiamano il clima angoscioso e il tema della sofferenza del primo brano. Dopo le prime tre Beatitudini il commento musicale alle parole di Gesù si svolge in un crescendo meditativo fino al silenzio finale in cui esplode l'annuncio di gioia ("Gaudete et exultate").

VISIONE (con videoproiezione) chiude il Trittico. La speranza che ha condotto l'uomo dal deserto del presente e dal dramma della storia fa ora balenare al compositore come in un sogno l'immagine del cielo. Ma non si tratta di una conclusione, bensì di una apertura, della rivelazione di un qualcosa di nuovo e inaspettato verso il quale il cuore inquieto dell'uomo tende e verso il quale è incamminata la storia.

 

Le videoproiezioni per 'ISAIA 6, 9-10', per 'BEATITUDINI' e per 'VISIONE' sono opera dello stesso compositore che ha curato la scelta delle immagini e Il loro montaggio in aderenza con la partitura musicale. Le fotografie usate sono di Carlo Bragagnolo , le riproduzioni da opera di Abate, Ghipari, Bianca, Gatto, Kolwitz, Fassina.
 

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