Questo concerto prende in esame alcune composizioni per solo pianoforte scritte intorno ai primi decenni del 1900 da musicisti arabi, per la maggior parte appartenenti al Nord Africa. Di queste composizioni ne sono state esaminate alcune che sono state messe a "confronto" con le musiche per solo pianoforte di alcuni jazzisti contemporanei le cui modalità e il cui approccio alla musica ha in qualche modo legami con quella araba. Sono state inoltre rielaborate alcune composizioni di George Ivanovitch Gurdjieff, compositore e figura mistica che creò intorno ai primi decenni del XX secolo, l'Istituto per la ricerca armonica dell'uomo. Ciò che caratterizza questo lavoro è la voglia di avvicinarsi alla spiritualità, all'essenza, alla forza intimista, in sostanza all'anima della musica araba. Musiche di: Mohammed Elkurd, Mohammed Abdelwahab, Yussef Chalum, Mustafà Skandrani, Abdullah lbrahim, George Ivanovitch Gurdijeff, Giuseppe Grifeo.
La mia scoperta della musica di Sun Ra risale ai primi anni '70, e questo CD vuole essere il frutto di un lavoro che va avanti da allora, e che ha oggi trovato una sua definizione, dopo lunghi periodi di ascolto e riflessioni.Si tratta dunque di rivisitazioni pianistiche di brani suonati dall'Arkestra per cui è stato necessario operare un arrangiamento pianistico al lavoro orchestrale, tenendo però come fulcro attorno al quale far ruotare questo mondo di suoni, la concezione modale che rappresenta in fondo, il mio modo di concepire la musica.Sulla base delle mie conoscenze del vasto mondo discografico di Sun Ra ( che conta diverse centinaia di incisioni ) credo che a tutt'oggi, non esistano registrazioni per solo piano ( di Sun Ra naturalmente ) dei brani da me scelti. I dieci brani dei CD sono stati incisi dall' "Arkestra" di Sun Ra, tra il 1956 ed il 1966, e riguardano il primo periodo dell'intensa attività di questo stravagante e mistico personaggio, nonché straordinario compositore, pianista ed arrangiatore Vanno comunque fatte due precisazioni, relative una al brano Lullaby for Realville, arrangiato da Sun Ra, ma composto dal bassista Richard Evans ( che ha suonato, più o meno saltuariamente, nell' "Arkestra" tra il 1956 e il 1978 ) e l'altra relativa al brano che da il titolo al CD: A quiet place in the universe, che è stato inciso nel 1976 e che sposta il nostro viaggio in avanti di altri dieci anni.
La mia tesi di laurea in filosofia nel 1984, aveva per titolo "Prospettive estetiche e possibilità pratiche della musica creativa". Si trattava in sostanza di una dissertazione su quell'esperienza musicale nata dal rifiuto che molti musicisti, specie dal free jazz in poi, ebbero intorno agli anni '70 nei confronti del termine jazz sentito come troppo limitativo. Quel periodo faceva capo all'AACM ( Association for the Advancement of Creative Musicians ), alla Free Music Production di Berlino, alla Musicians Coop di Londra, oltre naturalmente ad un numeroso elenco di musicisti. Oggi quel lavoro teorico ha trovato un sua definizione pratica in alcune mie composizioni e nella rilettura personale di alcuni brani di musicisti che orbitavano nell'ambito della musica creativa, del free jazz e non solo. In questo CD, ben lungi dal volere essere una ricostruzione storica sulla musica creativa, ho cercato di sottolineare l'importanza di alcuni famosi musicisti attraverso un'interpretazione personale di loro composizioni meno conosciute : "To a friend", uno dei rari brani per solo piano di Sun Ra; "Latin genetics" di Ornette Coleman ( qui mi sono anche rifatto ad una delle tante versioni suonate dal pianista Paul Bley ) e "After the rain" di John Coltrane. Ho voluto anche ricordare alcuni tra i musicisti e compositori che in quel periodo erano forse meno conosciuti di altri : il vibrafonista Walt Dickerson con il brano "Astro" e la pianista Irene Schweizer con il brano "Blue foncé". Inoltre, avendo fatto mio uno dei concetti cardini dei musicisti creativi, sulla base del quale il messaggio musicale non va codificato in scritture definite e cristallizzanti, ho cercato di interpretare alcune composizioni di due musicisti che provengono da aree dal jazz : Terry Riley e John McLaughlin.
Viaggio pianistico in cinque movimenti in cui alle musiche di Giuseppe Grifeo si affiancano quelle di musicisti particolarmente "solari". Musiche di: Terry Riley, Don Pullen, Don Cherry, Sun Ra, Giuseppe Grifeo.
L'idea di un piccolo ensemble musicale che unisca musicisti appartenenti ad aree geografiche differenti, e con un vissuto musicale apparentemente distante, nasce sia alla voglia di costruire un ponte virtuale tra la musica di vari paesi del mondo, che dalla volontà comune di fare della musica uno strumento per la costruzione di pace. Pace dell'anima, ma anche pace delle anime appartenenti a questo nostro mondo. Proprio sulla base di queste considerazioni, il gruppo ha scelto come nome: "Ishk Bashad", la frase che George Ivanovitch Gurdjieff e il suo gruppo di discepoli alle volte usava, come forma di saluto. Il gruppo è formato dalla musicista tunisina Amari Mouna, dal violinista Enzo Rao, dal percussionista Peppe Consolmagno e dal pianista Giuseppe Grifeo. Attraverso l'incontro tra i suoni del re della musica araba, l'oud e del re della musica occidentale, il pianoforte, legati ed avvolti dal suono del violino e da percussioni di provenienze geografiche differenti, intraprenderemo un viaggio musicale in culture e tradizioni distanti tra loro ma legate da una profonda unitarietà, in una dimensione di concerto assai particolare ed unica. Si tratta in sostanza, di un ottimo esempio d'unione e di commistione, tra musica araba, musica mediterranea e jazz.
La mistica atmosfera creata dal suono del nay, viene
avvolta dai precisi interventi delle percussioni, dalla magia armonica
del pianoforte e dalle sorprendenti ed imprevedibili possibilità sonore
della voce. Il gruppo è formato dal pianista Giuseppe Grifeo, dal
percussionista Peppe Consolmagno, e dal musicista egiziano Mohamed
Abdalla Kamal Abdalla. Le musiche sono di Giuseppe Grifeo, Peppe
Consolmagno e tratte dalla tradizione classica e tradizionale araba.
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Componenti: N. 3
Costi: richiedere scheda
I suoni e i rumori di percussioni autocostruite e provenienti da vari
paesi del mondo, dialogano con la magia armonica del pianoforte e con
le sorprendenti ed imprevedibili possibilità sonore della voce.
Il gruppo è formato dal pianista Giuseppe Grifeo e dal
percussionista Peppe Consolmagno. Le musiche sono di Giuseppe Grifeo e
Peppe Consolmagno.
Richiedere materiale informativo e schede tecniche.
Componenti: N. 2
Costi: richiedere scheda
La magia armonica del pianoforte, avvolge la mistica
atmosfera creata dal suono del nay, mentre altre volte essa viene
raccolta dai suoni caldi delle percussioni tradizionali arabe.
Il gruppo è formato dal pianista Giuseppe Grifeo e dal musicista
egiziano Mohamed Abdalla Kamal Abdalla. Le musiche sono di Giuseppe
Grifeo e tratte dalla tradizione classica e tradizionale araba.
Richiedere materiale informativo e schede tecniche.
Componenti: N. 2
Costi: richiedere scheda
I suoni del re della musica occidentale, il pianoforte
e quelli del sultano della musica orientale, l’oud, dialogano con la
magica atmosfera della voce, evocativa di luoghi mistici e lontani.
Al pianoforte Giuseppe Grifeo, all’oud ed alla voce, la cantante
tunisina Mouna Amari.
Le musiche sono di Giuseppe Grifeo, Mouna Amari, George Ivanovitch
Gurdijeff e tratte dalla tradizione classica araba.
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Componenti: N. 2
Costi: richiedere scheda
Organico "aperto" che spazia tra avanguardia, musica mediterranea e free in cui i musicisti dialogano in trio, duetti e soli attraverso pause ed incontri dove il pianoforte, la tromba e le percussioni intrecciano e sciolgono i loro suoni ... come in un soffio di vento. Musiche di Giuseppe Grifeo, Guido Mazzon, Tony Rusconi, Sun Ra.
Ogni inefficienza relativa agli aspetti tecnici richiesti dal gruppo, rischia di creare seri problemi che, naturalmente, possono compromettere il buon esito del concerto.