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Ma ci siamo arrivati davvero?


 

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L'Uomo sulla Luna

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-Lo Sbarco

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La Guerra Fredda

 

«That's one small step for (a) man, one giant leap for mankind.»  Neil Armstrong
«
Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l'umanità»                    



Lo Sbarco


Nel 1969 l’umanità raggiunge l’obiettivo dello sbarco sulla luna. Il volo storico dell’Apollo 11 con gli astronauti Aldrin, Armstrong e Collins inizia il 16 luglio. Il modulo llunare tocca la superficie del satellite il 20 luglio e poche ore dopo Neil Armstrong mette piede sul suolo lunare.

Poco dopo viene raggiunto da Aldrin e per 2 ore camminano sul suolo lunare, sperimentando una forza di gravità pari a un sesto di quella terrestre e raccogliendo 21 Kg di campioni del suolo.

I pionieri Issano quindi una bandiera statunitense mentre centinaia di milioni di persone seguono in diretta la trasmissione televisiva. Prima del ritorno l'equipaggio della Apollo 11 lasciò una targa di acciaio inossidabile, per commemorare lo sbarco e lasciare informazioni sulla visita ad ogni altro essere, umano o meno, che la trovi.
Sulla targa che raffigura i due emisferi del pianeta Terra, ed è firmata dai tre astronauti e dall'allora Presidente degli Stati Uniti d'America Richard Nixon, c'è scritto:

"Here men from the Planet Earth
first set foot upon the moon, July 1969, A.D.
We came in peace for all mankind."


"Qui, uomini dal pianeta Terra
posero piede sulla Luna per la prima volta, Luglio 1969 d.C.
Siamo venuti in pace, a nome di tutta l'umanità."



Ma a dire il vero il sentimento di rivalità superò quello di comune orgoglio quando la notizia fu appresa dai sovietici che da anni lavoravano per lo stesso obiettivo.

La competizione forse iniziò nell'ottobre del 1957, quando il lancio dello Sputnik accese la fantasia di tutto il mondo, rinfocolando le paure di un "pericolo rosso" improvvisamente in grado di arrivare addirittura nello spazio. O forse bisogna spostarsi esattamente di un anno, nell'ottobre del 1958, con l'entrata in attività della Nasa, che da inizio ad un progetto destinato a mandare in orbita un equipaggio umano.

Più probabilmente la data è il 28 luglio del 1960, quando la Nasa annuncia un nuovo programma: si chiamerà Apollo 11 e manderà un uomo intorno alla Luna.

Nel 1961 la competizione è più accesa che mai, tanto da determinare dei risultati strabilianti: il sovietico Yuri Gagarin batte di appena tre settimane l'americano Alan Shepard e si colloca per sempre nei libri di storia come il primo essere umano nello spazio.

Il primato sovietico spinge il neopresidente John Fitzgerald Kennedy ad annunciare al mondo che il programma spaziale americano sarà potenziato e avrà come obiettivo prioritario "la conquista della Luna". Il Senato e la Camera dei Rappresentanti rispondono entusiasticamente, incrementando i fondi a disposizione della Nasa per la realizzazione della "più grande avventura dell'umanità".

Le cause di questa "gara spaziale" sono rintracciabili nella storica rivalità tra URSS e USA, maturata nel periodo della guerra fredda.



La Guerra Fredda

Gli accordi iniziali

Un nuovo ordine internazionale nacque sulle macerie della seconda guerra mondiale; tanto il quadro politico quanto quello economico mutarono radicalmente. L'asse della politica internazionale si spostò sul confronto tra i due grandi vincitori della guerra, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica. Già prima della fine dalla guerra i "tre grandi" (Roosevelt, Churchill e Stalin) erano venuti prefigurando l'assetto futuro del mondo, prima alla conferenza di Teheran (novembre 1943), poi con gli accordi di Jalta: venne elaborata allora l'idea della divisione dell'Europa in "sfere d'influenza".

Nel dopoguerra le "sfere d'influenza", a causa dell'accrescersi della tensione tra Usa e Urss si trasformarono in veri e propri blocchi economicamente, ideologicamente e politicamente contrapposti. Il primo duro scontro di quella che venne chiamata guerra fredda si accese intorno al problema della collocazione internazionale della Germania. A Jalta (febbraio 1945) e successivamente nei trattati di pace essa era stata divisa in quattro zone d'influenza (inglese, francese, americana e sovietica).

Ma la stessa centralità economica e strategica della Germania impedì che si trovasse una soluzione capace di conservare l'unità del paese: sia gli occidentali sia i sovietici vedevano in essa una pedina troppo importante per rischiare che cadesse nel campo avversario.

Si giunse infine a sancire la divisione della Germania in due stati di regime diverso e ostile: la Repubblica federale tedesca a occidente e la Repubblica democratica tedesca a oriente. La crisi tedesca mise in luce, proprio nel cuore dell'Europa, che tra est e ovest era ormai in atto uno scontro economico, ideologico e politico, che si dispiegherà per tutta la seconda metà del Novecento come un vero e proprio conflitto di civiltà.


 

Due blocchi contrapposti

Nel blocco occidentale gli Stati Uniti assunsero un ruolo guida sia dal punto di vista politico che da quello economico. A livello politico venne firmato il Patto Atlantico (4 aprile 1949), un'alleanza politico-militare di tipo difensivo che si avvalse di una forza militare con un comando integrato, la Nato.

A livello economico con gli accordi di Bretton Wodds, siglati nel 1944 a guerra ancora in corso, veniva fissata la convertibilità di tutte le monete, determinando il valore di ciascuna in rapporto al dollaro. Il dollaro acquistava in questo modo il ruolo di moneta base per determinare il valore delle altre divise e diveniva il principale strumento degli scambi internazionali, a conferma dell'assoluta preminenza ormai raggiunta dagli Stati Uniti in campo economico e politico.

Fu questa forza che consentì al governo americano di varare nel 1947 un vasto programma di aiuti economici, il piano Marshall, che contribuì in maniera decisiva alla rinascita delle economie degli stati dell'Europa occidentale. Il blocco orientale fu invece realizzato attraverso la sovietizzazione dei paesi occupati dall'Armata rossa.

Con l'appoggio politico e militare dei russi, i partiti comunisti dei diversi paesi concentrarono progressivamente il potere nelle loro mani, eliminando le opposizioni e dando vita a regimi satelliti di Mosca, le cosiddette democrazie popolari.
Nel 1955 l'Urss e i paesi dell'Europa orientale stipularono il Patto di Varsavia, un'alleanza militare analoga e contrapposta alla Nato, con l'eccezione della Jugoslavia di Tito, che mantenne una posizione di non allineamento con Mosca.

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