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La Luna nella
letteratura italiana |
Argomenti trattati:
-Ciaula
scopre la Luna
-L. Pirandello
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"Eccola, eccola là, eccola là, la Luna...C'era la Luna! la Luna!"
E Ciaula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo...
(L.Pirandello)
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Ciaula
scopre la Luna
La novella, scritta nel 1907, è l'opera più
famosa, insieme a La Giara, della raccolta
Novelle per un anno.
Pirandello scrisse Le Novelle per un anno in seguito ad un
contratto che stipulò con il Corriere della sera, giornale col
quale s'impegnò a scrivere una novella al giorno per un intero anno. Il
motivo era ovviamente economico. Pirandello
non portò completamente a termine il lavoro ma scrisse le splendide
novelle che già contengono nella loro esemplarità sostanziale e
sintetica tutti i temi dei romanzi e delle opere teatrali e anche di
quello che oggi viene definito l'ultimo Pirandello.
La Trama
La novella parla di un povero
caruso (= servo ) di nome Ciaula, che lavorava in una
miniera di zolfo della Sicilia. Il suo
padrone era Zi Scarda. Ciaula viene descritto come più simile ad un
animale che ad un uomo: faceva un verso “Crah! Crah!" come una
cornacchia e per questo lo chiamavano Ciaula
; i compagni lo prendevano in giro e gli
davano calci come ad un cane e come un cane dormiva in terra su un sacco
di paglia ; portava fuori dalla miniera su per la scala pesanti sacchi
di zolfo come un mulo.
Una sera Cacciagallina, il sorvegliante della miniera vuole che i
minatori restino a lavorare, ma tutti scappano : restano solo Zi Scarda
e Ciaula. Ciaula era molto stanco, ma non si ribella ed
ubbidisce : nella miniera lavorare di notte
o di giorno era uguale, perchè era sempre buio. Però di giorno, quando
Ciaula usciva fuori dalla miniera e saliva per la scala con i sacchi di
zolfo sulle spalle, rivedeva la luce e le cose di sempre e si sentiva
rassicurato. Lui non aveva paura del buio
della miniera, aveva invece paura del buio della notte.
Anche quella notte Ciaula porta su il sacco pieno di zolfo : non ne può
più per la fatica, ma soprattutto ha molta paura per il buio che troverà
all’uscita dalla miniera. Ma quando è agli ultimi scalini con grande
stupore si accorge che non c’è il buio, ma un
chiarore come d’argento. Resta sbalordito, non capisce, il sacco
gli cade dalle spalle, solleva le braccia, apre le mani nere verso la
luna.
“Grande placida, come in un fresco
luminoso oceano di silenzio, gli stava di fronte la Luna”
Ciaula sapeva cosa era la luna, ma non l’aveva mai
osservata. Pieno di ammirazione, cade a seder sul sacco pieno di
zolfo, davanti alla buca e resta a guardare la luna. Poi si mette a
piangere per la dolcezza che sentiva nell’avere scoperto la luna e la
sua calma bellezza.
E Ciaula con il suo pianto e la sua commozione ci fa capire che
non era quell’animale
che tutti credevano, perché in lui c’era la capacità di commuoversi di
fronte alla bellezza della natura. L’ammirazione per la bellezza della
natura e la capacità di commuoversi sono proprie solo degli uomini e non
degli animali e Ciaula con la sua commozione e con il suo pianto ci
dimostra che in lui c’erano sentimenti umani.
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integrale recitato...
Luigi
Pirandello
Pirandello nacque
il 28 giugno 1867 a Cavusu (chiamato dallo scrittore "Caos") da Stefano e Caterina Ricci Gramitto,
in una famiglia di agiata condizione borghese dalle tradizioni
risorgimentali; il padre era stato garibaldino. La famiglia commerciava
e produceva zolfo.
Dopo un'istruzione elementare impartitagli da maestri privati,
andò a studiare in un istituto tecnico e poi al ginnasio. Qui si
appassionò subito della letteratura. Iniziò i suoi studi universitari a Palermo nel 1886, per
recarsi in seguito a Roma, dove continuò i suoi studi di filologia
romanza. Si laureò nel 1891 con una tesi sulla parlata agrigentina "Voci
e sviluppi di suoni nel dialetto di Girgenti". Il tipo di studi, però,
gli fu probabilmente di fondamentale ausilio nella stesura delle sue
opere, dato il raro grado di purezza della lingua italiana utilizzata.
Poco dopo le nozze, un allagamento in una miniera di zolfo, ridusse sul lastrico
la sua famiglia. La sciagura andò a
peggiorare l'equilibrio mentale già precario della moglie, sempre più spesso soggetta a crisi
isteriche, di cui Pirandello stesso era il bersaglio. La
malattia della moglie portò lo scrittore ad approfondire lo
studio dei meccanismi della mente e della reazione sociale dinnanzi alla
menomazione intellettuale, portandolo ad avvicinarsi alle nuove teorie
sulla psicanalisi di Sigmund Freud.
Spinto dalle ristrettezze economiche e dallo scarso successo economico
delle sue prime opere letterarie, Pirandello insegnò
per qualche tempo
come professore di stilistica all'Istituto superiore di Magistero. Il
suo primo grande successo fu merito del romanzo
Il fu Mattia Pascal,
pubblicato nel 1904 e subito tradotto in diverse lingue. In questo
periodo collaborò con il Corriere della Sera e cominciò la raccolta
Novelle per un anno.
Grande appassionato di cinematografia, mentre assisteva a Cinecittà alle
riprese di un film tratto dal suo Il fu Mattia Pascal,
si ammalò di
polmonite. Il suo corpo ormai segnato dal tempo e dagli
avvenimenti della sua vita non sopportò oltre.
Egli scrisse nel testamento le sue ultime volontà sul suo funerale. È
stato avvolto in un lenzuolo bianco e portato sul carro dei poveri. Il
suo corpo è stato bruciato, e le sue ceneri sparse per il
"Caos" (la sua
tenuta). |
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