IL
PALOMBARO
SOTTO IL MARE
Il mare era appena increspato da una leggera brezza di nord est che
faceva camminare le ondine dalla costa verso il largo era come se il mare volesse tirare
via dalla spiaggia ogni cosa avesse trasportato nel pomeriggio quando soffiava quel buon
maestrale che aveva ora lasciato il posto alla brezza di terra già la luna aveva fatta la
sua comparsa prima rossa e grossa come una fetta di cocomero poi via via che si alzava
nella notte si ridimensionava lasciando sullacqua la sua orma lucente era una di
quelle notti di mezza stagione che fanno sognare anche lanimo più grezzo e duro.
Fred se ne stava steso nella sua cabina a bordo della nave da ricerche oceaniche Bannoh
del CNR e fra una pipata e laltra pensava allimmersione che avrebbe dovuto
fare il giorno seguente nel punto Long. 10°52est Lat.42°21nord su un fondale
di 47 metri a circa tre quarti di miglio dalla costa occidentale dellisola del
Giglio alla ricerca dei resti del carico di una nave oneraria romana del quinto secolo che
da recenti scoperte si sapeva non affondata ma scampata ad un fortunale e tornata
malconcia con solo una parte del carico al porto di Ostia. Quel carico buttato a mare per
alleggerirsi e cercare salvezza sembrava essere composto da tante piccole statue bronzee
di divinità runiche raccolte dai legionari nelle Gallie e destinate allimperatore.
Fred cercava di non pensare ad una tecnica per un eventuale recupero ma a come sarebbe
stato possibile trovarle già avevano mesi addietro monitorato la zona il metal detector
aveva dato segni che lasciavano ben sperare ma gli strati di accumulo erano molto spessi
ed inoltre cerano anche segnalazioni di corpi ferrosi ed è vero che siamo in zona
metallifera ma avrebbero potuto anche esserci residuati bellici di cui non si aveva
notizia si sarebbero immersi in quattro per turni di ricerca a due a due di trenta minuti
ciascuno e da bordo avrebbero seguito i lavori con la telecamera subacquea vicino
cera un balzo che faceva precipitare il fondale di almeno venti metri chissà se i
reperti avevano nel frattempo seguita quella strada perché la variazione di batimetrica
era alquanto repentina con un gradiente quasi verticale e la parete abitata da folte
posedonie e considerato il tipo di roccia niente vietava che ci fossero nel mezzo anfratti
e buche da esplorare una per una. Fred si alzò andò allo stipo ripose la pipa ormai
spenta versò una generosa razione di ottimo rhum jamaicano in due bicchieri che andò ad
assaporare sullimpavesata insieme allufficiale di guardia. Anche lui
rimuginava le stesse cose di Fred ne discussero un po e via a dormire entrambi
perché in quel momento era giunto il cambio per la guardia.
La notte era troppo bella per dormire il sonno attardò ad arrivare e
quando ciò avvenne fu per Fred intenso e confuso si ritrovò in mezzo a molte persone ed
una in particolare lo sollecitava a giudicare certe carte che teneva in mano ma che per
Fred erano cose estranee poi visto che lui era scorbutico lo invitò a casa sua e qui gli
preparò un pranzo enorme con tutti i pesci del Mediterraneo e vini delle migliori annate
ma lui aveva in mente solo le divinità da recuperare ed era assente per tutto il resto
poi come per incanto lospite divenne statua incrostata di madrepore paguri e tutto
quanto avvolge le cose dimenticate sul fondo del mare si svegliò dal torpore ma non dal
sonno che anzi divenne più profondo e tormentoso così cominciò a grattare questa statua
che era grande come lui e ne ripulì la testa ricoperta di una folta capigliatura
nerissima ed il volto che si manifestò in tutta la sua bellezza con zigomi alti occhi a
mandorla e due labbra così carnose che non potè fare a meno di mordere e succhiare anche
se il colore era del bronzo vecchio poi fu sua in tutta la persona fino allo sfinimento e
delirando non si accorgeva che Louis lo stava scuotendo per svegliarlo che era già
lora dalzarsi per la colazione.. A Fred pareva di avere due teste e di pesare
una tonnellata neppure con la ~ sbronza dellultimo capo danno era stato così
male si fece una lunga doccia fredda
inzuppò poco pane in una grande tazza di caffè nero e si awiò al
quadrato dove si teneva l' assemblea per decidere il daffarsi per la giornata Louis lo
teneva docchio e poté constatare che la sbornia o ciò che sembrava
fosse passato poi cominciò ad organizzare i materiali per limmersione insieme a
Fred e questi gli raccontò dello strano sogno finché fu lora dellimmersione
ed entrambi scesero sul fondale che già portava le barre rosse e bianche che ne
delimitavano larea di ricerca della mattinata ma mentre frugavano le posedonie
fugando granchi e piccoli saraghi nessuno dei due poteva fare ameno di ripensare al sogno
luno ed al racconto laltro dopo trenta minuti di affannosa quanto infruttuosa
ricerca i due iniziarono la risalita che rispettando i tempi di decompressione durò molto
più tempo del lavoro fatto unaltra coppia si immerse e la mattina passò senza
risultato alcuno perché anche loro non avevano trovato altro che un vecchio copertone
dauto ed un mezzo motore diesel da imbarcazione che poteva benissimo essere ciò che
al meta I detector aveva dato massa ferrosa.. AI pomeriggio inoltrato fu concesso loro di
scendere a terra fino allora del pasto serale che veniva servito allequipaggio
nella bellissima sala mensa della nave Fred volle andare fino a Giglio Castello per
cercare qualche pubblicazione che parlasse di navi romane e fu indirizzato alla biblioteca
comunale che anche se piccola risultava fornita di materiale storico che di solito era
retaggio degli studenti medi dellisola.
Stando al cartello affisso allingresso erano prossimi alla
chiusura ma Fred volle ugualmente provare entrò e data la buona sera alla spalliera di
una poltrona attendeva la risposta ma la poltrona si girò ed apparve la copia esatta
della faccia della statua che lo aveva tormentato tutta la notte buona sera a lei mi dica
ma la prego veloce perché stiamo chiudendo ed io è da stamani alle sette che sono chiusa
qua dentro e vorrei tanto uscire per vedere il resto del giorno lo disse tutto dun
fiato ma ciò non le vietò di vedere la faccia sbiancata del giovane che muoveva le
labbra senza che alcun suono ne uscisse, si alzò andò al frigo ne estrasse un bicchiere
dacqua e lo porse al nostro Fred e con voce dolce e melodiosa lo rassicurò sul
fatto di essere una giovane donna disarmata e lui da lei non aveva niente da temere.. Solo
dopo un lungo sorso dacqua fresca Fred riuscì a balbettare insieme a mille scuse il
motivo della visita e non ebbe a dare spiegazioni di sorta perché tutti sullisola
sapevano cosa cercasse quella nave Rita così si chiamava la giovane bibliotecaria tirò
giù da uno scaffale due libri li registrò in uscita e li dette a Fred che ripresosi
dallo shock riuscì perfino ad invitarla a scendere in paese fruendo della motoretta di
servizio con la quale era arrivato al castello. Tutti ora sulla nave sapevano della storia
e questa somiglianza al castello ingenerò tutta una storia romantica di fate castelli
maghi e divinità varie per cui la cena fu allegra e divertente per tutti.
La notte arrivò puntuale ed il nostro eroe non riusciva a coricarsi
per il timore che la statua ricomparisse tanto è che si addormentò su una poltrona del
quadrato ufficiali e neanche a pensarci rifece lo stesso sogno solo che stavolta la
fanciulla aveva il viso ed il corpo del colore rosato degli umani e gli occhi erano neri i
capelli biondissimi e quando parlava aveva un residuo accento pugliese. Il giorno appresso
fu la ripetizione del giorno prima copertoni una vecchia motocicletta di prima della
guerra ed una grossa buca trasversale alla scarpata che sarebbe stata esplorata il giorno
dopo.. Finito il lavoro Fred saltò sulla moto retta e via verso la biblioteca ma qui una
grossa sorpresa lattendeva al varco buonasera ripeté alla spalliera e da questa
girandosi udì un anche a lei e si avvide che era una vecchia signora rinsecchita che gli
rispondeva chiese di Rita e la donna gli disse che lì non cera nessuna Rita solo
lei si occupava della biblioteca e se lei non cera restava chiusa Fred ebbe poco a
dire che aveva preso i libri la sera avanti ed aveva riportato la ragazza in paese
controllasse pure il registro ed infatti la donna gli disse che si i libri glieli aveva
dati lei e lei sempre lo aveva fatto fermare non cera nessuna Rita bionda o mora che
fosse era stata lei Arula Cozza che lo aveva servito Il giorno avanti al1ora di
chiusura ed era rincasata con 1e sue gambe perché abitava due case sotto 1a biblioteca
come dire sessanta metri più a valle Il povero Fred non ci capiva niente non fece "!
commenti tornò alla nave e si chiuse nel1a sua cabina a piangere Per tutta la settimana
ogni giorno scendevano alla ricerca delle statuine la buca fu esplorata e fu anche scavato
intorno nella roccia friabile alla ricerca di una qua1siasi flebl1e traccia oramai non si
sapeva più esattamente cosa cercare furono spostate te barre di delimitazione della zona
per ben quattro volte ed ora o si andava su un fondale di settanta metri o si provava
nella zona dei quindici metri scartata in precedenza perché tanto vicina alla costa che
forse qualche sub aveva già razzolato in tempi precedenti asportando i reperti rinvenuti.
Per Fred era diventata una storia di vita o di morte anche perché non passava notte che
non si ripetesse lo stesso sogno e la mattina si svegliava o veniva svegliato dai colleghi
sempre più stanco sempre più emaciato e stravolto.
Tutti sulla nave cominciavano ad avere dubbi sulla salute di Fred ed
una mattina il medico di bordo gli vietò categoricamente di immergersi e lo invitò a
fare una bella passeggiata insieme a lui verso il paese ripercorsero così le stradine
strette verso la costa ovest dellisola e Fred riconobbe la casa presso la quale
aveva lasciato Rita : questa era disabitata ma in ottime condizioni forse era una seconda
casa di gente che abitava il continente e veniva solo in occasione di ferie o festività
anche il dottore era rimasto perplesso perché troppe erano le coincidenze fra la realtà
ed il racconto del palombaro.
Stavano giusto parlando di queste cose quando il dottore spiegò al
nostro amico che la sera avanti avevano ricevuto un cablo dalla sovrintendenza ai beni
archeologici che confermava la traduzione di un documento della nave in questione nel
quale si accennava al numero delle statuine imbarcate si specificava anche che una
maggiore alle altre per dimensione e per finezza di fattura aveva inciso sulla base in
caratteri grafici dellantico alfabeto runico usato appunto in quei secoli in
Germania e poi esportato verso la Scandinavia una parola che poteva essere
approssimativamente "gotrreth" o qualcosa di simile come dire in tedesco moderno
"divinità reta o rata" oppure Rita sbottò Fred ! I due si guardarono perplessi
poi fecero una grossa risata e dopo una buona bevuta al bar del porto rientrarono a bordo.
La notte Fred sognò ancora la bella fanciulla ed ancora godé dei suoi servigi ed ancora
rimase prostrato da tanto impeto ma questa volta le rivolse una domanda diretta chi sei in
realtà? Quello che voi tutti cercate gli rispose senza esitazione e felice della domanda
io sono una Gottin (dea) e sono venuta a te perché tu sei una persona splendida sei un
puro ed hai saputo così bene amarmi ed hai così riscattata la mia prigionia dal bronzo
dove il mio popolo malvagio ed ipocrita mi aveva relegata per linvidia della mia
bellezza sono stata tua e solo tua e tu solo mi hai vista e toccata ora troverete le altre
cento che furono fatte per esorcizzare la mia bellezza senza mai riuscirci e nessuno più
mi troverà perché io tornerò al mio nord und lieber Goot sarò libera nel mondo. Fred
si svegliò più sudato e malconcio del solito ma deciso a tenersi per se questo segreto a
costo della morte e con grandissimo sforzo fece buon viso a tutti e volle immergersi
regolarmente e dopo poco cominciarono a trovare le piccole statue alla sera tutte e cento
erano a bordo ben allineate mancava solo la più grande la vera dea. Fred mantenne il
giuramento fatto allalba a se stesso ed alla dea non rivelò mai laccaduto
dellultima notte ma dopo che la grancassa dei midia si era esaurita in un bel giorno
dagosto tornò allisola da turista incognito ed andò nei pressi della casa
sulla scogliera vide che era abitata cerano bimbi che giocavano in giardino ed udì
una voce chiamare mein liebe klein Freddy komme mit mir ! il cuore gli si fermò per un
attimo aveva riconosciuta la voce e laccento fece dietro front e tornò ai suoi
doveri felice come non mai.