OLTRE IL FARO

 

Oramai il primo passo era stato fatto così dopo che avevano navigato tanto per fare un bagno al largo o per fare provare l'ebbrezza del mare ad amici ed amiche anche per intere giornate vollero sperimentare come fosse il mare di notte così in occasione di un eclisse di luna i nostri argonauti decidono per una sortita per passare una intera notte in mare aperto. Accompagnati da una loro comune amica anch'essa desiderosa di provare l'ebbrezza del mare predisposero il natante per la partenza e si recarono presso una graziosa osteria di loro conoscenza nelle vicinanze del porto per consumarvi una cena con spaghetti allo scoglio cozze alla marinara e fritto di barca con insalata verde vino bianco frizzante e caffè completarono l'alimentazione dopodiché tornarono al porto e salparono col vento di terra che già spirava arzillo. L'eclisse sarebbe avvenuto oltre la mezzanotte quindi navigarono in tutta calma avendo tempo a disposizione poi giunti in prossimità del faro di Vada vi si ormeggiarono alla ruota in attesa dell'evento. Non c'era anima viva di barche neppure l'ombra nessuno aveva avuta questa idea e ciò la dice lunga sul fatto che erano tempi eroici erano tempi nei quali la massa era presa da cose che non si discostavano dal lavoro la casa l'auto nuova la suocera al mare e tutte quelle banalità che servivano a queste menti coatte solo a far vedere agli altri quanto potevano spendere quanto mangiavano e quanto tempo avrebbero lasciata la famiglia in villeggiatura. Il loro daffare era solo rivolto verso il mondo strettamente circostante dove non c'era spazio per cose che gli altri non avrebbero potuto ne vedere ne pensare. Tutti al mare aveva solo il significato di tutti sulla spiaggia sotto l'ombrellone a sfoggiare l'ultimo modello di costume da bagno e bla bla bla con i vicini dando una occhiata la nuova utilitaria appena acquistata che soffriva al sole abbandonata dietro le cabine dove non pagava il parcheggio e dire che la loro dimora era ad appena cento metri di distanza dal bagno.

Così fra una sigaretta e l'altra lasciavano che il tempo passasse in attesa dell'evento dell'anno poi come per magia la sfera della luna iniziò a diminuire ed un settore circolare neo vi si disegnò sopra fino a coprirla per intero: il buio avvolse il pianeta e poiché la Terra è più grande della luna occorse parecchio tempo prima di ricominciare a vedere la luce così la temperatura scese abbastanza repentinamente la brezza di prima si trasformò in un vento abbastanza impetuoso per la variazione di pressione che il calo termico aveva generato iniziò a soffiare addosso agli spettatori che per niente sorpresi ed acconciati per l'occasione accolsero tranquillamente ben sapendo che tempo una ora tutto sarebbe tornato come prima. Fu uno spettacolo sublime indimenticabile ed i gabbiani che dormivano sul faro ebbero a svegliarsi e gridare qualcuno iniziò a svolazzare intorno alla barca e due si posarono sul pulpito di prora laddove non potevano essere veduti dalle persone del pozzetto. Poi il vento tornò ad essere una brezza di terra la temperatura rimase più fresca e tutti si coricarono con negli occhi chiusi ancora l'immagine dello spettacolo appena visto la ragazza si coricò nella cuccetta di prora dentro un comodo sacco a pelo e gli altri nei posti laterali vicino al tambuccio avvolti nelle coperte pronti ad uscire a qualunque allarme venisse da fuori ma niente turbò quella parte della notte che ormai stava volgendo all'alba.

IL cielo già schiariva ad oriente e entrambi gli amici serrati nelle calde cerate si misero a pescare piccole boghe che abboccavano come galvanizzate dagli avvenimenti della notte in brevissimo tempo ne furono pescate tante e poi tante che un secchio non le conteneva più. La mattinata scorse veloce e dopo che anche l'amica si era svegliata ed aveva fatto un buon bagno ristoratore il caffè fumante attrasse le narici di un pescatore che intanto era sopraggiunto sottovento che si avvicinò incuriosito e così fecero colazione in quattro. Il pescatore visto il bottino di pesci fatto in breve tempo dalla coppia tornò sulla sua barca ed iniziò anche lui a pescare. Evidentemente era una giornata particolare perché anche lui fece una ottima pesca tanto che quando fu salutato per prendere la via del ritorno accostando col suo gozzo invitò il trio a pranzare con lui e la moglie che disse avrebbe fritto tutto il pescato suo e loro tanta era l'abbondanza. I tre accettarono e circa due ore dopo tutti e cinque erano seduti presso la tenda del pescatore che stava nel campeggio dietro il porto di Marina di Cecina.

Buon vino frutta e racconti di vita sul mare condussero tutti fino al tramonto. L'indomani mattina ognuno sarebbe tornato alle sue incombenze di lavoro nella propria città.

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