EGITTO

Verso i luoghi della battaglia di EL ALAMEIN

 

Sbarcarono dai rispettivi voli ad ondate successive e sbrigate le modalità di frontiera vennero condotti al luogo di raccolta. Qui fu loro assegnato l'alloggio e spiegate le modalità del viaggio erano ventidue persone di varie località dal settentrione al centro e mentre ascoltavano la filippica sulle cose che sarebbero state fatte gli sguardi di ciascuno correvano verso i volti degli altri come ad indovinarne il carattere l'interesse e le possibilità di approccio come animali di greggi diverse che cercassero di riconoscersi e di fraternizzare fra di loro. Al termine del discorso gli accoppiati parlottavano fra di loro cercando di coinvolgere i vicini ed i primi approcci vennero fatti. Al mattino seguente furono assegnati i posti sui vari mezzi fuoristrada con preghiera di mantenerli per tutto il periodo del tour. Così scatolati la carovana si mise in moto e mentre la città del Cairo scompariva dietro nella inevitabile nebbia del suo endemico smog furono emesse le prime parole  si scambiarono i nomi si parlò del tempo e via via che la strada correva le battute di spirito fecero la loro comparsa insieme al predeserto che incombe dopo le ultime case e le ultime capanne di chi vive nelle immense bidonville del circondario. D'altra parte quattordici milioni di individui sono difficili da nascondere e mentre le berline  scompaiono furgoncini malconci e carretti tirati da smilzi somari la fanno da padroni in mezzo a mostruosi camion che si lasciano dietro nubi nere di gasolio incombusto. La strada è ottima ben pavimentata larga più delle strade italiane e dritta come una freccia verso ovest. Ogni pochi chilometri un piccolo agglomerato di casette a cubo fa la sua comparsa a destra come a sinistra con le immancabili botteghe di meccanici che lavorano freneticamente al riassetto di qualunque cosa possa servire a trasportare poche o molte mercanzie in giro lamiere rabberciate saldate alla meno peggio ad assali di ruote gommate che hanno visti tempi migliori almeno trenta anni addietro.

Alessandria ci appare come un miraggio un lungomare splendido che contiene in se' architetture che vanno dal forte del millequattrocento ai casermoni di oggi con avanzi della dominazione ottomana francese e inglese. Una parte del lungomare che fu costruito al tempo che l'Italia dominava in Libia è oggi riconoscibile nello stile anni trenta (stile fascista). Il gruppo si sta assimilando e le visite ai siti archeologici e no lo fanno amalgamare maggiormente. L'anfiteatro romano ed il pranzo sul mare in un caratteristico ristorante della corniche rende tutti ciarlieri e complici di mille chiacchiere andare per negozi e bazar è uno spasso.  I prezzi sono più alti del Cairo poiché qui come seconda città dell'Egitto c'è la vera ricchezza. I mercati rionali sono affollatissimi vicino alle catacombe di romana memoria e si trova di tutto dagli abiti all'europea per uomo e donna a tutto ciò che serve per l'eleganza di ognuno il tutto nel massimo rumore possibile in mezzo a vecchi tram auto moto pedoni e biciclette e tre strade all'interno ricompaiono i tappeti stesi sulla strada con sopra tutte le mercanzie  quali anche noi oggi ci siamo abituati a vedere nelle nostre città a vendere da questa gente. Gli alessandrini sono molto gentili e non si è mai importunati da chicchessia anzi incontrando ragazzi e ragazze allievi di scuole in visita alla risorta biblioteca siamo felici di fare insieme a loro ed ai loro insegnanti foto di gruppo e tutti ci salutano festosi. La notte vorremmo uscire ma la stanchezza ci vince. Si partirà presto al mattino diretti ad ovest ma appena abbandonati i sobborghi della città siamo presi da un susseguirsi di cantieri fra noi ed il mare dove vengono costruiti i villaggi per le vacanze degli egiziani questa zona è l'equivalente della nostra riviera viareggina o romagnola e proseguirà imperterrita fino a Marsa Matruh. Ad El Alamein i sacrari militari della seconda guerra mondiale sono i soli ad interrompere tali costruzioni.

Qui dobbiamo avere un momento di riflessione perché tutto ad un tratto, dalla situazione godereccia e vacanziera, si passa a quella che fu una triste realtà nel novembre del quarantadue, quando i nostri valorosi combattenti privi d'armi e salmerie dovettero abbandonare il fronte e ritirarsi verso Tobruh lasciando sul terreno intriso di sangue morti e prigionieri. L'imponenza di questi sacrari che contengono le spoglie di queste migliaia di giovani hanno un impatto violento contro i nostri cuori. La severità delle costruzioni tutti quei nomi incisi sulla pietra e sul marmo e quelle lastre con nessun nome sopra portano alle lacrime anche il cuore più duro. I nomi delle divisioni italiane e germaniche risaltano sulle tombe e sui capitelli siano essi sul viale d'accesso che nei sacrari stessi investendo il visitatore ed il pellegrino che si reca ad ossequiare la memoria di questi ragazzi con tutta la loro carica emotiva e ti ritrovi gli occhi pieni di lacrime la voce ti si rompe e non riesci ad esprimere verbo. Non si va in branco a vedere ciò ma soli o a piccoli gruppi di due tre persone, diventa tutto un fatto personale fra loro e te stesso come avvenisse un muto colloquio con coloro che pur traditi nella realtà delle cose non cedettero alle preponderanti forze avverse e si batterono fino alla fine. Tu resti solo in mezzo a queste migliaia di anime che dettero la cosa più preziosa in nome di quell' ideale tradito cercando invano di alzarne il prezzo ed oggi tu da vivo sai che devi al loro sacrificio ciò che sei. Non riesco a scollegarmi da loro ho atteso una vita questo momento ed ora sono pervaso da un vero senso d'angoscia che non mi fa andare via ma girare e girare fra di loro che sento come presenti attorno a me. Questi ragazzi che in patria sono stati fino a pochi anni addietro volutamente dimenticati dalla maggior parte degli italiani infatuati dalle infami fazioni politiche del momento. Gli anni e gli eventi hanno cancellato tutto il tessuto bellico e nella zona non esistono altre testimonianze, non trincee non rottami di guerra solo nuove casa nuove strade con in mezzo soltanto questi monumenti alla memoria che però resteranno sempre come la cosa più evidente nel luogo come fari che indicano la storia che quivi passò e la loro presenza andrà ad aggiungersi a quelle vestigia lasciate dalle legioni romane: latini ed italiani sempre ed ovunque.

La carovana riprende il cammino si va verso la Libia per poi a pochi chilometri dalla frontiera a Matrouh volgere a sud verso la depressione di Qattara e la splendida oasi di Siwa. Qui il grande macedone venne a chiedere lumi all'oracolo Ammon e la lussuriosa Cleopatra soleva bagnarsi nelle piscine delle sorgenti Ain Sharouf poi superate le lagune che danno vita a questa gente severa gentile al tempo stesso vere persone avvezze a vivere in un ambiente piuttosto ostile ed armate di scarsi mezzi e risorse antiche si va ad est verso Bahariya deserto, deserto in mezzo un nastro dritto di asfalto che le nostre auto mangiano con voluttà è una gioia per gli occhi questo nulla pieno di tutto colori forme fossili sabbia sassi coni di vulcano neri ocra chiari più giallini brillano al sole e si tingono di porpora sensuale al tramonto. Di notte il cielo stellato ti monta sulla testa tanto è vicino e brillante le stelle t'illuminano. Il bello di questo paese è che la storia sembra essersi accanita a concedergli mille aspetti i più originali ed i più romantici che essere vivente possa mai immaginare dai re che qui si chiamavano faraoni ai morti che qui venivano mummificati e sepolti con ori ed altre cose preziose in tombe che non sono altro che case sotterranee per preservarli dalle iene e dai predatori non solo a Giza ma in tutto L'Egitto appena c'è una vecchia comunità ci s'imbatte in queste antiche usanze. Addirittura qui sembra trovarsi un tempio dedicato al grande Macedone e ne visitiamo le rovine poi verso Farafra attraverso il deserto bianco per la sua conformazione di materiale gessoso pieno di statue naturali gigantesche come tanti dolmen a perdita d'occhio. Il tramonto è ancora più suggestivo per la maggior quantità di colori che si combinano all'abbassarsi del sole sull'orizzonte ed anche dopo scomparso il cielo non fa che riflettere una tavolozza colma  dal violetto al rosso dall'arancione con tutte le tonalità calde fino al viola e poi tutta una trina che diventa nera. E' buio ormai così si accendono le stelle ed a questa luce saziamo i nostri corpi con carni arrostite e riso che i nostri amici hanno appena cucinato per noi è una fantastica cena al chiaro della luna! Un letto ci attende a Farafra. Sarà bene riposare perché domani torneremo verso nord al Cairo e saranno ancora cinquecento chilometri di splendido deserto egiziano.

 

 

Dec 2005 by Gio

                        

 

 

 

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