Trasferta in Provenza

Joe era stato promosso di carriera così aveva lasciata la sua amata città di Marsiglia per trasferirsi a Les Aigues-Mortes per assumere il nuovo incarico. Era ancora nel bacino del Rodano ma più ad occidente, vicino al mare. Il nome deriva dal fatto che la zona è prettamente paludosa (leggi il nome dal latino Acquae Motruae) ed in antico la gente viveva di pesca e moriva di malaria, nel medioevo era amministrata dai monaci dell’Abbazia di Salmodie fino al 1240 quando Luigi IX scambia con i monaci il controllo sul territorio circostante con lo sbocco al mare e ne guadagna i balzelli sul sale estratto dalle saline lungo costa che rappresenta ancora la massima risorsa industriale, oggi la regione chiamata Camargue è ricca di vigneti di cacciagione e di allevamenti equini e bovini ( tori). In principio attorno all’Abbazia furono costruite due torri per controllare il territorio circostante dopo nel 1272 fu costruita la cintura fortificata e da qui Luigi IX partì per le crociate. Infatti a quel tempo la città era direttamente sul mare mentre oggi il porto parzialmente interrato è collegato al mare attraverso il canal-Viel detto anche "le canal du Roi). Intorno al 1685 la città diventa una prigione per gli ugonotti. Il paese è un vero gioiello di altri tempi circondato ancora dalle mura medioevali con le sue porte lato mare e lato terra e le torrette di guardia ed i camminamenti fra i merli quadrati che spaziano la campagna attorno fino al mare. All’interno la cittadina rappresenta la tipica caratteristica tutta francese con una piazza quadrata con i platani per contorno dove gli abitanti si cimentano nel gioco delle bocce, le viuzze strette con palazzi in pietra dai lati e finestre con le grate poi piazzette ricche di bar e bistrot con i tavoli all’aperto un vero gioiello per gli occhi e lo spirito anche perché la circolazione delle auto è quasi interdetta per l’esiguità delle strade e le loro dimensioni che sono veramente strette in tutto l’abitato interno alle mura, dove però non mancano le comodità moderne di negozi alimentari,forni, boutiques e luoghi di divertimento come cinema e balere.

La Banca dove lavora Joe si trova in una piccola strada ricca di negozi, è forse quella che ha il maggior prestigio in quanto è qui che c’è il municipio e la stazione di polizia. Dal suo ufficio può controllare la sala, gli sportelli e l’esterno per una finestra porta che immette direttamente sulla via. Ha trovato nelle vicinanze un piccolo pied a terre che per lui, solo, è l’ideale. La piccola Citroen la tiene fuori della porta mare dove paga per un garage indipendente.

Nelle prime settimane del nuovo incarico fu completamente assorbito dal venire a capo delle mille storie che ci sono sempre all’inizio di ogni attività poi cominciò a conoscere e riconoscere i subalterni per nome e sopranome come accade nei piccoli centri. I clienti ad uno ad uno vennero per fare la sua conoscenza e valutarne la disponibilità ma Joe molto professionalmente non lasciò loro molte carte su cui giocare così che tutto filava liscio e la fatica iniziò a diminuire. Ora poteva uscire e dedicarsi a conoscere meglio l’esterno che lo circondava. Qui non piove molto ma quando accade specialmente se soffia il Mistral vento che scende da N-W lungo la valle del Rodano sono tuoni e fulmini e acqua a catinelle ed anche un ombrello riesce a malapena ad impedire che ti bagni.

Cominciò a fare conoscenza con l’oste dove di solito si recava per uno spuntino leggero verso le tredici e trenta prima di rientrare in ufficio così gli capitò d’incontrare qualche habituel del locale che anche se non andava regolarmente, gravitava in seno alla settimana o nel giorno del gran mercato o in altre occasioni. Così conobbe un rappresentante di elettrodomestici di Nimes simpaticissimo dalla parlantina facile e convincente che aveva sempre qualche barzelletta nuova da proporre, un sensale di vini che si riconosceva bene per il naso paonazzo del beone, un geometra del comune che spesso incontrava lì un costruttore edile di Port la Motte forse per proporre affari di cui era meglio non parlare in ufficio, ad altre persone come una maestrina che veniva solo quando aveva da fare delle supplenze e donne che nei giorni del mercato grande venivano a frotte per compere per la famiglia o per altre faccende meno palesi, tutti o una buona parte, preferivano il bistrot al restaurant poiché la maggior parte si accontentava di uno spuntino all’ora di pranzo.

La vita in principio era stata monotona ed il lavoro abbastanza ripetitivo e senza mordente, è vero che adesso incominciava a riconoscere i clienti dell’istituto almeno quelli che più spesso si presentavano per svolgere pratiche bancarie ma era pur vero che quando andava all’osteria o al bar anche lui veniva riconosciuto cosicché quando era fuori gli capitava spesso di attaccar discorso, e non solo, perché discorrere con la clientela fuori banca era anche istruttivo per conoscere le persone più solvibili e quelle meno e vedendo di persona le loro attività, poteva meglio farsi un’idea delle ricchezze della città, con tutto quello che ne potesse derivare.

Era stata una giornata ventosa poi cessata l’aria era scesa una cappa di calore umido appiccicoso il cielo si era fatto scuro ed il sole era sparito benché fosse appena pomeriggio. Joe aveva fatto il pensiero di prendere l’auto ed andare a cena verso il mare, si perché mentre il giorno era habituel del bistrot alla sera quando non gradiva cucinarsi in casa per poi restare ad ascoltare musica o leggersi un buon libro o altro preferiva mangiare in qualche locale verso la costa, dove spesso alcuni avventori dopo mangiato, facevano della musica con fisarmonica e chitarra o c’erano dei gitani che facevano sfoggio dei loro balli per qualche spicciolo.

Il tempo si metteva al peggio ma la dispensa vuota lo mise per forza in moto. Così finito il lavoro si diresse verso il garage per prendere l’auto. Era uscito appena fuori ed entrato in macchina quando si scatenò il finimondo. Il tergicristallo non riusciva a liberare il vetro dalla pioggia e la visibilità scese quasi a zero. Percorrendo il viale che dalla cittadina si spinge verso sud intravide un’ ombra sotto una pensilina parasole dove fermavano gli autobus che portano verso est a St-Maries-de-la-Mer e verso ovest a La Grande Motte e poi a Montpellier. La sorpassò poi tornato indietro si accostò più vicino alla pensilina e la riconobbe: era la maestrina che a periodi aveva vista a pranzo al bistrot. Si fece riconoscere e l’invitò a salire.

Cominciarono a parlare così venne fuori che abitava a Port la Motte, e non aveva ancora un posto fisso in una struttura scolastica perciò faceva supplenze dove c’era necessità, era sposata da poco e non aveva figli, i genitori vivevano ad Arles dove lei si era laureata in lettere,lei aveva notato Joe a pranzo ma non osava salutarlo anche se lui uscendo dal locale salutando l’oste aveva rivolto un muto sorriso di saluto anche a lei, non aveva risposto per timidezza ed ora era tutta rossa per aver accettato un passaggio in auto nonostante la burrasca. Joe la rassicurò con mille chiacchiere ma lei infine fatti una diecina di chilometri gli confessò di sapere chi fosse per averlo già veduto in banca un giorno che si era recata per prelevare della moneta e poi aveva sentite lodi per lui da avventori del bistrot che un giorno pranzavano ad un tavolo dietro a lei. Joe si sentì subito incoraggiato ad assumere un comportamento più confidenziale ma non volle strafare. La destinazione si avvicinava, lui doveva aver molta cura della strada perché la pioggia era sempre molto forte ma un occhio ogni tanto lo buttava dalla parte di lei ed aveva già notate belle gambe oltre l’orlo della gonna che non era lunga per niente ed un ampio decolletée dietro la camicetta di pizzo bianca. Ora doveva solo fare in modo che lei lanciasse una buona pietra per il futuro. Lui non voleva partire in quarta tanto sapeva benissimo che a pranzo l’avrebbe rivista presto e solo allora avrebbe messo in atto tutte le strategie adatte. Così le domandò semplicemente dove gradisse essere portata, indubbiamente il più vicino possibile al portone di casa per non bagnarsi troppo. Lei in principio sembrava non sapere dove, poi accennò ad una via nelle vicinanze di un Livre marchet dove avrebbe potuto acquistare delle verdure che le servivano, disse, per la sera, ma era molto indecisa e nuovamente arrossata in volto. Joe lanciò una palla forse temeva di essere veduta dai vicini? Forse il consorte poteva essere nei pressi? O forse non era l’ora che notoriamente rientrava? Centro! Allora è presto fatto rispose Joe. Dammi una direzione per perdere del tempo e dimmi quanto ne dobbiamo perdere rispetto all’orario dell’autobus. Lei ora non ebbe esitazione e gli indicò una strada che andava verso il grande porto nautico di La Motte. Era un porto diportistico di cui Joe aveva molto sentito parlare ma non aveva mai visitato. La Motte era una stazione balneare inventata da un architetto che aveva voluto sfruttare negli anni sessanta questa zona ad est di Montpellier dopo che era stata bonificata dalle micidiali zanzare che infestano tutta la regione. Lui aveva costruita questa città con enormi grattacieli a piramide che la rendevano unica per il periodo. Dopo pochi anni era diventata la moda di costruire in tutte quelle zone del sud della Francia che per strane ragioni erano rimaste neglette sulla costa mediterranea. Si era anche nell’epoca del boom delle barche a vela non più di legno o di ferrocemento ma di vetroresina leggere resistenti e principalmente economiche da poter facilmente pilotare anche da marinai della domenica ai quali però era necessario un porto custodito ed abitazioni per la famiglia adatte anche a chi di barca non volesse sentir parlare. La Motte era stato un trionfo ed in poco tempo aveva dovuto moltiplicarsi tanto che ora c’erano abitanti fissi tutto l’anno, un municipio, una stazione di polizia, un ospedale attrezzatissimo chiese per diverse confessioni e tutti quei servizi di cui una popolazione in crescita necessita. Nella zona porto locali di rimessaggio e manutenzione per qualsiasi imbarcazione, concessionari e rivenditori dei cantieri navali più noti francesi ed esteri avevano i loro uffici, alberghi di ogni categoria e vinerie e ristoranti si contavano già a decine assieme a giardini e parcheggi. Il porto stesso era grande per barche da diporto di qualsiasi tonnellaggio e pescaggio con più di mille ormeggi ed una stazione meteo dedicata. Un vero paradiso nautico.

Parcheggiarono in prossimità delle banchine d’attracco dei motor Yacht dove un piccolo locale diffondeva musica di altri tempi. Gli ombrelloni erano stati tolti ed i tavoli all’aperto ritirati per la pioggia ma all’interno regnava la pace ed il calore tipico di un ambiente chiuso quando fuori la temperatura crolla improvvisamente,il bar era deserto ed i camerieri oziavano fumando. Furono ordinati due pastis aperitivi caratteristici del sud della Francia a base di alcool ed anice ed acqua fredda in abbondanza. Bevendo piano il calore cominciò ad irrorare entrambi e finalmente la maestrina si scongelò. Prima disse il nome Sander Lafonse poi che erano solo due anni che lavorava e poi che aveva problemi col partner……..

Joe non volle approfondire le cose che gli aveva raccontate in quanto a lui lei sapeva già chi fosse dove lavorava e che qui viveva da solo altrimenti il giorno sarebbe andato in famiglia a mangiare ed al bar qualche volta avrebbe potuto essere stato accompagnato da eventuale consorte e figli. Ad un certo momento lei guardò l’orologio e disse che era meglio andare anzi visto che la pioggia stava diminuendo d’intensità lui poteva restare al bar che lei sarebbe andata da sola poiché l’abitazione non era lontana. Questi sono i vantaggi dei piccoli paesi e delle cittadine di provincia. Joe aveva la testa piena di mille pensieri : si stava aprendo un nuovo periodo? Si preparavano fatti e persone nuove nella sua tumultuosa vita? Qual’era l’aspettativa futura? Analizzando la giornata si accorse che il lavoro era scorso normalmente, il vento era cessato, l’afa aveva asfissiato la gente, tuoni e fulmini avevano illuminato il cielo e molti millimetri di pioggia avevano fatti crescere gli stagni.In mezzo a ciò una giovane creatura aveva attraversata la sua vita come uno sprazzo di fresca giovinezza armata di un bel sorriso, di un corpo appetibile, di buone maniere ma ahimè con un groppo in gola che nascondeva problemi che evidentemente lei non sapeva risolvere razionalmente. Forse troppo amore o troppa inesperienza le tappavano gli occhi e le orecchie così che non riusciva a dar voce al suo io più recondito. Diceva di essere timida ma forse era solo inesperienza delle cose della vita. Comunque dopo un paio d’ore in sua compagnia era riuscita a metter fuori la coda del rospo. Joe andò a mangiare in un bel locale sul porto c’era musica e bella gente anche se non si era in stagione di mare ma non riuscì a mangiare. Il cameriere se ne accorse e gentilmente chiese se forse desiderasse altro oppure se gradisse compagnia, vistolo solo. Scocciato di aver data una qualsiasi impressione di disagio personale pagò rapidamente e tornò all’auto e poi a casa dove una doccia ed un buon cognac gli restituirono la voglia di dormire tranquillo. Rimise insieme tutti i pezzi del puzzle con ogni frase detta e relativa risposta avuta cercando il risultato si addormentò tranquillo.

Il mattino seguente il tempo era sereno e chiaro come solo dopo una burrasca riesce ad essere e la gente sembrava più serena e felice. Joe passò la giornata a lavorare come se fosse una festa ed anche i giorni che seguirono passarono velocissimi si rammentava a malapena l’episodio del giorno di pioggia e Sander era stata dimenticata come la pioggia stessa. Fu dopo almeno tre settimane che la rivide a pranzo nel solito locale ed in principio non sapeva come comportarsi poi la logica educazione gli impose di avvicinarla e nel salutarla sentì dentro un moto di ribellione come un diavoletto che lo incitava a non infierire su un’anima semplice quale era Sander. Lei era in tailleur azzurro mare e portava un gran paio di occhiali da sole che le facevano il bel viso ancora più grande i capelli biondo scuro erano una perfetta cornice al tutto. Chiese se potesse sedere al suo tavolo e mangiarono tranquillamente poi uscendo lei gli chiese se per caso avesse potuto accompagnarla ad Arles dopo il lavoro. Joe disse di si e ne fu felicissimo. Nel locale entrambi si erano comportati come due conoscenti discreti e disinteressati l’uno per l’altra ma appena fuori lei scoppiò in lacrime e mentre si avviavano verso un bar per un caffè lei gli raccontò cose gravissime di suo marito. Era mancata da Les-Aigues-Mortes non perché fosse finita la supplenza ma perché in una sfuriata aveva avuto il viso così tumefatto dalle botte che per una settimana non era uscita di casa dei suoi genitori ad Arles appunto dove si era rifugiata dopo il litigio ed ancora non era tornata all’abitazione coniugale. Joe con savoir faire chiese permesso e si allontanò verso un retrobottega dove sapeva esserci oltre al gabinetto anche un telefono così informò la segretaria che per il pomeriggio non sarebbe rientrato e lei provvedesse verso la clientela. Rientrato nella saletta e bevuti i loro caffè uscirono e le chiese chiarimenti sulla sua situazione domestica mentre si avviavano al garage. Ebbe tutti i dettagli sul carattere dell’uomo e dei dissapori che esplodevano fra di loro. Un copione identico ogni qual volta una donna si pone in mente di uscire dalla vita famigliare e pretende, dall’esterno un conforto di qualsiasi genere, da una persona estranea o quasi all’entourage domestico. E’ un tipo di comportamento che non si differenzia mai sotto qualsiasi aspetto o latitudine tu lo guardi. Gli ingredienti sembra impossibile ma sono sempre gli stessi verso l’altra metà, menefreghismo, spese pazze, offese, trascuratezza affettiva, massimo riguardo verso tutti gli altri amici amiche conoscenti ed estranei e sesso come tortura o peggio stupro. Su questo poi c’è una componente significativa che è sempre la donna che si nega come quasi volesse infliggere una punizione all’uomo senza immaginare che così ottiene proprio l’effetto opposto ma a lei fornisce una giustificazione in più per lanciarsi in storie che mai avrebbe avuto il coraggio di intraprendere. Parlare del partner in senso dispregiativo aiuta la donna a giustificare un atto che lei sta mettendo su e più la persona presa di mira tiene duro più si rafforza nell’intento e rincara le frasi e gli atti dispregiativi che asserisce le vengono inflitti. Va addirittura a trovare episodi del passato che in verità mai hanno rappresentato ciò che lei ora vuol far credere. Nella denigrazione forzosa e nelle offese sta una forza nuova che la proietta come una palla di cannone nelle braccia di un altro. Ma in verità è tutto falso è lei stessa che non ha fermezza di carattere e si ostina a non voler frugare fra le qualità dell’uomo che sta a letto con lei per trovare ciò che veramente esiste nella coppia: l’amore. Lei è capace di autodistruggere un ottimo rapporto per la ostinazione di non voler leggere il pensiero di chi le sta accanto. Lo contraddice per partito preso lo esaspera e la prima volta che lui reagisce con la violenza grida al lupo e si consolida nella convinzione che solo lei è sana intelligente brava e seria mentre lui è il mostro da demolire è il despota da spodestare e da punire. Una donna per essere felice dovrebbe solo saper leggere nella mente ed interpretare le parole che il suo uomo le rivolge. Perché non esiste colpa se non c’è provocazione.

Joe aveva dette poche parole e solo qualche carezza era stata elargita per asciugare le lacrime che cadevano dagli occhi tumefatti dai ceffoni. Erano in riva al Mediterraneo chiusi in auto e tutto questo era stato narrato, lei stava tacendo e lui zitto ma languido iniziò la controffensiva guardandola dritta negli occhi.

Un tenero abbraccio un bacio sulla guancia tanto per conoscere la maturazione del frutto poi una stretta al petto e scendiamo a fare due passi. Usciti dal veicolo lei sentì un brivido di freddo, la stagione era ancora cruda ed ieri era piovuto a dirotto, va bene disse Joe torniamo dentro ma andiamo dietro stiamo più comodi,lei lo seguì e le mani carezzarono la coscia di lei che non oppose resistenza. La pera era matura un lungo bacio un abbraccio che oltrepassò il vestito poi le mani come tentacoli e le labbra sempre incollate, succhiate, aspirate.

Circa tre ore dopo il rito era stato compiuto ogni cosa provata e controllata erano nudi riversi sui sedili posteriori abbattuti contro il bagagliaio come essere a letto ed entrambi si erano succhiati anche l’anima. Sander era rossa in faccia spettinata e bellissima con uno sguardo complice e soddisfatto. Poi come risvegliandosi da un sogno lo guardò in faccia e disse: è tardi devo tornare dai miei ad Arles ti secca portarmici?

Joe la portò e lei non aveva parole per ringraziarlo: lui si domandò per cosa? Per essere stata riportata dai suoi o per il resto? Fece questo pensiero ma lo tenne per sé così non ebbe la risposta. Tornando verso casa ripensava alla giornata ed a come si erano maturate le cose. Da non crederci tutto era andato per il verso giusto ora però era entrato in un giro pericoloso e da qui in avanti pensò che avrebbe dovuta fare molta attenzione perché non dimentichiamo che siamo nel sud della Francia ed in paesi piccolissimi dove la gente si conosce da generazioni uno sa le cose dell’altro e le comari parlano e sparlano. Lui non è del posto ed anche se la gente è in soggezione al suo confronto quando si trova fra concittadini non è detto che debba avere lo stesso comportamento poi le donne anziane nutrono in genere invidia ed astio per i comportamenti delle giovani che a parer loro hanno troppa libertà, sono troppo belle, ben vestite e tutte immancabilmente civette verso gli uomini. Loro le comari hanno ormai dimenticati i loro comportamenti di un tempo ed adesso che nessuno le considera più masticano amaro e cercano con tutte le loro energie di recar danno disfacendo gratuitamente le famiglie di quelle giovani che si affacciano ora alla vita. Gli uomini non sono da meno e se possono recar danno a loro simili si ingegnano e questo indipendentemente dall’esser giovani o passatelli.

La vita riprese normale l’ufficio, il ristorante, il bistrot ,le gite verso il mare ora che la stagione si faceva matura con tutto quel che segue nuove amicizie, conoscenze ed altro. Conobbe di persona per lavoro la preside della scuola dove Sander aveva fatte le supplenze e visto che ormai si era in periodo di vacanze si informò alla larga sul come funzionassero i rapporti con gli insegnanti e con le famiglie dei ragazzi e quali che fossero gli obblighi o meno del vivere reciproco. Una sorta insomma di panegirico che voleva far intendere un progetto per la Banca e per il risparmio delle famiglie che avevano avuti o avrebbero avuti in futuro rapporti con la scuola.

La preside che in più di una occasione aveva dato manifestazioni di simpatia per Joe anche senza conoscerlo ( lui ne era venuto a conoscenza per le chiacchiere dei colleghi ) fu foriera di informazioni anche su Sander, sembrava che proprio lei potesse essere la più adatta a disquisire un simile argomento così seppe vita e miracoli della maestrina supplente e niente che grazie a Dio lo riguardasse da vicino o mettesse in dubbio la moralità di lei. Gli fu nota l’abitazione ch’adesso era a St-Maries-de-la-Mer che era coniugata ad un fior di briccone ma che lei amava moltissimo come i bambini dal momento che lei non poteva averne e conosceva tutti i segreti per fare in modo che genitori spendaccioni non dimenticassero di fare dei risparmi per i figli. Joe rimise insieme i cocci di vecchi discorsi e del fatto che spesso l’aveva veduta nella sua banca a parlare con una collega che si occupava proprio del risparmio protetto. Ringraziata la preside di tanta disponibilità non tralasciò di chiederle se avesse per caso avuto piacere di essere accompagnata a fine lavoro verso il mare dove sapeva abitasse. La donna rimase per un attimo senza parole poi si disse dispiaciuta per certe commissioni che doveva sbrigare ma la cosa sarebbe stata possibile l’indomani, se lui ancora fosse stato dello stesso parere.

Così il pomeriggio del giorno seguente Joe l’attese in ufficio e lei arrivò puntuale all’ora di chiusura. La conversazione fu molto fluida mentre uscivano dalla porta della cittadina per prelevare l’auto dal parcheggio dove Joe l’aveva lasciata per non rivelare l’ubicazione del garage ed appena lei accennò a problemi bancari le disse chiaro che fuori ufficio era soltanto un uomo e non amava parlare di lavoro. Non era una donna da rimanere zitta così gli parlò di mille cose compreso che Sander era tornata in pace col marito non riuscendo a star ferma sul sedile ma non chiese nulla a lui della sua vita, la qual cosa piacque molto a Joe che stava già meditando il miglior sistema per sganciarla. Venne in suo aiuto appena giunti al mare il di lei marito che felice del fatto che avesse riaccompagnata la moglie l’aveva assolto dall’andare a prenderla lui stesso.

Joe capì subito che lei stava bene in famiglia e lui non voleva crearsi nuovi problemi, perché si era accorto di come la donna si fosse dimenata mentre in macchina parlava con lui prima dell’arrivo del marito. Se non l’avesse bloccata ignorando le gonne che andavano da tutte le parti e le gambe che scattavano ad ogni curva verso di lui ora sarebbe stato nei pasticci. Dopo qualche giorno seppe che un mese dopo sarebbe dovuto tornare a Marsiglia così non resisté dalla tentazione di andare a salutare Sander. Così a mezza giornata andò a suonarle il campanello. Lei appena lo vide sbiancò di colpo ma lui la rassicurò parlandole di un progetto bancario per le famiglie degli studenti e che lei era esperta in materia poi quando si fu calmata e disposta ad ascoltare altri argomenti le chiese della sua situazione famigliare e l’informò che presto sarebbe tornato a Marsiglia così era solo venuto per salutarla e basta. Ne fu contenta perché sapendo che lui era vicino lei avrebbe fatta qualche pazzia, ma saputolo via avrebbe desistito, comunque grande era stato l’aiuto datole e volle ringraziarlo con lungo bacio pieno d’amore.

31-May-2007 BY GIO

 

 

 

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