MIRABELLA

 

In quel tempo Gonzales frequentava un agriturismo nella zona di Marbella, in Andalusia ed era un vero piacere ritrovarsi in quei luoghi ameni con le famiglie degli amici, oltre che con la propria, così figli e figlie fraternizzavano fra di loro e le donne si scambiavano mille storie mentre gli uomini pensavano ai barbecue, alle compere delle specialità della zona oppure oziavano ai bordi della grande piscina occhieggiando, furtivamente, le ragazze che si tuffavano in microcostumi da capogiro e sorbendo quei meravigliosi beveraggi che così munificamente la direzione offriva ai più assidui frequentatori del luogo.

Io, mi ricordo della prima volta che entrai in questo contesto, per essere stato eletto nel consiglio direzionale del club e delle ottime conoscenze che vi feci, Gonzales era uno di questi, tipo simpatico, mezza età, divertente nei modi e nel parlare sempre attento a tutte le sfumature degli altri soci e veloce nel soddisfarne le richieste di ciascuno, uomo, donna o ragazzino che fosse una persona veramente centrata per un ambiente del genere. Stabilimmo un filing fra noi, che durò anche dopo che il club fu chiuso e per tutta la vita ci siamo sempre visti o sentiti per quelle mille ragioni che permettono agli uomini di mantenere nel tempo viva un amicizia, sincera, scevra da formalismi e reticenze di ogni genere.

Era coniugato, ma con grossi problemi di compatibilità famigliare, chiuso il club allentò anche con la famiglia, restando in contatto con me e con il vecchio presidente, che per altro era una persona di un certo spessore, che lo poneva, più in alto di molte nostre conoscenze. Lui aveva una bella famiglia salda e compatta e pur rimanendo nell’ambito di una veduta a largo raggio delle questioni che si manifestano di continuo a coloro i quali conducono una vita, sopra i parametri della comune esistenza aveva qualche peccatuccio da scontare. Quando questi abbandonò la vita, per altro in circostanze molto repentine, lasciandoci veramente nel dolore più profondo fu Gonzales, uno dei pochi, che mantenne un contatto stretto, per quanto gli era concesso dai suoi impegni, esterni alla città ed alle comuni occupazioni, con la di lui famiglia, seguendone per grandi linee lo scorrere degli eventi, matrimoni dei figli nascita e crescita di bambini, nonché divorzi e tutto quanto accade normalmente di questi tempi.

Ho rincontrato Gonzales dopo molti anni che ci avevano diviso per lavoro e guerre ed in una meravigliosa rimpatriata ebbe ad aggiornarmi sulle vicende accadutegli nel frattempo e fra le altre cose, più e meno sostanziose, mi narrò una storia che era appunto nata ad insaputa di tutti, lui compreso, proprio a Mirabella negli anni del club. Ho raccontato all’inizio di quanto lui fosse stato foriero d’allegria e di simpatia da parte di tutti i soci? Ebbene neppure a farlo apposta, la moglie del presidente, era veramente entusiasta di lui ma da persona seria e d’alta moralità si era tenuta tutto per sé. Da quando lei era rimasta sola, molte volte era ricorsa ai consigli di Gonzales ed ogni volta si raccontavano le reciproche pene. Dal tempo del club in poi, Gonzales aveva avute due storie complicatissime, finite nell’oblio e lei aveva avuto un tentativo di accoppiamento, finito sul nascere, per colpa del suo carattere, sempre indeciso ed insicuro più rivolto al pensiero dei figli che alla sua ancor giovane età, poi temeva sempre tutto e tutti e quando pensava di fare una cosa al momento di metterla in atto si ritraeva, ma aveva (desiderio) bisogno d’affetto, sognava storie d’amore ed era sempre un’altalena di sentimenti e pensieri che non aveva fine: volere e non volere, pensare una cosa e poi ritrarsi, un carattere senz’altro difficile. Gli aveva confessato una volta, che per tutta la vita era stata così, anche da ragazza giovane e da giovane moglie aveva dato al marito ben poche soddisfazioni e per lunghi periodi erano rimasti separati in casa per futili cose, indubbiamente capiva che così facendo lui sarebbe ricorso ad altre storie, ma il solo pensiero di ciò la allontanava ancora di più, quindi anche se aveva avute delle probabilità di ritorno lei gliele negava in anticipo obbligandolo a seguire vie diverse. Capiva di sbagliare ma la sua mente si bloccava in queste vie senza fine. Gonzales passò del tempo senza sentirla, anche perché fu coinvolto come giornalista in una guerricciola fra poveri all’estero, poi quando rientrò in patria trovò che nel frattempo gli era stata recapitata in casa una scatola di liquori come si mandano in strenna a Natale, ma si era solo in primavera. Il biglietto era telegrafico: solo una firma, la sua.La chiamò e nel ringraziarla anche se tardivamente la invitò ad un incontro, così un giorno si recarono a pranzo, proprio a Mirabella come a gettare un ponte fra due epoche, di cui oramai non restava più niente e qui parlarono, si confessarono le delusioni reciproche dell’esistenza, riallacciarono l’amicizia ma non conclusero granché, solo che a lui, parve di capire che nell’esporre le proprie angosce ed insicurezze, lei avesse accennato ad una sorta di dispiacere per il tempo che le sfuggiva di mano, perché al momento dei saluti il modo con cui gli aveva trattenuta la mano tradiva un dispiacere profondo,per il distacco mentre, con l’altro braccio aveva cercato di abbracciarlo come lui aveva fatto con lei.

Rientrando a casa, aveva fatto mente locale su questo particolare ed avendo un po’ in mente certi comportamenti, che vogliono e non vogliono essere, la richiamò presto per ringraziarla delle belle ore che gli aveva dedicato e per saggiare il terreno, si adoperò per convincerla per un giro fuori porta alla prossima festività. Incredibilmente accettò e lui fissata la data andò ad attenderla al portone di casa e come avrebbe fatto con chiunque altra donna, la condusse in auto verso località amene della zona e le illustrò i vari paesaggi cominciando a parlare delle proprie aspettative sulla vita in base alle esperienze fatte, mettendo lei in condizione di aprirsi sulle proprie prospettive per il prossimo futuro, una sorta di ricerca del tempo perduto, con un minimo di impegno ed un massimo di soddisfazione reciproca, considerando quanto triste fosse la vita da soli, specialmente per una donna che anche se è vigorosa e con denaro da spendere, è più pratica di un uomo, solo nelle faccende personali, che in questioni di carattere generale, quando sia orba di quelle nozioni tecniche e specifiche ai mille bisogni quotidiani, vuoi per sostituire una lampadina o per stasare un acquaio o per discutere con il solito idiota che appena sa di avere a che fare con una donna sola ed inesperta cerca di fregarla in qualsiasi maniera. Incredibilmente la trovò in sintonia con le sue parole ed ebbe anzi a confessargli quanto fosse lieta di udire da lui queste parole perché a lei veramente mancava un uomo, amico vero e mentre stavano passeggiando a piedi lungo i viali del parco cittadino cambiata parte alla tracolla della borsa, lo prese per mano tenendolo forte come si tiene una maniglia tientibene per non cadere. Gonzales sentì rimescolarsi il sangue, indubbiamente aveva fatto centro, ma un forte sentimento di amicizia e rispetto ancora lo frenava e preso dal timore di sciupare tutto usò tutte le alchimie possibili per non cadere in errori.

Solo quando furono in vicinanza della sua casa l’invitò a salire per un caffè e dopo comodamente stesi su un ampio divano seguitarono a parlare fino a notte e poi la baciò dolcemente e lei rispose e l’impeto aumentò in un crescendo che diveniva ad ogni momento sempre più impegnativo fino a quando lei mise fine, dicendo: è tardi dormiamoci sopra ci risentiremo più avanti, all’alba il lavoro ci attende.

Passarono diversi giorni prima di potersi sentire perché il suo telefono squillava sempre a vuoto e lui non sapeva cosa e perché poi fu lei a chiamare per invitarlo a sua volta a pranzo in una piccola hostaria campesina fuori mano dove diceva si sarebbe al massimo stato tre coppie perché solo tre erano i tavoli, in tre sale diverse alla moda degli anni venti. Fu un bel pranzo e lei candidamente gli confessò che non si era mai mossa di casa, che aveva udito le telefonate e di proposito non aveva risposto, tanto era sicura che fosse lui. Voleva solo sentirne l’esistenza e l’insistenza e n’aveva contato una diecina perché alcune forse le erano perdute, quando si trovava in ufficio o fuori per la spesa, sicura che mai l’avrebbe chiamata sul posto di lavoro e ciò le aveva procurato molto piacere. Questo la faceva sentire viva nuovamente. Gonzales calmo come sempre le dice: ascoltami bene tu sei andata dritta per la tua strada ed hai ignorate tutte le ipotesi più attendibili da una telefonata ed ora ti faccio un elenco: 1 poteva essere chiunque perché solo adesso che io ho confermato di averti chiamata hai avuta la certezza che si trattava di me. 2 se non ero io un’altra persona poteva doverti comunicare qualcosa di importante non lo saprai mai. 3 io stesso potevo essere nelle circostanze di doverti comunicare qualcosa d’urgente. 4 e mi fermo qui perché trovo assurdo proseguire, se la prima volta o la decima fossi stato veramente io vuol dire che non ricevendo risposta forse mi stavo preoccupando per te, non ti pare? Tu hai considerato la cosa solo dal tuo punto di vista, ignorando tutte le ragioni altrui, non mi sembra giusto anche per gli argomenti su cui abbiamo disquisito ultimamente, in questo scusami ma stai mancando di coerenza. Un silenzio gelido cadde fra i due e Gonzales mi confessò che a quel punto non vedeva il momento di ricondurla a casa perché non essendoci di mezzo nessun rapporto sentimentale, in questo caso veniva meno anche l’amicizia ed il piacere di conversare, per scambiarsi compagnia, notizie, consigli e tutte quelle piccole cose che fanno diventare l’amicizia concreta, forte e duratura.

Mentre ci avviciniamo alla vettura, prosegue nel racconto Gonzales, lei si ferma e si asciuga una lacrima e guardando dalla parte opposta chiede scusa e vuole essere ricondotta a casa: si è accorta di aver sciupato tutto. Va bene le rispondo, ma poiché lungo la strada da percorrere c’è la mia abitazione approfitterei per sentire sulla segreteria telefonica se ci sono per me messaggi, nel frattempo puoi salire un momento. Lei non opponendosi, lasciò capire chiaro che niente era andato perduto, ma adesso occorreva molto tatto nelle parole da usare. Era veramente una situazione difficile, non c’erano né motivi di rimprovero oltre le rimostranze fatte, né ragioni particolari per mettere in crisi un rapporto dal momento che questo ancora non c’era, o quantomeno era talmente embrionale da non aver ancora messe radici e regole da seguire, comunque una volta saliti in casa lei approfittò del bagno ed io presi alcuni documenti che mi sarebbero serviti all’indomani ed udito che la segreteria aveva taciuto era tempo di andare,ma ciò equivaleva a chiudere una partita aperta mi parve, così misi in tavola una bottiglia di Porto e due bicchieri proponendo un brindisi all’ottimo pranzo e mi scappò di brindare al primo bisticcio di un rapporto inesistente. Non ho mai capito, quale sia stata la parola magica, ma improvvisamente tutto cambiò e stesasi sul divano e alleggeritasi di qualche indumento mi si attaccò al collo e fu tutto un programma di quelli che mai uno si aspetta. Venne sera venne notte e stava per venire un nuovo giorno allorquando ci decidemmo a farci una bella doccia, una ricca colazione ed entrambi ci dirigemmo verso i nostri impegni quotidiani. All’ingresso della metropolitana le dissi che per due giorni sarei stato a Madrid forse l’avrei chiamata e lei di rimando ti risponderò non dubitare!

La cosa fu ben organizzata ed entrambi si frequentavano abbastanza spesso solo che sovente c’erano le ricadute,dei grandi silenzi, delle sparizioni insensate, momenti pieni di sentimento che sfociavano in discorsi tipo: e se tornassimo a casa stasera anziché domenica prossima? Hai impegni? No ma pensavo che siamo stati fuori abbastanza così anche tu torni al tuo lavoro ma scusa tu non sei in ferie? Si ma posso anche rientrare senza problemi: si torniamo ci rivedremo la prossima settimana.

Durante tutto il periodo che è durato il rapporto, sempre più spesso, si affacciavano alla ribalta queste defezioni e mai c’era una vera ragione logica, di lavoro o d’impegni con i figli erano solo salti nel buio sempre volere e non volere. Per tutto il resto era una persona amabilissima affettuosa ed una amante perfetta che sapeva sempre utilizzare il rapporto al meglio e spesso aveva delle uscite tipo: che bell’amore abbiamo fatto oppure: prendimi tutta non lasciarmi niente; si è bello, bellissimo fallo ancora, oppure: stasera vorrei dormire (anche se erano dieci giorni che non ci vedevamo) conscio che quando più profondamente ero immerso nel sonno piano piano ti portava a raggiungere le vette più alte dell’amore. A questo punto Gonzales tacque e dopo un lungo silenzio, che non osavo interrompere, mi disse che dopo tanto tempo, quando già stavano per organizzare una lunga gita sulla Sierra, per poi scendere a San Sebastian e farsi dei bei bagni nell’Atlantico e già molti hotel erano stati prenotati, lei sparì, neppure i figli seppero dirgli dove fosse tutta la vacanza andò a monte e visto che ormai il programma era fatto per due Gonzales dette la sua disponibilità ad una amica che sarebbe andata da sola in giro e partì con lei. Non seppe niente per mesi e mesi e quando gli capitò di incontrarla per le vie di Toledo durante una sagra lei non seppe dargli una spiegazione se non che lei era fatta così ed era così stata per tutta la vita. Io capii che questa non era la fine del racconto ma non volendo fare il curioso gli dissi: Gonzales adesso devo lasciarti per impegni inderogabili ma conto di finire il discorso quando torno a Mirabella la settimana prossima davanti ad un bell’arrosto di toro; a presto e me ne andai.

Passò qualche mese, forse molto, più ma poi lo rincontrai di nuovo e così lui mi aggiornò.

Gonzales si era accompagnato con una nuova ragazza ma la sentiva telefonicamente per le feste comandate. Seppe che aveva avuto problemi di nervi e che aveva sofferto molto. Per lungo tempo era rimasta sotto farmaci. Lui ogni tanto le scriveva ed una volta lei lo rimproverò per una firma chissà come. Il tempo passa, ma un giorno lui riceve un messaggio d’aiuto così fa in modo di mettersi in contatto ed essere informato della cosa.

Il problema non veniva da lei ma dalla famiglia, che si sgretolava e lei non ci cavava le gambe. Era quel caso in cui un uomo vero riesce a spezzare il cerchio, ma una donna sola ne rimane stritolata. Gonzales si adoperò per conoscerne i particolari e si prodigò in mille non consigli, ma ragioni su cui potevano far leva. In poche parole riallacciarono un rapporto d’amicizia con scambi di buone parole e sfoghi. Si incontravano nella casa di lei e sedevano in salotto su uno stretto divano scozzese disquisendo i particolari del progredire dei fatti incriminanti e cercando di venirne a capo riaffioravano storie e fatterelli accadutigli anni addietro. Ridevano e si comprendevano sempre meglio. Poi senza preavviso scattò il meccanismo umano e ricominciarono a vedersi, a capirsi e prendesi come prima mai era accaduto. La cosa durò qualche mese e pur con soventi silenzi a sbalzo e sempre con mille complicazioni. Poi i silenzi si moltiplicarono e dopo circa un anno fu chiesto esplicitamente di chiudere. Gonzales non si fece più sentire per un pezzo. Lei si fece viva una volta e affermò che era solo per avere notizie. Si rividero lui le parlò sinceramente facendole capire a chiare note che quello non era il modo di comportarsi, ma ormai capiva che quello e solo quello era il suo carattere e non si poteva smontare. Il concetto era di incontrarsi, confidarsi, aiutarsi nelle piccole difficoltà quotidiane ed a loro piacendo godere di qualche intimità ogni qual volta avessero avuto desiderio ci fossero o no cose di cui dovessero parlare senza una data fissa o un obbligo inderogabile. In altre parole, una maniglia di sicurezza per entrambi sempre a loro disposizione come l’estintore che sta appeso alla parete d’ingresso di uno stabile. La cosa va avanti, perché solo un affetto profondo lega entrambi, ci sono i soliti silenzi, gli incontri, qualche rapporto quattro parole scambiate a volo si ,ma è solo l’amicizia che li lega all’affetto che li tiene uniti ma distanti nel tempo a venire.

 

 

Set 2004 by GIO

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