JEFF NON DORME

Capita di coricarsi stanchissimi e non riuscire a prendere sonno.Oppure durante un viaggio, se comodamente seduti in treno od in aereo dove la luce è soffusa, il rumore del moto monotono e metallico senza modulazioni che ne tradiscano un ritmo, solo un fruscio ripetuto all'infinito, specialmente in bisness class stendi le gambe, ti metti la coperta sulle ginocchia calzi le pedule con sopra il nome della linea aerea… ma il sonno non arriva come su una grande nave il mare è piatto la cabina fa da cassa armonica non per la musica che non c'è ma per il ronzio delle turbine piatto, monotono senza sbalzi di frequenza solo senti il respiro del mare che ti preme una volta a destra ed una a sinistra obbligando il tuo corpo a leggeri spostamenti…. ma il sonno non arriva ugualmente. Se pensi a questi fatti quando lavori o sei a passeggio con gli amici ti paiono impossibili che simili cose accadono. In realtà non è così, può capitare a chiunque,in qualsiasi circostanza non occorre essere malati od altro. Di solito ti consigliano di contare le pecore ma è solo un vecchio detto degli avi che non trova grandi riscontri. Tu stai lì apatico gli occhi chiusi, le braccia molli il corpo rilassato e la tua mente lavora eccome se lavora anzi ti dirò che gli orecchi sono vigili a qualsiasi variazione del rumore di fondo per ciò che concerne il luogo specifico dove ti trovi e dentro la testa un milione di facce, di rumori, di paesaggi, di storie vere o meno di colori, di voci, di musiche rutilano a casaccio dandoti altrettanti flash come lampi visivi che cerchino di indicarti una via una soluzione alternativa alla mancanza di riposo, di sonno insomma. Jeff si trovava in questa situazione e capito che ormai sarebbe stata inutile tentare di concentrarsi sull'assenza del sonno si aggrappò a vari stralci di vita a fatti che mai ebbero futuro a volti che gli fuggivano veloci davanti per un momento e cominciò a fantasticare sul passato e come certi accadimenti sarebbero potuti essere se fossero riusciti ad avere avuto un futuro che in ogni modo oggi sarebbe pur sempre stato un passato prossimo o addirittura remoto. Si trovava nel sud della Francia quella volta verso la foce del Rodano e correva veloce sulla sabbia fra terra e mare in groppa al puledro colore del sole, zampe corte criniera lunga, occhio vivace, buon saltatore di torrentelli e basse macchie. Lui stivali alti pantaloni di fustagno giacca di cuoio e cappellaccio alla cow boy i guanti alti gli proteggevano le mani che muovevano le redini con maestria prendendo le onde di risacca traverse mentre le zampe equine schizzavano a ventaglio spruzzi d'acqua salsa miste a sabbia tutto intorno. Quel giorno la compagna del momento voleva godersi una giornata solitaria forse per rimettere in ordine le ultime decisioni sentimentali piuttosto sconnesse dopo che, il partner del momento, le aveva consigliata una pausa di riflessione come si usa dire in gergo per non dire apertamente vai al diavolo mi hai rotto. Lei non avendo mente per organizzarsi una cosa qualunque aveva accettata l'offerta di Jeff di lasciare Parigi calda e afosa, nonché in questo periodo affollata dei soliti rumorosissimi turisti italiani per scorrazzare sulla costa mediterranea calda si ma ventilata e ben frequentata da ottima fauna nazionale. Fra i due, esisteva un forte affetto cameratesco esente da sdolcinato sentimentalismo, dove tutto era lecito a richiesta o meno dell'una o l'altra parte. Così quel giorno, lei presa una bicicletta in affitto aveva deciso per una lunga pedalata verso ovest si sarebbero ritrovati in tardo pomeriggio al lodge che la ospitava insieme a Jeff. Lui contento di avere una mezza giornata per sé medesimo si recò in auto presso il più vicino ranch dove si organizzavano gite a cavallo.Oltre il capo branco che avrebbe guidato il gruppo attraverso le paludi, le praterie e spesso la riva del mare stavano alcuni turisti tedeschi ed altri francesi della Normandia tutti ottimi cavallerizzi ed anche gente allegra e di poche cerimonie alla mano insomma: tutto il gruppo che completava lo squadrone, benché si fossero conosciuti solo quel mattino presso il maneggio presto avevano cominciato a fraternizzare, giovani e meno giovani. C'era una biondina teutonica insieme ad un’amica più anziana che non aveva perso d'occhio Jeff fin dalla partenza e quando si fermarono per una sosta presso un posto osservazione della fauna avicola colse subito l'occasione per attaccare discorso, parlava benissimo francese, così gli argomenti scorsero fluidi e forieri di ricchezze future. Ripresero la cavalcata e spesso quando i cavalli erano al passo, il terreno pianeggiante ed il sentiero largo abbastanza, Jeff si ritrovava di fianco l'una o l'altra delle donne, così, poco alla volta, ne conobbe i nomi la provenienza e dove alloggiavano per il momento. Nella sua mente, già si stavano formando idee pazzesche o quantomeno ardite tipo come poter fare per incontrarle e passarci del tempo insieme senza ferire la sua compagna. Arrivati ad uno spiazzato grandissimo si congiunsero ad altri cavalieri che provenivano in senso inverso poi tutti insieme furono ospitati sotto una grande tettoia di paglia lacustre che conteneva una immensa tavola pronta a riceverli tutti per un bivacco. Il fuoco, ardeva vivace nello spiazzo antistante e molta carne era su grandi griglie ad arrostire, il profumo intenso quasi feriva le narici e la bocca si riempiva di saliva e voglia di mordere e saziarti di quei cibi così appetitosi. Le due dame erano per il momento scomparse dalla vista, ma dietro una porta vicino ai bagni la più grande fece capolino ed intercettatolo gli si pose a fianco. Lui poiché nessun occhio era sulla scena, le cinse la vita in un abbraccio dolce, ma deciso e le loro labbra s’incollarono per un tempo che parve eterno, poi slacciati in silenzio ognuno andò per la sua strada ma tacito era il proposito di dare un seguito alla cosa. Al tavolo erano in posizione opposta e distante vicino a loro gorgogliavano due tipi massicci dai modi spicci tipici dei bulli cafoncelli attaccabrighe per intendersi che le importunarono per quasi tutto il pranzo poi alla partenza si adoperarono per non mollarle, era evidente che le due donne non gradissero quella compagnia così in un momento che la giovane passò vicina a Jeff riuscì a dire qualcosa che lui non capì o non volle capire per non intromettersi ma sembrava una richiesta di aiut, così Jeff si mise al galoppo tirandosela dietro e dopo aver superato un boschetto si accorse che anche l'amica era dietro di loro dei due individui non c'era traccia, non essendo esperti cavallerizzi erano rimasti nel branco. Le due amazzoni ora erano felici e ciarliere, Jeff era amareggiato sapendo bene di doverle prima o poi abbandonare. Non aveva idea come sganciarsi. Al momento di congedarsi dai cavalli c'era molta ressa e grande era la confusione così, Jeff ne approfittò vigliaccamente, per eclissarsi e ritrovata l'auto nell'ampio parcheggio se ne tornò al suo lodge si docciò abbondantemente e quando la compagna rientrò furono baci ed abbracci pieni di effusione. Lei gli raccontò della giornata passata a pedalare e lui parlò dei cavalli del sedere indolenzito del buon pranzo e della compagnia, tanti altri cavalieri ed amazzoni anche molto appetibili, ma tacendo la semiconoscenza delle due teutoniche bellezze. Dopo cena si coricarono presto perché la notte era freddina e forse l'indomani sarebbe piovuto si abbracciarono ed entrambi ebbero un bellissimo amplesso. Jeff era sicuro di averlo fatto non con la compagna ma con la teutonica che aveva baciato, ma anche la compagna aveva data una verve maggiore del solito forse anche lei pedalando era stata baciata da una buona brezza. La vacanza era poi proseguita all'insegna del vero divertimento anche se spesso provava una stretta al cuore ripensando a cosa sarebbe potuto accadere. Ora mancandogli il sonno aveva rammentato l'episodio e la ferita si era riaperta più dolente e sanguinosa di prima così cercò con la fantasia dare un futuro all'avvenimento ed immaginarsi a cosa avrebbe potuto portare se fosse stato solo, oppure avesse potuto avvisare la compagna che non sarebbe rientrato per la notte la cosa in fondo sarebbe potuta essere valida anche per lei chissà. Avrebbero sicuramente entrambi avute tante cose da raccontarsi in seguito. La teutonica che si chiamava Gerta era piena di slancio e di iniziativa al rientro alle stalle avrebbero per bene strigliato i cavalli fra baci e carezze poi dopo un buon bicchiere di vino avrebbero usato le docce del maneggio per ripulirsi del fango e della puzza del sudore equino. Negli armadietti, che erano loro stati assegnati, avevano riposto gli abiti puliti con i quali erano giunti così rimessi a nuovo lei avrebbe proposto una corsa verso il resort che abita insieme all'amica ma questa che fine ha fatto? Nessuna premura era d’accordo che non trovandosi alle stalle ognuna avrebbe proseguito per conto proprio verso la dimora. Giunti colà, infatti, la trovarono arzilla e già docciata ma ancora in vestaglia lui si sarebbe accomodato pacifico su una poltroncina avrebbe accesa la sua fida pipa ed assistito sereno alla vestizione di Louise. Uno spettacolo esaltante anche perché nel frattempo anche Gerta vista l'eleganza con cui si agghindava l'amica avrebbe deciso di mettersi in gonna e camicetta anziché rimanere in jeans e pullover, così abbandonati gli abiti apparve prima com’era nata poi con arte iniziò a mettere su le foglie per coprire i fiori mentre l'amica stava davanti allo specchio e si rifaceva il trucco volgendo le spalle a Jeff. La luce cadeva dalla finestra in tralice sul corpo di Louise, così lui, essendo dietro ne poteva godere le forme in controluce e quando entrambe si reputarono pronte chiesero dove lui preferiva andare ma quella sera sarebbe stato loro ospite gradito. Jeff preferì lasciare a loro ogni scelta le avrebbe seguite anche all'inferno dopo tutto quello che aveva veduto così non ebbe a pentirsi né per il locale né per la cena né per la musica e durante un ballo con Gerta cercò di capire come si sarebbero sistemate le cose al loro rientro ma con gran sorpresa Gerta gli confessò che Louise aveva una storia col proprietario del resort quindi lei non sarebbe rientrata con loro così avrebbero avuto la stanza e la nottata tutta per loro anzi se lui lo preferiva sarebbero potuto uscire anche subito perché lei era in forte ebollizione. Detto fatto era in strada e subito furono consumati acconti sul pacchetto intero del programma poi in auto gli disse che avrebbero dovuta lasciare la porta chiusa ma non serrata perché ad una certa ora Louise sarebbe potuta rientrare e se gradiva potevano tutti e tre proseguire a giocare la partita. La mente di Jeff era in subbuglio s’immaginava già la scena, di loro tre e chissà come sarebbero state entrambe e come avrebbe agito lui. In genere non aveva mai avuti problemi di alcun genere inoltre baciando Gerta ne aveva assaporato il profumo e la fragranza della pelle che era veramente eccezionale aveva l'odore della frutta matura quella fragranza tipica di una donna sana e desiderosa di vivere bene la vita non vedeva l'ora di arrivare ma la strada sembrava sempre più lunga e la meta sempre più lontana allungò una mano e la depositò su una sua gamba come a voler mantenere un contatto fisico già da adesso prima di arrivare alla meta ma la strada non finiva mai diventava sempre più lunga. Una sveglia aveva iniziato a suonare chissà da quanto tempo e lui stava risorgendo dal fondo del mare la bocca riarsa, la lingua secca, gli occhi appiccicati, la sua ragazza che alzandosi per scaldare il caffè gli ripeteva: cosa ti è successo, mi hai tenuto sempre una gamba arpionata come tu avessi paura che fuggissi. Non trovò altro da dire che: ho dormito come un sasso, scusami.

 

Dic 2006 by GIO

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