DIN DON DAN

Faceva un gran caldo al mare c’era tanta gente, troppa per potersi godere una vacanza decente Don decise di cambiare destinazione e si diresse verso la montagna. Anche qui era tutto pieno, anzi peggio perché al mare era pieno di bella gioventù in tanga ma qui in montagna era pieno di persone anziane e molti vecchi, la gioventù era solo nei locali dove lavoravano, negli hotel, nei bar ed in tutti quei servizi che occorrono per una buona ricettività turistica. Decise cosi di partire ancora ed a forza di viaggiare si ritrovò suo malgrado nelle vicinanze della sua città così decise di farsi una bella dormita a casa sua risparmiando l’albergo. Mai gli era apparsa così accogliente la sua casa nessuna luce accesa nel grande palazzo dove abitava, anche il portiere era in ferie. Entrato nell’ appartamento accese subito il condizionatore climatico e mai ronzio gli parve più amico poi senza accendere la luce si spogliò e si concesse una doccia ristoratrice tutto nudo si preparò un martini e l’unica luce che lo colpì fu quella del frigo quando prese i cubetti di ghiaccio ma richiuso il portellone con la coda deli’ occhio intravide una finestra illuminata ad un piano alto di un palazzo che distava due isolati più avanti incuriosito prese il binocolo e dette una sbirciata forse laggiù c’erano dei ladri oppure era una luce lasciata appositamente accesa per ingannare i malintenzionati facendo credere loro che c’erano persone in casa. Con grande meraviglia Don si accorse che laggiù c’era una bellissima signora che seduta ad un tavolo forse della cucina e stava leggendo un giornale.

Fu un lampo che gli traversò la mente ed un progetto assurdo prese immediatamente forma ora c’era da controllare se poteva esserci anche la sostanza e calzati i sandali e messi soltanto maglietta e pantaloncini un rapido calcolo topografico e via a scoprire se sul campanello ci fosse un nome per fare una rapida ricerca telefonica. Fu fortunato perché c’era il nome e cognome e per fare il punto con la massima precisione si scisse sul taccuino anche i nomi dei condomini limitrofi del piano superiore ed inferiore. Tornato in casa si mise a fame ricerca sull’elenco degli abbonati. Non fu cosa da poco perché come capita spesso i contratti d’utenza non sono intestati alla stessa persona riportata sul campanello. Il controllo incrociato con i piani superiore ed inferiore dette buon esito occorreva adesso solo verificare a voce. Cavo lungo per il telefono binocolo sullo stativo tipo telescopio e via al numero Din don dan .. .la persona seduta posa il giornale si alza e scompare dalla visuale. Pronto chi parla? - buona sera mi scusi non voglio importunarla ma farei volentieri due parole con lei se mi permette io non sono un estraneo e la sto guardando da un pezzo dovrebbe aver già letto tutto il "resto del carlino" ormai... - come fa a sapere quale giornale leggo?- lo vedo chiaro e lai è molto elegante per essere una serata così calda - sa che mi incuriosisce? - lo spero proprio! - guardi che io sono una donna sposata e mio marito sta per tornare. - nessun problema tutto regolare quando torna cessiamo la conversazione. Posso chiederle come si chiama?- non glielo dico! - lo mi chiamo Don in questo momento sono solo in casa e non ho nessuno degli amici in città per fare qualche parola, mi occupo di medicina legale ed ho uno studio al centro. Nei soliti luoghi di villeggiatura c’erano troppe persone e sono rientrato per una doccia ristoratrice in casa mia lei, di rimando -perché non è in vacanza? - Oh io sono in ferie perché il negozio presso il quale lavoro è chiuso e mio marito invece lavora ed avrà le ferie solo a settembre. Lo so è triste essere qui con questo caldo ma così è la vita! - Mi sembra che tutto il male non venga per nuocere come recita un vecchio detto perché in questo modo abbiamo tempo per far qualche parola e poi è curioso lo confesso parlare con una persona sconosciuta sa di telefono amico ne ha mai sentito parlare? Si credo che sia una di quelle ultime diavolerie studiate per far aumentare le bollette del telefono. - cosa mi dice di lei bella signora? - perché bella chi gli ha detto che sono bella? - con una voce così non può essere altrimenti e poi io la vedo ricorda? - oh già dimenticavo allora devo coprimi di più perché ho le braccia nude.- no non si copra altrimenti soffrirà troppo il caldo. Beh credo che non ci sia niente di male a dirgli che mi chiamo Donna curioso le prime tre lettere del mio nome formano il suo vero? - Si non fa una grinza anzi se mi permette la chiamerò Dan così suoniamo le campane e le darò del tu visto che già ci siamo presentati va bene?

Una risata bella forte echeggiò nel ricevitore e Don la sentì ripetere le campane e don/dan e ancora ridere. -Ascoltami Don rimani in linea io vado in bagno e poi prenderò il cavo lungo per telefonare seduta: il mio apparecchio è appeso al muro ma in camera ho una spina e laggiù sto più comoda richiamarni. Don attese una manciata di minuti e la richiamò quando lei rispose percepì un sospirone lungo che faceva ben sperare poi pronto sei lì? rispondimi ! - si Dan ci sono e per giunta anche io mi sono seduto e se ti sposti un po’ a destra verso la porta ti potrò anche vedere bene così basta altrimenti mi rimani coperta dal vaso di fiori che è sul tavolo - diavolo ma dove sei per vedermi così bene? Devi dirmelo altrimenti riattacco- no! perché vuoi finire nella banalità, è così piacevole ed innocente tutto questo. Abbiamo stabilito un contatto dobbiamo portarlo avanti e devi dirmi quanti figli hai e se li hai e dove lavori e di dove sei perché dall’accento capisco che non sei di queste parti.- Si ti dirò tutto: io vengo dal sud della Francia mio marito invece è piemontese della montagna ed è tuttofare di un nobile di queste parti io non ho figli perché non posso averne e qui vicino abitano i parenti di lui, prima stavamo in villa con i padroni ma io ero sacrificata perché la villa è fuori città ed io ho preferito trovarmi un lavoro indipendente per avere un po’ di libertà oltre che dei soldi in più e così posso anche muoverrni più facilmente; i parenti ci hanno trovato questo appartamento che mi consente di avere la loro compagnia quando, come oggi, lui è via col padrone. Lui è gelosissimo e vuole sapere sempre tutto quello che faccio dove vado con chi vado e chi vedo durante la giornata e tornando mi fa morbida dalle domande anche le più assurde... . . . . .io per non dover spiegare tanto sto molto in casa a leggere così lui telefona e mi trova qui, i parenti confermano e tutto fila liscio.- Ma dico, tu vai a lavorare, quindi dovrai per forza uscire, sei mica costretta a giustificare i tempi di percorrenza della metropolitana e degli autobus? - no quello no ma a me non importa perché lui in genere è sempre fuori ed io tomo dal lavoro e resto a casa dormo leggo faccio quello che mi aggrada e se torna è contento perché mi trova qui in vestaglia ad attenderlo. Non ho velleità di uscire da sola senza meta - allora se io per esempio mi volessi accompagnare ad un cinema con te non sarebbe possibile? - no perché vorresti venire al cinema con me? Per fare cosa? Poi per la città potrebbero vederci e sarebbe un guaio io sto a casa e vivo benissimo così. Don cercava di tradurre le sue parole ma per il momento gli era ignota la chiave di lettura e non immaginava una persona che accetta questa forma di segregazione volontaria così di buon grado senza un secondo fine, comunque la conversazione procedeva benissimo da più di due ore e fra poco sarebbe spuntata l’alba. Don partì all’attacco: ascolta Dan ma non doveva tornare tuo marito? Perché a me pare piuttosto tardi ormai ti sembra? - no va bene così perché quando ci siamo lasciati prima io ho chiamato lui e gli ho detto che sarei andata a letto e avrei staccato il telefono fino alle ore undici di domani. Lui è così lontano che prima di venti ore non tornerà. - quindi considerando dice Don che adesso sono circa le quattro del mattino più venti si arriva a mezzanotte di oggi! Lei tacque un attimo.

A questo punto Don ha capito quale è la chiave di lettura. Come non pensarci prima! ma tutto è stato così estemporaneo pensate che il pomeriggio di ieri era in cerca di una buona soluzione per qualche giorno di relax soltanto: proprio tutta un’altra cosa.

Dan sembra svegliarsi dal letargo ed esclama. Dimmi Don dove abiti?- si sono al settimo piano dello stabile davanti al tuo ma due strade avanti, guarda affacciati al balcone ed io ti faccio un segnale con la luce di sala ma attenta perché lo faccio con le tapparelle quasi chiuse ,dimmi lo vedi?. Dan accende e spegne per tre volte la luce e lei esulta - oh bene ho capito vuoI dire che allora alle sei e trenta tu fai in modo che il portone di fondo sia aperto immagino che anche il tuo portiere sia in ferie e mi mandi l’ascensore al piano terra io salgo al piano superiore e poi scendo di un piano e la tua porta la trovo già aperta ci siamo capiti? buona notte.

Fine della conversazione. Don guarda nel binocolo appena in tempo per vedere una luce che si spegne poi ripensa a tutta la faccenda ed esulta bene questo è un fulmine a cielo sereno speriamo bene, come dovrò accoglierla ? con quale approccio dovrò iniziare? Ma poi Don pensa che la cosa migliore è lasciare tutto al caso. In fondo è stato il caso a menare avanti la faccenda!

E’ giorno ormai e Don si prepara alla tenzone ore sei e venti apre il portone del palazzo poi la porta di casa e spia i rumori per le scale: silenzio preme ancora il pulsante del portone e sente forte lo scatto della serratura va bene allora va all’ascensore e lo manda al piano terra attimi che paiono secoli .finalmente un rumore leggero del portone d’ingresso poi l’ascensore che sale, sale fino al piano superiore si apre qualcuno esce e scende eccola: entra in casa come una saetta e si chiude la porta alle spalle un gran sospiro e poi: buon giorno amore mio!

Don resta sbigottito è bellissima fresca come un fiore all’alba sorride i denti bianchissimi gli si getta al collo e gli incolla la lingua dentro la sua bocca poi- non resistevo più Don prendimi. . . . . . .

Don riprende fiato sei bellissima vieni andiamo in camera staremo più a nostro agio - si

certo tu hai fatta colazione? A me andrebbe un caffè forte - anche a me con molto zucchero – oh! Dio, Don sei bellissimo e forte anche! - faccio del mio meglio ma tu non sei da meno! - grazie. Prima Don poi lei posano le tazzine e come due pantere in lotta si studiano a vicenda vieni qui Dan voltati che voglio sgusciarti con calma e delicatezza e così le prende il vestito per l’orlo della gonna e piano lo solleva fino alla comparsa di una mutandina di cotone bianca e poi più su fino ad un reggiseno a balconcino uguale e senza fronzoli lei alza le braccia per aiutarlo a svestirla e come è liberata dall’abito si volta e lo abbraccia forte mentre lui prosegue nell’ eliminazione di tutto ciò che è estraneo a quel corpo vellutato, abbronzato e trepidante lei infatti adesso sta tremando dal di dentro e mentre le mutandine stanno scendendo lungo le gambe i due finiscono distesi su quel

talamo complice uniti in un lungo amplesso. . . . . . . . . . . . . . . ..

Passano i minuti, le ore, poi si fa tardi ma non importa. Passeranno anche i giorni prima di ritrovare i nostri eroi dediti a quello sport così dolce e seppure forte ed anche violento cercando sempre più di sfidare il destino il marito geloso e la gente ed anche i vicini. Non mancherà occasione per nuovi incontri come quella volta che Dan dice: Don vieni fra dieci minuti troverai il portone di casa mia aperto tu sali al mio piano ed infili direttamente la mia porta che è accostata soltanto, ma non voltarti a guardare verso destra uscendo dall’ascensore perché potrebbe vederti il mio vicino di piano. Don esegue alla lettera entra nell’appartamento che ancora non conosce chiude piano la porta e cerca Dan fruga tutte le stanze poi la trova supina sul letto - quanto ci hai messo! non ce la facevo più ad aspettarti appena il tempo che Don si svesta che squilla il campanello: è il marito dabbasso che ha scordato la patente in una altra giacca. Mentre lui sale in ascensore Don raccoglie i suoi indumenti e fugge per le scale nudo come un baco salendo fino in terrazza fa freddo ma non lo sente si riveste e tende l’orecchio dalla porticina fino a quando il clic di un teleruttore non gli fa capire che l’ascensore sta scendendo. Torna indifferente al piano la porta è socchiusa rientra la cerca si rispoglia e mentre compie questa azione lei lo rassicura che ora non tornerà più fino a domani poi comincia a baciarlo dai piedi fino su e poi più su e dopo qualche ora di cavalcata di fronte ad un buon caffè con panna e pasticcini gli confessa che il marito per mettersi al sicuro da eventuali voglie di lei quando deve assentarsi la usa prima di partire come a dire chi ha mangiato non ha più appetito e la lascia a letto pensando che lei è distrutta- Dan, le chiede Don anche stamani? - certo pensa quanto è stupido io non ho neppure rifatto il letto mi sono solo fatta una doccia per rispetto a te - allora il letto era ancora caldo di prima? - certo non solo il letto ma io aspettavo te per proseguire a godere ed ora non dirmi che tu devi andare perché per oggi ho grandi progetti Fu per Dan e Don un anno indimenticabile poi come tutte le cose di questo mondo passano ed un giorno suonò il telefono DIN;DIN;DIN e Don dovette partire per studi in terre lontane. Quando dopo anni tornò in quei luoghi la incontrò al mercato si salutarono senza dare nell’occhio gli presentò il marito che fu disse felicissimo di conoscere Don in quanto aveva saputo dal suo principale che era un luminare nel suo mestiere di medico specialmente nella ricerca di malattie impossibili. Poi salì in autobus e se ne andò. Anche Dan lo salutò ma prima di andare gli disse a mezza voce: con te è stato il meglio della mia vita ti amerò sempre. Dan ci ha lasciati per il solito malaccio al seno l’anno passato.

May-2005 by GIO

 

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