Ed
era un tango sensuale d’armonia
A
far coincidere
Le
labbra con il collo
Ed
era un tango di luce un po’ smorzata
A
farci cercare i nostri ricordi
Forse
perduti
Forse
dimenticati
Tra
labbra rosse e mani tra i capelli
Ed
era il tango
Così
a fine nottata
A
trascinarci, complice “Caminito”
In
quei sentieri di rum e mezze frasi
Che
han fatto si che scolorasse giorno.
Io
torno nei locali affumicati
Pieni
di aromi da tabaccheria
Con
gli occhi un po’ bistrati e l’abito in lamè.
Mi
guardo intorno e cerco un tavolino,
di
quelli tondi che ballano sempre un po’
mi
siedo e aspetto
tanto
qualcuno arriva
a
volte vengono per dividere una malinconia
a
volte sono stupidi e sbruffoni
io
ascolto tutti, ma dimentico subito
storie,
passati, e donne spudorate
che
hanno intristito le giacche da caschè.
Verso
mattina raccolgo i miei sospiri, le vanaglorie, e poca dignità
Mi
avvio al tram, il 15 barrato
Per
infilarmi dentro lenzuola smesse,
una
leggera, un di flanella, le federe con gli orsi o non so che
e
affogare l’amaro delle labbra
nel
sonno dei pensieri che vorrei.
Ma
il sonno non arriva a comando
E
allora penso a questa vita ingrata, stupida, sciocca, in fondo mai vissuta
E
spero nel silenzio senz’angoscia di quel presagio da cui un giorno
fui
baciata senza un perché
Adesso
vado
Non
domandarmi dove
A
cercare i bottoni del cuore che non ho
A
dirmi che di questi tempi l’anno prossimo
Di
questi tempi
Le
cose sarebbero state diverse.
Si
diverse.