Certe volte di mattina è anche peggio.
quando sento la sveglia e i cani che mi mettono il
muso umido sulla faccia, io non so, io c'ho un magone che chiudo gli occhi e
non vorrei più andare via.
mi alzo e faccio il caffè, col nescaffè e l'acqua
calda che mi manca il filtro per la macchinetta vera e non funziona.
i cani mi vengono dietro e si strusciano alle mie
gambe.
Li guardo e gli parlo, mica per dirgli niente di
importante, no, solo per sentire un po' la mia voce.
quando son fuori, di solito è ancora buio, perchè
gli uffici vanno puliti quando non c'è nessuno, quando nessuno ci può vedere.
Noi siamo delle invisibili, dentro ai nostri
grembiuli azzurro sporco informi che dopo mezz'ora puzzano di sudore e lisoformio.
siamo in una decina che facciam le pulizie, ci
conosciamo poco, non diciamo quasi mai niente, so solo che una che va la terzo
piano è incinta e fra un po' non verrà più e che un'altra, una mora alta e con
le labbra sempre truccate forse si sposa a breve.
ma sono tre anni che lo dice, io non lo so quanto è
"breve" per lei.
però io mi faccio gli affari miei, arrivo, mi metto
il grembiule, prendo il carrello, l 'acqua e il detersivo, gli stracci e vado.
Per prima cosa vuoto i posaceneri, che non si
potrebbe fumare, ma qui ognuno ha il suo e anche pieno.
poi sposto piano le cose sulle scrivanie, che il
padrone ci ha detto che è come se non dovessimo neanche averle toccate quelle
cose che sono lì, che non sono nostre e noi neanche tra mille anni ce le
potremo avere.
In effetti, io guardo le scrivanie delle donne,
sono le più belle, ce n'è una che sempre un vaso con un mazzolino di fiori
nuovo, ogni mattina, e belle biro e matite tutte appuntite; una volta che ha lasciato un cassetto della scrivania
socchiuso ho guardato dentro; c'erano carte, fogli e anche trucchi tutti dentro
agli astucci dorati o neri, lucidi lucidi, che non sono proprio per niente come
i rossetti che vedo io al supermercato dove vado, lì c'hanno una confezione di
plastica trasparente, sono sempre un po' spappolati in punta e hanno un sapore
che sa di qualcosa di dolce andato a male.
nel terzi cassetto c'era anche un boccettino
piccolo di profumo fatto a forma di donna che io un boccetto così bello non
l'avevo neanche mai visto, l'ho annusato, mi sembrava che sapesse di buono, ma
ero tanto terrorizzata che entrasse qualcuno che l'ho messo via di colpo, che a
momenti lo rompo contro l'anta del cassetto.
mentre spolvero i quadri guardo anche le foto che
sono appese ai muri, su dei pannelli che sembra stiano su con niente, sono
tutte foto di belle donne, di bambini eleganti, di quadri famosi, di città che
a momenti non so neanche il nome.
Dobbiamo spolverare anche le foglie delle piante e
passarci uno spray che le lucida.
io questo lavoro ce l'ho particolarmente in odio,
mi fa schifo l'odore di quella bomboletta e mi fa schifo stare lì a dedicare
tante cure a una pianta del cazzo che se fosse per me ci farei pisciare contro
i miei cani.
Io proprio per quel motivo lì ho già fatto dei
danni sulle piante, mica apposta ma neanche ciò messa tanta attenzione.
Una volta uno degli impiegati si è lamentato che
aveva trovato la pianta fuori posto e anche lo schermo del computer era un po'
spostato e c'erano delle ditate; ma io l'avevo solo spolverato, l'ho poi dovuto
spiegare al padrone che mi ha detto che a lui le lamentele per i nostri danni
non le voleva sentire e se ci fossero stati ancora dei problemi sarebbero stati
cazzi amari per me.
m'ha detto proprio così.
Il padrone una volta mi aveva detto anche Ma guarda
che se ti mettessi un po' in ordine, se ti curassi i capelli non saresti mica
male, io gli ho detto Vaffanculo, io sono qui per lavorare, e lui Ma chi ti
credi di essere? che sei solo una serva, ma vacci te affanculo che puzzi anche.
Io ci sono rimasta così male quando mi ha detto
così che non ho più parlato.
Avrei voluto gridargli Vacci te a pulire e dopo
vediamo di cosa sai, stronzo,
ma non c'ho avuto il coraggio.
dopo, quella volta lì sono andata a casa e mi sono
fatta la doccia 3 volte che m i sembrava sempre di avere dietro un odore
tremendo.
mi sono strofinata fino a diventare tutta rossa,
che la pelle mi bruciava.
mi viene in mente questo fatto proprio adesso che sto
dando lo straccio e sono in una condizione pietosa.
Quando sono le sette meno un quarto dobbiamo
affrettarci a correr via , a lasciare dietro di noi solo il lucido e il pulito,
come se non fossimo mai state lì, anche negli spogliatoi è tutta una frenesia a
sfilarsi il camice e infilarsi maglie e giacchette, tirarsi su i capelli alla
boia d'un giuda e via andare.
quando andiamo via dallo spogliatoio si sente
sempre un odore di deodorante di quelli del supermercato o delle tabaccherie,
mica buoni come il profumo che c'era nel cassetto, ma proprio no.
delle volte mi fermo a prendere un caffè in bar
piccolo e mica tanto pulito che sta quasi di fronte all'entrata degli uffici,
non è il bar bello e scintillante dove vanno gli avvocati e le segretarie a
fare colazione, ci mancherebbe; lì un panino mi costa 2 ore di lavoro!
E' che dal mio baretto mentre bevo un caffè
macchiato guardo tutti quei corpi ben vestiti che noi non ci vogliono vedere,
che corrono e che si raccontano delle cose che a me mi sembrano così misteriose
e divertenti, e penso che delle cose così a me, non me le dirà mai nessuno.
Dopo vado a casa e mi butto sotto la doccia; la cosa più bella sono i miei cani che a
loro non gliene frega niente se son sporca o mal vestita, loro vengono lì
appena arrivo a casa e mi fanno le coccole e io li accarezzo e sto un po' con
loro e poi dopo vado un po' a letto che gli occhi mi si chiudono.
Che io alle 4 di pomeriggio devo andare a pulire
degli altri uffici.
mentre son lì che quasi m i addormento col respiro
dei cani vicino penso alle vite degli altri.
e penso allo schifo della mia di vita.
allora mi giro su un fianco e stringo forte gli
occhi sennò a piangere si bagna tutto il cuscino.