BOTSWANA  :  'Sono qui perché il mio popolo ama la sua terra'  11 Dic 2005
Il discorso tenuto da Roy Sesana durante l'assegnazione del Right Livelihood Award, noto come "Premio Nobel Alternativo".

Stoccolma, 9 dicembre 2005

Il mio nome è Roy Sesana. Sono un Boscimane Gana e vengo dal Kalahari, che oggi viene chiamato Botswana. Nella mia lingua, il mio nome è "Tobee" e la mia terra si chiama "T//amm". Nessun popolo ha mai vissuto in un luogo tanto quanto noi nel Kalahari.
Quando ero ragazzo, sono andato a lavorare in una miniera. Ho messo da parte le pelli e ho indossato degli abiti. Ma dopo un po', sono tornato. Questo mi avrebbe reso meno Boscimane degli altri? Non credo.
Sono un leader. Quand'ero piccolo non avevamo bisogno di leader e vivevamo bene. Ora, non possiamo farne a meno perché ci è stata rubata la nostra terra e dobbiamo combattere per sopravvivere. Ma questo non significa che io dica alla gente cosa fare, anzi, è proprio il contrario: sono loro a dirmi come devo agire per aiutarli.
Non so leggere. Mi avete chiesto di mettere per iscritto il mio discorso e, così, ho dovuto chiedere a degli amici di aiutarmi ma io non riesco a leggere le parole, mi dispiace! Però so leggere la terra e gli animali. Tutti i nostri bambini lo sanno fare. Se non fossero stati in grado di farlo, sarebbero morti molto tempo fa.
Conosco tante persone che sanno leggere le parole e molti, come me, che riescono a leggere solo la terra. Sono importanti entrambi. Noi non siamo primitivi o meno intelligenti; viviamo esattamente nel vostro stesso mondo moderno. Voglio dire che viviamo tutti sotto le stesse stelle... oh no, in realtà quelle sono diverse... nel Kalahari ce ne sono molte di più. Ma il sole e la luna, quelli sì, sono gli stessi.
Sono cresciuto facendo il cacciatore. Tutti i ragazzi e gli uomini del mio popolo erano cacciatori. Cacciare vuol dire cercare e parlare agli animali. Noi non rubiamo. Noi andiamo e chiediamo. Sistemiamo una trappola o camminiamo con un arco o una lancia. Possono occorrere anche molti giorni. Finalmente vedi le tracce di una antilope. Lei sa che tu se lì, lei sa che ti deve dare la sua forza. Ma si mette a correre e tu la devi inseguire. Correndo, diventi come lei. La corsa può durare ore e, alla fine, ci fermiamo stremati entrambi. Allora le parli e la guardi negli occhi. È così che lei capisce che ti deve dare la sua energia, perché i tuoi bambini possano sopravvivere.
Quando sono andato a caccia per la prima volta, non mi hanno permesso di mangiare. Gli adulti hanno bruciato alcuni pezzi della gazzella insieme a delle radici, e hanno cosparso il mio corpo con le ceneri. È così che ho imparato. Non è lo stesso modo di imparare che avete voi, ma funziona.
L'allevatore dice di essere più progredito dei cacciatori primitivi ma io non gli credo. Le sue greggi non danno più cibo delle nostre. L'antilope non è nostra schiava, non è costretta a portare dei campanelli al collo e può correre più veloce delle mucche, che sono pigre. Noi e la gazzella corriamo nella vita insieme.
Quando indosso le sue corna, l'antilope mi aiuta a parlare con i miei antenati, e loro aiutano me. Gli antenati sono molto importanti: non saremmo riusciti a sopravvivere senza di loro! Ognuno di noi lo sa, in fondo al suo cuore. Ma alcuni lo stanno dimenticando. Ci sarebbe qualcuno di noi vivo, oggi, se non ci fossero stati i nostri antenati? Io non credo.
Mi hanno insegnato a fare il guaritore. Devi sapere leggere le piante e la sabbia. Devi scavare le radici e metterti in forma. E devi lasciare da parte qualche radice per il futuro, perché un giorno i tuoi nipoti le possano trovare e mangiare. Impari quello che la terra ti insegna.
Quando un anziano muore, noi lo cremiamo e lui diventa un nostro antenato. Quando c'è una malattia, noi danziamo e parliamo con loro. Loro parlano attraverso il mio sangue. Allora io tocco la persona malata, trovo la malattia e la curo.
Noi siamo gli antenati dei figli dei nostri nipoti. Noi ci prendiamo cura di loro, esattamente come i nostri antenati si prendono cura di noi. Noi non siamo qui per noi stessi. Noi siamo qui gli uni per gli altri, e per i figli dei nostri nipoti.
Perché io sono qui? Perché il mio popolo ama la sua terra. Perché senza la nostra terra stiamo morendo. Molti anni fa, il presidente del Botswana disse che avremmo potuto vivere sulle nostre terre ancestrali per sempre. Non c'era mai stato bisogno che qualcuno ce lo dicesse. È naturale che possiamo vivere là dove Dio ci ha creato! Ma il presidente successivo ha detto che dobbiamo andarcene e ha cominciato a cacciarci via.
Ci disse che dovevamo andarcene a causa dei diamanti. E poi disse che cacciavamo troppi animali; ma questo non è vero. Dicono tante cose che non sono vere. Hanno anche detto che dovevamo andarcene perché il governo potesse svilupparci. Il presidente dice che se non cambieremo, moriremo come il Dodo. Non sapevo cosa fosse il Dodo. E allora mi sono messo a fare ricerche. Era un uccello, ed è stato sterminato dai coloni. Il presidente aveva ragione. Cacciandoci via dalla nostra terra, loro ci stanno uccidendo. Ci hanno torturato e sparato addosso. Io sono anche stato arrestato e picchiato.
Grazie per questo premio. È un riconoscimento mondiale della nostra lotta e porterà la nostra voce in tutto il mondo. Quando ho saputo di aver vinto, ero appena uscito di prigione. Dicono che sono un criminale, ma oggi sono qui, in piedi davanti a voi.
Mi chiedo che sviluppo sia mai quello che fa vivere la tua gente meno di quanto vivesse prima... Stiamo prendendo l'HIV/AIDS. I nostri bambini non vogliono andare a scuola perché là vengono picchiati. Alcuni si stanno dando alla prostituzione. Non gli è permesso cacciare, e allora si picchiano perché si annoiano e bevono. Alcuni hanno cominciato a suicidarsi. Non si è mai vista una cosa del genere prima! Fa male raccontare queste cose. È questo lo sviluppo?
Noi non siamo primitivi. Noi viviamo in modo diverso da voi, ma non viviamo esattamente come vivevano i nostri nonni, e la stessa cosa vale per voi. Noi amiamo i nostri bambini. E questa è una cosa che ci accomuna a tutti gli altri uomini.
Dobbiamo fermare il governo, dobbiamo impedirgli di rubare la nostra terra; senza di essa, noi moriremo.
Se qualcuno ha letto tanti libri e crede che siamo primitivi perché noi non ne abbiamo letto nemmeno uno, allora dovrebbe buttare via quei libri e cercarne uno che dica che siamo tutti fratelli e sorelle davanti a Dio, e che abbiamo tutti lo stesso diritto di vivere.
Questo è tutto. Grazie.
Roy Sesana
First People of the Kalahari, Botswana
 

     

Per maggiori informazioni, Francesca Casella, 02 8900671, ufficiostampa@survival.it  

          

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