Modernità Crisi e Information Technology | |
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Prolusione_ Modernità Crisi e Information Technology La pagina web che si apre sul monitor ad inizio corso è qualcosa di anomalo e nuovo: vi è un estratto dalla prolusione del prof. Saggio “Architetture della crisi” che subito ci sbatte in viso il tema centrale del corso, ma soprattutto della nostra futura professione di architetti, ovvero che _la modernità (e con essa l'Architettura della Modernità) non è un valore temporalizzabile, è uno stato, una tensione che "fa della crisi un valore"_ qualcosa che sentivamo esistere, ma mai formalizzato da nessuno in questi termini. Ma prima di parlare di questi cerchiamo di definire cosa si intende per modernità e da dove ha inizio, passando attraverso varie ipotesi: 1_ dalla scoperta dell’America; Queste sono due ipotesi cronologiche, contrastanti con il concetto sopra espresso che la modernità non è un valore temporalizzabile. Quindi tentiamo con la modernità intesa come rottura dei canoni e i contenuti del passato: ovvero quella modernità il cui campione è Baudelaire; oppure un periodo di cambiamenti radicali, l’affacciarsi di un mondo diverso e portatore implicito di elementi positivi (positivismo), al di là degli artisti che vivono sempre in maniera più critica. In questo ambito di indagine l’architettura è quella che arriva al Bauhaus o dal 1928 ai CIAM. Ma anche questo è un campo di ricerca troppo distante dalla premessa iniziale. Quindi partiamo da quel filone di immagini presenti sulla pagina web riferita alla prolusione al corso caad 2006. Un sordomuto che attraverso un videotelefonino riesce a comunicare. La crisi è tramutata nel valore aggiunto dell’oggetto tecnologico, e l’Information Technology l’elemento imprescindibile alla risoluzione. Ecco manifestarsi la modernità, colei che non è temporalizzabile, ma che appartiene a tutta la storia umana, colei che stimola il progresso. |
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