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3_Paesaggio Mentale

 

Lezione3_ Paesaggio Mentale

La parola volta ha varie accezioni: volta celeste, volta architettonica, volta come ciclo temporale (numero di volte). Forse c’è un rapporto tra la nostra interpretazione del mondo e l’architettura. L’architettura nasce come concretizzazione della conoscenza del mondo.  La volta analizzata da Galileo ha aperto lo sguardo verso un mondo rivoluzionato dalla tesi copernicana.
Il paesaggio mentale è la reificazione di tutti questi concetti.

In passato la piramide era basata sui concetti geometrici e trigonometrici allora conosciuti, ovvero attraverso la sua figura base: il triangolo. Questo diviene oggetto di condizioni basilari, mentre la piramide è la configurazione fisica di un determinato stato di conoscenza.

La civiltà romana, sul piano delle costruzioni, non può essere pensata senza il groma, oggetto fondato sui fili a piombo e capace di restituire angoli retti.
Si pensi ancora a sistemi di misura e controllo di base matematica: il Pantheon è un edificio di grande complessità; all’epoca della sua progettazione era impensabile che fosse risolto attraverso i numeri romani, con i quali è impossibile operare qualsiasi calcolo. Al contrario erano utilizzati metodologie combinate di matematica e geometria operativa: sistemi proporzionali che legano la geometria al calcolo ( sistemi su base geometrica e non matematica).
Questo era il paesaggio mentale nel quale operavano i romani per concretizzare le loro architetture.

Il Medioevo opera in questo campo una forte regressione perdendo la capacità di fruire di nuove strumentazioni.

Lo scatto decisivo si ha quando nasce uno strumento fondamentale e determinante per la creazione di un nuovo paesaggio mentale: la prospettiva. Esso ha alti margini di scientificità in quanto permette un passaggio immediato tra misura reale e misura prospettica (attraverso i punti di misura) e viceversa. Si conosce l’esatta corrispondenza tra la realtà ed il modello grafico. Ovviamente vi sono dei limiti che oggi sono molto più chiari: ovvero si può avere l’illusione che la visione prospettica è il modo con cui l’uomo recepisce le immagini; non è assolutamente vero, ma è comunque una buona approssimazione.
Il problema architettonico è stato come solidificare la prospettiva in costruzioni reali: l’architettura è completamente ripensata dal dettaglio all’organizzazione generale. Ogni elemento è aggiunto sul precedente senza confondersi (concetto di autonomia), e gli ordini architettonici perdono la loro valenza di decoro per essere oggetti modulari (concetto di partizione spaziale).

Nel Barocco il mondo cambia ancora, grazie soprattutto a nuovi strumenti di controllo dello spazio. Nasce così un’architettura costituita per trasformazione e non per sovrapposizione.

Poi vi è la grande cesura che precede la civiltà dell’astrazione. Il mondo è analizzabile in via analitica e non più sintetica (Gaspar Monge, le proiezioni ortogonali e l’assonometria). Questo segna un’ulteriore rivoluzione a livello delle precedenti.

Oggi viviamo un paesaggio mentale ulteriormente nuovo e diverso che aspetta di essere reificato dalle future architetture.

 
 

 

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