Guccini Francesco

1967


. Venerdì santo
Venerdì Santo: prima di sera, c'era l'odore di primavera
Venerdì Santo: le chiese aperte mostrano in viola che Cristo è morto
Venerdì Santo: piene d'incenso sono le vecchie strade del centro

o forse è polvere che in primavera sembra bruciare come la cera.

Venerdì Santo: stanchi di gente siamo in un buio fatto di niente
Venerdì Santo: anche l'amore sembra languore di penitenza
Venerdì Santo: muore il Signore. Tu muori, amore, fra le mie braccia

Poi viene sera; resta soltanto, dolce un ricordo: Venerdì Santo


. Noi non ci saremo
.
Vedremo soltanto una sfera di fuoco, più grande del sole, più vasta del mondo
nemmeno un grido risuonerà, solo il silenzio come un sudario si stenderà
fra il cielo e la terra, per mille secoli almeno, ma noi non ci saremo.
Poi per un anno la pioggia cadrà giù dal cielo
e i fiumi solcheranno la terra di nuovo, verso gli oceani correranno,
e ancora le spiagge risuoneranno delle onde,
e in alto nel cielo splenderà l'arcobaleno, ma noi non ci saremo.
E catene di monti coperti di neve saranno confine a foreste di abeti
mai mano d'uomo le toccherà, e ancora le spiagge risuoneranno delle onde
e in alto, lontano, ritornerà il sereno, ma noi non ci saremo.
E il vento d'estate che viene dal mare intonerà un canto fra mille rovine,
fra le macerie delle città, fra case e palazzi che lento il tempo sgretolerà
fra macchine e strade risorgerà il mondo nuovo, ma noi non ci saremo.
E dai boschi e dal mare ritorna la vita, e ancora la terra sarà popolata,
fra notti e giorni il sole farà le mille stagioni e ancora il mondo percorrerà
gli spazi di sempre per mille secoli almeno, ma noi non ci saremo.


. In morte di S.F.
.
Lunga e diritta correva la strada, l'auto veloce correva
la dolce estate era già cominciata, vicino lui sorrideva.
Forte la mano teneva il volante, forte il motore cantava.
Non lo sapevi che c'era la morte, quel giorno che ti aspettava?
Non lo sapevi che c'era la morte? Quando si è giovani è strano
poter pensare che la nostra sorte venga e ci prenda per mano.
Non lo sapevi, ma cosa hai sentito quando la strada è impazzita,
quando la macchina è uscita di lato e sopra un'altra è finita?
Non lo sapevi, ma cosa hai pensato quando lo schianto ti ha uccisa,
quando anche il cielo di sopra è crollato, quando la vita è fuggita?
Dopo il silenzio soltanto è regnato tra le lamiere contorte:
sull'autostrada cercavi la vita, ma ti ha incontrato la morte.
Vorrei sapere a che cosa è servito vivere, amare, soffrire,
spendere tutti i tuoi giorni passati se così presto hai dovuto partire.
Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi,
voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi.


. Auschwitz
.
Son morto con altri cento, son morto ch'ero bambino
passato per il camino, e adesso sono nel vento.
Ad Auschwitz c'era la neve: il fumo saliva lento
nel freddo giorno d'inverno e adesso sono nel vento.
Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio
è strano: non riesco ancora a sorridere qui nel vento.
Io chiedo come può l'uomo uccidere un suo fratello,
eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento.
Ancora tuona il cannone, ancora non è contento
di sangue la belva umana, e ancora ci porta il vento.
Io chiedo quando sarà che l'uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare, e il vento si poserà.



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