Cadute e Ricadute
ovvero
" Far pieghe in collina "

ferruccio catellani bologna

-   Episodio 1 :  Il primo giorno

Bologna 1969

In una bella giornata di Primavera mi recai finalmente dal concessionario per ritirare la mia moto nuova , lucente e bellissima nel sole che la accarezzava dolcemente , facendone sfavillare le cromature .   Ero piuttosto eccitato e non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso .
Mi accompagnava Stefano ( detto Ciozzo ) che avendo gia' 18 anni ed essendo piu' esperto di me , avrebbe pilotato fino casa , trasportando anche me a destinazione .
Occorre sapere che io , fino a quel momento , avevo pilotato solo biciclette e la moto mi sembrava davvero enorme .   Ma questo lo capirete meglio nell'episodio successivo .
Tornando verso casa al suono dolcemente baritonale della marmitta , arriviamo verso Porta Saragozza .   Qui notiamo , ad una decina di metri , una Fiat 600 ed un tizio in completo giacca/pantalone/calzini beige che alza perentorio una paletta della Polizia .   Stefano , che era il piu' esperto riguardo a problemi di idiozie con la moto e multe , sussurro' qualcosa del tipo " Ecco... Ci siamo..." .
A nulla valsero strepiti , preghiere o spiegazioni sul fatto che eravamo appena usciti dal concessionario e che la moto non poteva essere stata manipolata nello scappamento .   A quei tempi manomettere la marmitta era quasi imperativo , per meglio farsi notare aumentandone l'artistico rombo , allo scopo perverso di rompere le scatole a mezza citta'.
Il crudele funzionario dell'auto civetta elevo' , implacabile , una costosa contravvenzione per rumore eccessivo .
I miei genitori non furono molto contenti del costo aggiuntivo al prezzo del mezzo , gia' alto .

Daccordo ... fino ad ora non e' caduto nessuno .
Ma dovevo scriverlo , allo scopo di evidenziare che , fin dall'inizio , una oscura presenza incombeva sui destini miei e del Motobi .   Prendere , innocente come un cherubino , la prima multa della mia vita solo 5 minuti dopo aver ritirato dal concessionario la mia prima motocicletta ?   Sembra uno scherzo ...



-   Episodio 2 :  la prima caduta

Piu' o meno il giorno dopo " la presa della multa " , andammo a San Lazzaro di Savena .   Qui il padre di Ivano gestiva un grande distributore di benzina con un piazzale immenso , forse fatto per i camion(s) .
E su quel piazzale si era deciso che si sarebbe svolto il corso di guida motociclistica avanzata , dove Stefano ed Ivano fungevano da docenti .
Come detto in precedenza , ero gia' professore di bicicletta .   Pero' gli unici mezzi a motore che avevo guidato fino ad allora erano il Malaguti 45cc che Ivano mi prestava per qualche prova di guida ed il mio vecchio Velosolex asmatico ( velocita' massima = circa 20 Km orari ) .

Il MotoBi era grosso e pesante , era potente e scattante , era ... stupendo ...

Dopo varie raccomandazioni e spiegazioni , partii verso la futura gloria , tracciando ampi cerchi a velocita' moderata .   Le cose andarono egregiamente per circa 50 secondi , finche' non mi salto' in mente di dare un leggero " strappo " alla manopola del gas .
La motocicletta scatto' in avanti , selvaggia .
Leggermente spaventato per la reazione del mezzo , commisi quindi il fatale errore di toccare delicatamente la leva del freno anteriore .   Il MotoBi rallento' istantaneamente fin quasi a fermarsi e , poiche' ero inclinato a causa dell'ampia curva che stavo disegnando , piombo' a terra fragorosamente insieme a me , incollato al manubrio .
A questo punto affermare che non ero affranto sarebbe mentire spudoratamente .   In fin dei conti la mia piccola belva aveva solo 2 giorni di vita .   Il danno pero' non era grave quanto si poteva supporre dato lo schianto .   Qualche graffio alla carrozzeria , sbucciature alla manopola sinistra ed al mio ginocchio , la leva del freno spezzata alla punta .
I miei genitori furono contenti perche' non seppero mai dell'accaduto .



-   Episodio 3 :  la grande caduta

Qualche giorno dopo si decise di andare a " fare pieghe " in collina .

A chi non conosce Bologna occorre fornire ora un paio di spiegazioni .
La citta' si appoggia lateralmente ad una serie di armoniose colline o Poggi (...) che la sovrastano .   Questi amene alture sono attraversate da una ragnatela di stradine , che disegnano curve , sia ampie che strette , in un delirio di pendii di varia inclinazione e senza interruzione .
Poiche' , volendo percorrerle in velocita' , e' necessario " piegare " la moto per curvare , fu coniato da qualche antico bolognese il termine " far pieghe " .
Esso descrive in modo minimale e perfetto l'azione di viaggiare su quelle strade con la motocicletta ( o con la Lambretta ... fate voi ) .

Ci recammo quindi sui colli per fare una bella scorribanda .   Pilotava Stefano che era molto esperto di pieghe , anche se un po' troppo " sportivo " per i miei gusti .   Io , nonostante le lezioni prese in quei giorni ero ancora inesperto e timoroso , e me ne stavo appollaiato dietro , artigliando con forza i bordi del sellino .
Alle nostre calcagna Giovanni , in sella ad un velocissimo Minarelli 55cc elaborato in modo semi-illegale , che cercava di raggiungere uno Stefano niente affatto d'accordo .
Giungemmo quindi , in quel fatale pomeriggio , ad una curva in leggero declivio .
Stefano la imbocco' con impeto guerresco e la moto schizzo' via , come una trota dentro una padella piena d'olio , sbattendo sull' asfalto e strisciando per molti metri .  
Stefano lo persi di vista subito , ma io segui controvoglia la sorte della motocicletta , strusciando e rotolando , fino a fermarmi finalmente dentro un campo a lato della strada .
Alla fine della mia corsa rasoterra , avevo rimediato una bella frattura al polso destro ed un profondo spellamento lungo tutto l'avambraccio , che avevo usato per proteggermi la faccia .
Stefano non sembrava molto danneggiato , ma il MotoBi era un mezzo disastro .  

Fu evidente da subito che la scivolata era stata causata dal pietrisco sparso sulla curva l' inverno precedente per sciogliere la neve , che aveva contribuito non poco a scartavetrarmi il braccio .
Tornammo a casa lentamente , umiliati e doloranti , in sella alla moto , ancora in grado di viaggiare .
I miei genitori non furono molto contenti del costo delle riparazioni e di un figlio col braccio ingessato .
La storia di come , un mese dopo , fu levato il gesso , ormai inglobato in una orrenda crosta di quasi un centimetro di spessore su tutto l'avambraccio , ve la racconto un'altra volta ...



-   Episodio 4 :  la grande ri-caduta

Circa un anno dopo la " Grande caduta del '69 " , ci recammo a passare la Domenica nella casa di Annalisa in quel di Mongardino , sulle colline bolognesi .
Dobbiamo premettere che , nel frattempo , ero diventato affermato professore anche di scemenze in moto .   Il MotoBi era un avversario ricercato per le corse nelle strade di Bologna , poiche' all'epoca era il piu' veloce della sua categoria .
In quella casa di Mongardino , quel giorno , era presente anche un amico di nome Ferruccio .   Era un amico ma anche un fiero avversario , poiche' orgoglioso possessore di una motocicletta identica alla mia .   Le nostre gare di accelerazione erano all'ordine del giorno .
Poiche' le moto erano assolutamente uguali , chiunque di noi avesse prevalso sarebbe stato matematicamente il migliore ... e devo ammettere che forse lui era anche piu' matto di me .

Alla fine di una rilassante giornata , in quell'aria tenue di inizio Settembre , ci preparammo quindi per il ritorno a Bologna .   Due delle amiche , Cristina e Daniela , che avevano passato la giornata con noi , insistettero per farsi accompagniare in moto .   Premetto che non amo caricare passeggeri sulla motocicletta , perche' la responsabilita' della salute altrui mi opprime un po' .   I fatti mi avrebbero dato ragione .

Io caricai Cristina e Ferruccio fece salire Daniela sul sedile posteriore .
Scendemmo quindi verso Bologna a velocita' sostenuta , finche' non arrivammo ad una curva che riconobbi subito .   Era il famigerato tornante su cui io e Stefano ci eravamo schiantati l'anno prima .
Istintivamente rallentai e Ferruccio immediatamente ne approfitto' per sorpassarmi .

Cio' che segue si svolse tutto in pochi secondi ...

Ferruccio che si fionda giu' per la discesa successiva .   Io che d'impulso accelero e mi lancio all'inseguimento .   Ferrucio si piega sulla destra per entrare in curva .   Io lo imito tallonandolo a pochi metri .

Ma la moto non si inclina affatto .

Nonostante tutti gli sforzi continua a rimanere perfettamente dritta .   Cerco di agrapparmi a tutti i freni che ho , ma e' ormai troppo tardi .   La ruota anteriore sta gia' entrando nel fossetto sul lato sinistro della strada .
La ruota si conficca in profondita' dentro l'avvallamento .
La massa e la velocita della motocicletta , sommata al peso mio e di Cristina , la fanno ruotare a destra con grande forza .   Ma la ruota rimane tenacemente conficcata nel fosso , ed il momento torcente deforma le forcelle, facendole somigliare ad un cavatappi .   Il manubrio e' contorto ed incrinato .   La carrozzeria e' costellata di graffi e bozzi .

Qualche tempo dopo Cristina mi disse che , un attimo prima dello schianto , mollai il manubrio e , raddrizzandomi , allargai le braccia .   Ed era vero , me lo ricordo bene .
Allargai le braccia , come in un estremo gesto di resa alla sorte avversa .

Subito dopo l'incidente appurammo che un acuminato pezzetto di metallo aveva tagliato il pneumatico , facendolo sgonfiare quasi immediatamente .   Stavo praticamente viaggiando sui bordi metallici del cerchione , invece che sulla gomma .   La moto non aveva possibilita' di inclinarsi ...
Ma noi eravamo stranamente illesi .   Io ero atterrato di faccia sull'erba alta e Cristina sulla mia schiena , evitando miracolosamente vetri e detriti presenti dentro l'avvallamento .

A volte mi chiedo come abbiamo fatto a sopravvivere agli anni 60 e 70 .   Senza casco , ne' protezione alcuna , facendo gli  stro  sciocchini con le moto ...   in calzoni corti e sandali .
Fulgidi esempi di eroica incoscenza .

E quante probabilita' c'erano che facessi due incidenti praticamente nello stesso punto ?
Un luogo segnato dal destino ...


Le curve sotto l'Eremo di Tizzano ( Street-View )



-   Episodio 5 :  la comica finale

Diversi mesi dopo il fatto descritto , stavamo salendo verso le colline , per una stradina stretta .   Non era uno dei soliti percorsi che usavamo per andare in collina , ed io non lo conoscevo affatto .
La strada si inerpicava , ripida e tutta tempestata di tornanti .   E fu cosi' che , su una delle strette curve ad elevata pendenza , non diedi abbastanza potenza alla motocicletta che rallento' fino a fermarsi , e cosi' pure fece il motore , con un ultimo colpo di tosse .

Mi inclinai e , non riuscendo a mettere in tempo utile il piede a terra , caddi lentamente giu' , come una foglia in Autunno .

Non ci furono danni , se non nell'onore , poiche' mi adagiai al suolo con grazia e la moto atterro' placidamente sulla mia gamba .   I miei compagni di scorribande risero a lungo di quella bizzarra caduta a velocita' = zero ( incontrovertibilmente fermo )

.   .   .  

Quella fu l'ultima caduta della mia carriera di motociclista .   Cio' e' stato sicuramente agevolato dal fatto che , raggiunta una certa eta' , quasi tutti noi ci lasciamo traviare dal fascino indiscreto del sedile ribaltabile .   Questo fatto riduce drasticamente la probabilita' di cadere in moto .

Comunque ,,, all'inizio del XXI secolo , la nostalgia delle due ruote si e' fatta avanti .   Cosi' ho acquistato prima una Honda 650 e poi un Bmw 1200 , ma non ho mai piu' assaggiato l'asfalto .   Questo nonostante abbia provato , nel corso degli anni , 2 o 3 brividi profondi lungo la spina dorsale .

Ma l'affetto che ho provato per quel piccolo mezzo , che allora mi sembrava cosi' grande e veloce , non e' stato mai lontanamente eguagliato .
Il mio elegante ed ormai antiquato compagno di brevi avventure ed uscite di strada , con quel suo buffo ma geniale motore a forma di uovo ...
Ora se ne sta un po' malinconico e molto assonnato in un angolo .
Ma cerco di non guardarlo , per non sentirmi troppo triste ...



  Da " Ruote bollenti " di G.Ippo - Edizioni " Il Kamikaze " 2022

  Personaggi ed interpreti in ordine di apparizione :

  1   - il MotoBi 125cc Sport Special del 1969
  2   - io (Gippo)
  3   - Stefano Gozzi Conte Sassoli (Ciozzo)
  4   - Ivano Malossi , presente agli (o nei pressi degli) eventi narrati
  5   - Il diabolico poliziotto in borghese con paletta
  6   - L' ostinato inseguitore :   Giovanni Carboni
  7   - L' ospitale padrona di casa :  Annalisa Ospitali (+ Beppe Goretti)
  8   - L' antagonista :   Ferruccio Catellani
9/10 - Le graziose passeggere :   Cristina Macchi e Daniela Quinti


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motobi benelli anni 70