ovvero Come illuminammo Lugano Questo racconto e' diviso in due parti , sia geograficamente che temporalmente . |
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Parte
1 : l' antefatto Durante le vacanze estive del 1970 e 1971 , si soggiornava in gruppo a Cimabanche , sulle Dolomiti . Alcuni nella vecchia casa cantoniere , altri in tenda . La localita' si trova lungo la Strada Alemagna , nella parte che congiunge Cortina a Dobbiaco . E' storicamente una importante via di accesso ai paesi del nord , quali Austra e Germania . Proprio nelle vicinanze della casa cantoniera , esistono una serie di fortificazioni e bunker , edificati a partire dal 1939 . Questa linea difensiva , facente parte del Vallo Alpino in Alto Adige , e' un complesso insieme di fortificazioni pensato per difendere i confini italiani da una possibile invasione da parte della Germania Nazista . Considerando l'affettuosa amicizia tra Adolf e Benito di quegli anni , ignoti burloni ribattezzarono ironicamente il sistema difensivo " Linea non mi fido " . Lo "Sbarramento di Passo Cimabanche" e' ben trattato nelle seguenti pagine web . • • • Wikipedia - informazioni , storia ed immagini . • • • Katubrium - grande , bella galleria fotografica . Esplorammo diversi di quei bunker in quelle lontane estati , Poiche' le grate di ferro che sbarravano gli ingressi erano state da tempo sfondate , era agevole entrarvi . Addentrarsi in quei cunicoli opprimenti nel buio profondo , illuminato fiocamente da una sola torcia elettrica , furono piccole esperienze claustrofobiche , ma affascinanti . C'erano ancora i letti a castello dei soldati , rossi della ruggine di 30 anni . Ricordo vividamente che una volta esplorammo una delle fortificazioni portandoci le ragazze , il mangiadischi ( sapete cosa e' un mangiadischi ? ) , ed ascoltando Mina che cantava " Amor Mio " dentro gli stretti tunnels . Gli echi che si riberveravano contro le pareti dell'angusto labirinto oscuro , creavano un'atmosfera surreale e suggestiva . Avvertivo profondi brividi lungo la schiena , ma forse era solo la fredda umidita' che permeava quegli antri . Comunque , surreale lo era certamente la situazione . . . . In una delle successive escursioni , ci addentrammo lungo il greto di un torrente che saliva verso il monte Forame ed il Cristallo . Lungo il percorso ci imbattemmo in un vecchio insediamento militare . Mucchi di misteriosi contenitori sfasciati , lunghi e stretti , erano ammucchiati a terra . Sulla parete della montagna erano evidenti enormi buchi nella roccia , il cui ingresso era stato accuratamente murato e prontamente bucato subito dopo . Entrammo nelle caverne dai pertugi , gentilmente offerti dagli sconosciuti esploratori precedenti . Erano grandi stanzoni squadrati , immagino ottenuti con il sudore dei martelli pneumatici . Nonostante apparissero completamenti vuoti , percorremmo tutto il loro perimetro , cercando come cani da tartufo . Con lo stesso ingegnoso sistema avevamo trovato in precedenza numerosi reperti bellici . E fu cosi' che , grufolando qua' e la' tra la ghiaia ed i detriti , mi salto' all'occhio un sasso dalla forma strana . Era un cilindretto di circa 5 cm di lunghezza e 3 di diametro . Realizzai , in una frazione di minuto , che la pietra sembrava strana perche' non era una pietra . Uscendo alla luce del sole , vidi che era di colore verde-grigio scuro e profondamente intriso di umidita' . Molti avrebbero intuito che poteva essere una carica al fosforo di un razzo illuminante ( bengala ) , quindi pensai bene di intuirlo pure io . Comunque il dubbio che potesse trattarsi di altro , forse materiale esplosivo o incendiario , rimaneva . In fondo era una zona di guerra , anche se passata . Nei giorni successivi la tentazione di dargli fuoco , per vedere cosa succedesse , si fece viva spesso . Ma il "coso" era troppo umido per tentare l'esperimento . Infine lo riposi in una tasca dello zaino e mi concentrai su cose piu' serie , per esempio le ragazze . Lo dimenticai li' ... Parte 2 : il fattaccio Nell'estate del 1971 , io ed Ivano ci inventammo un giro per la Svizzera a scopo educativo . Gli studi di Geografia ed Antropologia erano obbiettivi primari a quei tempi . Il viaggio fu interessante e ricordero' sempre quei valichi montuosi assolutamente deserti ed il silenzio interrotto solo dal vento . Confrontando quei ricordi e quelle immagini con la realta' odierna , sembra impossibile che potessero trascorrere anche molti minuti prima di incrociare un'altra auto . Comunque le cose non andarono come previsto ed un guasto alla 600 nel bel mezzo della Svizzera teutonica , ci mise repentinamente sul lastrico . Fare le riparazioni ci svuoto' il portafoglio nel tempo che si impiega a dire " fregati ! ". All'epoca si viaggiava a suon di contanti e la mancanza di un tale carburante imponeva un' unica soluzione , tornare a casa . Nel mesto viaggio di ritorno facemmo tappa a Lugano . Il campeggio era molto bello , lindo e pulito come solo gli svizzeri sanno fare . E' un luogo comune , ma questo non significa che non sia spesso vero . Sviluppato su una grande area , con prati curati ed alberi ad alto fusto . Era affacciato sul lago omonimo e si vedeva Lugano sull'altra sponda . Quando la sera si trasformo' in una notte buia ci ritrovammo accampati vicino ad altri gruppetti di campeggiatori ; diverse ragazza carine e piuttosto straniere . Erano piu' organizzati e piu' ricchi di noi , attrezzati con lampade a gas . Noi ci sentivamo alquanto inferiori , nel nostro angolino oscuro . Credo che fu per questa ragione che mi venne in mente l'idea geniale . Presi dallo zaino il cilindretto verde , dimenticato li' da un anno , che avevo notato mentre riempivo lo zaino prima di partire . Dopo veloce votazione , lo appoggiammo al fornelletto e lo accendemmo con un fiammifero . In un primo momento non accadde un granche' , sfrigolo' un poco , con un leggero sbuffo di fumo . Poi si accese di botto , cogliendoci di sorpresa , sprigionando con violenza un bagliore accecante . Un minuscolo sole bianchissimo a mezzo metro da terra . E fu di nuovo giorno . Le ombre dei grandi alberi creavano tutto intorno un suggestivo disegno astratto , fatto di contrasti tra luce ed oscurita' . Inutile sottolineare che tutto il campeggio si alzo' in piedi , girandosi nella nostra direzione . La cosa duro' piu' a lungo di quanto avremmo sperato ; per un infinito minuto spandemmo luce intensa ed una diffusa nebbiolina per tutta l'area . Il nostro imbarazzo era pari alla curiosita' degli astanti , irritata o divertita che fosse . L'accaduto genero' un paio di conseguenze . Le ragazze si accorsero di noi , anche se non oso pensare che opinione potessero avere . Considerando che il bagliore tremendo fu sicuramente visto fino a Lugano , il timore che i gestori del campeggio , se non qualche gendarme , si facesse vivo per cacciarci a calci o multarci pesantemente , non ci lascio' molto presto . Quando finalmente l'evento termino' , ci ritirammo senza fretta dentro la tenda con ostentato atteggiamento di disinvolta noncuranza . Ci mancava solamente che ci mettessimo a fischiettare ... Comunque nessuno ci disse nulla , ne' ci redargui' . Ce ne andammo da Lugano cosi' come ci eravamo entrati , incoscenti e senza una lira in tasca . Note a margine : - 1 - Negli anni 70 procurarsi un razzo illuminante era quasi impossibile , essendo materiale di tipo militare , potenzialmente pericoloso . Non credo che oggi la situazione sia molto diversa . Un razzo del genere serve ad illuminare una vasta area di notte , per periodo di tempo relativamente lungo , 45-60 sec. Non e' da confondere con un razzo di segnalazione colorato , usato di norma come richiesta di soccorso . - 2 - Solo ultimamente , mentre cercavo informazioni sullo sbarramento di Passo Cimabanche , ho scoperto che le caverne , dove trovai la carica al fosforo , non appartenevano , come pensavo , al complesso difensivo Italiano del 1940 , bensi' all'esercito austriaco . Durante la Grande Guerra la regione di Cimabanche era territorio dell'Impero Austro-Ungharico e , sulle montagne attorno , esistono tutt'ora fortificazioni e trincee di entrambi gli schieramenti . Con buona probabilita' la carica datava 1918 o dintorni ; percio' era vecchia di piu' di 50 anni . Come si suol dire : " Le cose fabbricate dai tedeschi durano nel tempo ". Un sito che racconta gli scontri sul Monte Cristallo ed il Forame durante la Prima Guerra Mondiale . • • • La Grande Guerra sul Forame e il Cristallo
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