Composizione per strumenti omogenei a grandi distanze
Tempo= Spazio
Intensità = Distanza
Lo spaziotempo è un'unità; tale è il postulato
fondamentale esposto da Schoenberg nel suo scritto su Composizione
con dodici note. Ciò che avviene qui in uno stesso tempo e
spazio, in un altro luogo e momento può presentarsi esso
stesso diversamente, sfasato temporalmente, o ciò che
avveniva prima può presentarsi dopo, ecc. Tutto ciò
che è considerato sincrono non può superare
l'orizzonte dato dalla velocità della luce; e nel campo
uditivo, dalla velocità del suono, un milione di volte
più lento nell'aria, e dunque è apprezzabile anche dai
nostri sensi senza esperimenti e apparecchi di misura. Così
è nata l'idea di rendere udibile la relatività,
rendendo un omaggio al suo padre, e di avvicinarla all'apprezzamento
estetico. Luogo ideale: grandi valli silenziose, dove il suono
viaggia anche per chilometri e può accogliere nel suo alveo
suoni vicini e lontani.
Tre sorgenti, poste su una linea: se I è a 0, III è a
1 Km, II a 666 m circa (dunque più vicina a III, del doppio
circa rispetto a I).
I
. .
II .
III .
m 0
333m
666m 1000m
Ascoltatori
Ascoltatori
Ascoltatori
Al distanziamento di 1 Km corrisponde il tempo di 20 MM (tratto
ponendo la velocità del suono nell’aria a 333m/sec). Le
distanze possono essere ridotte a seconda la valle e l’acustica
dello spazio, e proporzionalmente vanno ridotti i tempi. Il posto
ideale per gli ascoltatori è o a metà tra I e II, o a
una certa distanza oltre III o dal lato opposto oltre I.
Le dinamiche descrivono e interpretano tali distanze. Gli incisi
sono ripetuti e captati da diversi luoghi, rendendo i rapporti di
sincronia relativi allo spazio, oltre che al tempo.
Due possibili versioni per realizzare l'idea:
A) Versione a strumenti reali
Ogni esecutore può preparare una o più serie di
strumenti omogenei secondo l’accordatura:
2 Tamburi a fessura per segnali, 2 logdrums, 1 sixxen o altri
metallofoni anche intonabili con acqua (p.es. 4 dobaci) , 4
cajòn, campane, gong thai, tom tom monopelle, arpa, tastiere
accordabili (v.Accordatura qui sotto). E' più importante
trovare strumenti che possano realizzare l'accordatura indicata,
mentre la dinamica può anche essere limitata al forte.
Le intensità sono relative solamente alle distanze: un
impianto elettroacustico (a persino audiovisivo) può porgerle
agli ascoltatori permettendo di saltare da un punto di ascolto ad un
altro istantaneamente, confrontando direttamente frasi in genere
uguali.
Le uniche dinamiche richieste agli esecutori sono dei crescendo e
diminuendo, liberi o relativi all'equilibrio generale.
B) Versione a strumenti virtuali. Strumento o
strumenti dalla dinamica molto estesa, da pppp a ffff, o strumento
elettronico che simulino anche la distanza con riverberazioni.
Accordatura:
I G5 – F triesis 5 – C triesis 5 – F#4
II F#5 – C5 – A4 monesis – G4 monesis
III G5 -1/8 – C5 + 1/8 – F4 – E4 monesis
Si diano tre sorgenti sonore, allineate su una linea retta di un
kilometro circa (prima e terza all'estremità, la seconda a
2/3 del percorso, quindi il doppio più lontana dalla prima
che dalla terza). Se la distanza è eccessiva per
l'udibilità di una sorgente con l'altra, cosa molto probabile
per la forza dei suoni scelti, o per l'inquinamento acustico
circostante, si potrebbe ridurre le distanze e proporzionalmente
aumentare la velocità di esecuzione; o se non si vuole
eseguire troppo veloce, isolare l'area con una calotta trasparente,
e riempirla di gas non tossico ma che rallenti la velocità
del suono (l'idea era già accennata alla fine di Dal silenzio
verso un nuovo mondo sonoro di Evangelisti, e si può
realizzare con esafloruro di zolfo, SF6 ,in cui la velocità
del suono è 145 m/s, meno della metà rispetto a quella
nell'aria. Anche l'effetto dei suoni sarà però
più di un'ottava sotto). La struttura potrebbe essere
effimera, per poterla portare in tournée con la musica.
Gli esecutori si sincronizzano con un metronomo in auricolare. Tale
click non deve avere ritardi (le linee elettriche viaggiano a
velocità delle luce), mentre l'effetto dei suoni va alla
velocità del suono, ben inferiore. Gli strumenti potrebbero
somigliare, come tono e potenza, a dei tuoni, e i click avere anche
l'evidenza del fulmine che li precede.
Gli ascoltatori possono scegliere punti di ascolto e cambiarli a
piacere, ma fa parte integrante della composizione un confronto
diretto di diverse prospettive, che mutano insieme i rapporti
dinamici e temporali di un'unica idea musicale enunciata dalle tre
sorgenti sonore. A tal fine sono disposti vicino ad esse, negli
spazi intermedi e circostanti dei microfoni, mandati a una regia
audio che commuta tali prospettive e le porge (in stereofonia o
quadrifonia) a un pubblico tradizionalmente raccolto. La notazione
del punto di rilevamento acustico o prospettiva è su un
pentagramma, la X indica il punto di ascolto o rilevamento, le C i
tre esecutori. Sono necessari almeno 14 microfoni disposti ogni 250
m (se la distanza tra I e III esecutore è di un 1 km)
E' possibile inserire delle pause di respiro e interazione
ambientale (echi, vento sui microfoni, e altri piccoli eventi non
formali).
Tutto ciò si può realizzare anche - assai più
facilmente- con una simulazione digitale; ne ho scritta una in
Csound comandato da una tastiera MIDI in tempo reale: a questa
realizzazione si riferisce l'intavolatura in fondo alla partitura
autografa. Il rigo centrale PUNTO DI ASCOLTO viene selezionato,
nella versione A (a strumenti reali) con corrispondenti programmi su
un mixer digitale; nella versione B con la stessa tastiera MIDI
(mano destra, legge in chiave di contralto, e può anticipare
le note suonate in chiave di basso, avendo effetto solo sulle note
succcessive al proprio attacco; per comodità le note del
registro grave sono state ripiegate sul registro medio, tasti neri.)
Alla fine del pezzo, se si può realizzare il Finale in
movimento, a cambiare non è più il punto di ascolto ma
la posizione dei tre esecutori, che dovrebbero spostare il loro set
di strumenti, se disposto su mezzi di trasporto di discreta
velocità (a piedi, 1 Km si percorrerebbe senza pesi in 10
min., troppo per un finale di questa composizione).
E' chiaro il riferimento al fisico padre della relatività
spaziotemporale.
Più in piccolo, sono contenuti nel titolo i due cartoni
animati preferiti dai miei figli in questi anni.