Giovanni Damiani (Palermo 1966),
allievo di Aldo Clementi per la
composizione e di Paolo Emilio Carapezza per la musicologia,
perfezionatosi ai Ferienkursen di Darmstadt, è uno dei
più brillanti compositori italiani emergenti. A sancire
questa
realtà, un volume che, oltre all'autobiografia che egli
stesso
dà delle sue musiche, ospita contributi di firme della
musica e
della critica, come Luigi Pestalozza, Paolo Emilio Carapezza e
Federico
Incardona.
Giovanni Damiani - Autobiografia
delle
musiche - Collana Vega; L'Epos editore, Palermo 2005
con saggi di L.Pestalozza, S.Tedesco, P.E.Carapezza,
F.Incardona
e del compositore. Include la partitura del pezzo pianistico
Senza voce... che cosa
sarà l'Io,
se è l'unità il suo dividendo e un CD audio
con il
suddetto pezzo, più Buon
risveglio, sette note:...!?, Matrice/organon,
e Affidare tutto a una musica.
Fabio Midulla, La musica di Giovanni
Damiani dal 1982 ad oggi, Palermo 2006
Daniele Gambino, Riscritture di
un
mito, Palermo 2008
Giovan Battista Ferrantello, Salve
follie
precise, Palermo 2009
Corrado Salemi, Le musiche, i
suoni,
i silenzi... (incroci), Palermo 2010
Giovanni Damiani, Unità e
varietà nell'opera musicale, Palermo 1992
Recensioni
Sulla Orchestra Sinfonica Siciliana
L'ULTIMO ANNO
TESTI DI MICHELE PORZIO
Con la nomina di Veronesi l'Orchestra ha ritrovato il gusto
di un
progetto culturale dalle linee solide, innovative e ben
riconoscibili.
Con esso si mira alla valorizzazione della continuità
storica
del patrimonio musicale italiano attraverso i tre aspetti
intrecciati
del repertorio sinfonico, di quello melodrammatico e della musica
contemporanea e quindi dei nuovi autori, siciliani in particolare.
Si
tratta di tre mondi ancora poco comunicanti tra loro nel nostro
Paese,
ma che a Veronesi è facile porre in relazione grazie
all'ampia
esperienza già consolidata con l'Orchestra "Cantelli" per
la
sinfonica, con il Festival pucciniano di Torre del Lago nella
lirica e,
quanto al contemporaneo, per la sua stessa giovane età e
l'apertura internazionale della sua formazione. Accanto a questo
primo
asse portante, si osserva un'attenzione particolare per alcuni
momenti
centrali della fase di transizione dal tardoromanticismo
all'impressionismo, culminanti con la Trilogia romana di
Respighi, La Mer di Debussy e La Valse di Ravel) come per pagine
sinfonico-corale di grande impatto e presa emotiva. È il
caso
della Missa Solemnis di Beethoven scelta per il concerto
inaugurale e
del War Requiem di Benjamin Britten; quest'ultimo titolo ha
assunto una
lodevole valenza emblematica di omaggio etico alle vittime della
sanguinosa lotta alla mafia dello scorso decennio. Tornando
al
settore sinfonico, oltre alla riscoperta degli autori italiani non
si
manca di fare affidamento su alcuni punti qualificanti della
grande
stagione classico romantica. A questo riguardo sono in cantiere
l'esecuzione integrale dei concerti per pianoforte di Mozart, le
sinfonie "parigine" e "londinesi" di Haydn e, con un balzo che ci
porta
alle soglie del Novecento, Bruckner e la liederistica, oltre che
la
sinfonica, di Mahler. In ambito operistico si devono annoverare
partecipazioni di prestigio come quelle del tenore messicano Ramon
Vargas che, nel programma dell'8 dicembre 2002, ha spaziato da
Bizet a
Puccini; come pure le celebrazioni dedicate, attraverso
l'esecuzione di
sinfonie d'opera, al centenario della morte di Verdi e al
bicentenario
della nascita belliniana. Tra i giovani siciliani che si battono
per
esplorare le nuove vie della musica di oggi, giova ricordare le
esecuzioni di due compositori di valore e impegnati in una ricerca
rigorosa quali Giovanni Damiani (Estremi di una sinfonia) e Marco
Betta
(Lettere di guerra e di morte). http://www.fondazioneorchestrasinfonicasiciliana.it/storiaa.php
A cura di Paolo Predieri
Ha
cantato la pace, la fatica e la gioia dei contadini siciliani
“Sapeva parlare con i contadini siciliani, aveva quel
meraviglioso,
plastico, caldo modo di trovare la forma più semplice e
diretta
per unirsi alla loro umanità (…) si vedeva nei suoi occhi
quel
baleno che veniva da un’intelligenza vivissima, accorta, fedele al
buon
senso, ma pronta a farsi lirica, canto appassionato di gente che
soffre
e si apre ad una liberazione”. Così Aldo Capitini ricordava
Giuseppe Ganduscio nato a Ribera (AG) nel 1925 [...]
La sua cultura musicale lo ha portato a frequentare l’ambiente
della
musica colta e personaggi come Luciano Berio, Augusto Vismara e
Luigi
Pestalozza; non è un caso che musicisti contemporanei si
siano
ispirati alla sua musica e alla sua storia, come Federico
Incardona e
che esistano opere dedicate a lui, come “In memoria di Giuseppe
Ganduscio” del 1997 di Giovanni Damiani. Il suo lavoro sul
patrimonio
musicale popolare lo ha portato a collaborare con Roberto Leydi e
con
il “Nuovo Canzoniere Italiano” ed è riconosciuto nei testi
più importanti: Giuseppe Vettori, ricercatore e critico
severo
del folk italiano riconosce il “ buon livello” dei dischi di
Ganduscio. http://nonviolenti.org/content/view/193/
Edizioni
musicali
e Cd
Isole
in
musica, l'esperienza contemporanea in Sicilia e Sardegna,
Agorà-Imaie 2007 (consulenza musicale di G.D., contiene
saggi e
la sua Melancolia generosa, Duo
)
Compositori siciliani del nostro
tempo, Cims 1996
Memus, Cims 1998
Mappe, contiene In memoria di Giuseppe Ganduscio
Affidare tutto a una musica,
estrattonelCdper
i 10 anni dello Zephir ensemble
Antichi organi e nuovi musici,
con registrazione e partitura di Oriens
origo organica, Cims 1998 Cuntrastu, Edipan, Roma 1988