Giovanni Damiani
Melancolia generosa (da
Dürer)
Due
movimenti:
I -
percussione sola
II – Pianoforte e percussione
§
Malinconia
generosa
era considerato il tipo di saturnismo o depressione di cui erano affetti i
grandi spiriti creativi; così dichiara Marsilio Ficino, che scrive all’amico
Giovanni Calvacanti, dichiarando di esserne affetto, e che riprenderà poi,
nella Dietica dell’uomo melanconico il locus classicus della melancholia
generosa, risalente ai Problemata,
XXX, I, di Teofrasto, rivalutandola radicalmente rispetto alla sua messa al
bando operata in età medievale. Anche Michelangelo, per fare solo un esempio,
che risulta affetto dall’apparentemente tetro temperamento, scrive "La mia allegrez' è la
maninconia"
§
Nella mia ricerca imperturbabile della chiarezza e coerenza attingibili in forme (qui sonore) del tutto nuove, con il conforto dell’intelligenza scientifica e delle sapienze tramandate, mi sono imbattuto nelle ricchissime proprietà dei quadrati magici, proprietà additive e non solo: infatti i ritmi, le melodie o le serie di intervalli ottenibili dai numeri, contemporaneamente alla coerenza lineare-orizzontale ne contengono una aggiunta, verticale-armonico contrappuntistica che può essere in qualsiasi momento scambiata con la dimensione melodica; una sorta di acrostico ininterrotto ed omogeneo alla superficie sonora e temporale, una rima o fessura temporale che offre una particolare pregnanza a livello di dettaglio come di macrostruttura.
Mi
si lasci infine annotare alcuni fenomeni: che a livello musicale sono più
pregnanti le strutture piccole e compatte (per questo ho scelto quadrati magici
tra i più piccoli, di 9 o 16 elementi, non quelli con 36 che potrebbero avere
altre proprietà pertinenti la speculazione prettamente matematica (come la
‘multimagia’, che si estende anche ai quadrati dei numeri presenti); la
percezione musicale incrocia tali cristalli aritmetici solo se di piccola
entità. Altro aspetto di stretta convergenza si ha tra permutazione di elementi,
cara al pensiero seriale e non solo, e la scelta degli elementi dei quadrati
magici, che sono appunto permutazioni di progressioni aritmetiche (da 1 a 9, da
1 a 16, o varianti). Tali strutture hanno una coerenza indipendente dal sistema
musicale adottato, cioè si adatta perfettamente alle percussioni non intonate,
come agli strumenti temperati, come a qualsiasi altro temperamento equabile (a
un certo punto compio un piccolo lapsus verso una scala pentatonica,
quasi a mostrare un ‘minimalismo come sottoinsieme eventuale degli ascolti oggi
possibili).
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The story of 'Lo Shu' is as follows:
In the ancient time of China, there was a huge flood.
The people tried to offer some sacrifice to the 'river god'
of one of the flooding rivers, the 'Lo' river, to calm his
anger. However, every time a turtle came from the river and
walked around the sacrifice. The river god didn't accept
the sacrifice until one time, a child noticed the curious
figure on the turtle shell. Hence they realized the correct
amount of sacrifice to make (15).
The word 'Shu' means books.
Contando
anche noi i pallini otteniamo il seguente quadrato magico:
4 9
2
3 5
7
8 1
6
In
esso la somma delle 3 righe, delle 3 colonne e delle 2 diagonali, è sempre
uguale a 15; i suoi elementi sono una permutazione delle prime 9 cifre. Si
tratta dell’unico quadrato magico possibile di ordine 3 (mentre i quadrati
possibili di ordine 4, ossia di 16 numeri, sono 880); esso può essere letto in
otto forme, che non ne mutano le proprietà; nella seguente i numeri sono anche i
numeri ordinali della progressione discendente dei numeri da 9 a 1: ossia
all’8° posto (leggendo le righe) c’è il 9, al 1° l’8, al 6° il 7, al 3° il 6,
al 5° il 5 (questo in particolare in tutte le forme), e così via.
Questo quadrato mi aiuta a definire le serie di altezze e ritmi di questa musica nella sua interezza; solo per un breve tratto verso metà ho fatto ricorso a un quadrato magico ancora più celebre, quello dipinto da Albrecht Dürer nella sua celebre incisione Melencolia I:
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