Due canoni di Kuhlau

Nelle mie ricerche sul canone mi sono imbattuto invece nei suoi Comische Canons di
Friedrich Kuhlau (1786-1832), Canoni comici per tre voci maschili WoO183 (1823). Sono composizioni allora piuttosto popolari, e oggi sconosciute; brillanti nell’effetto e nella sapienza canonica, ricche di modulazioni inconsuete nel genere (p.es il quinto canone riesce a passare dal maggiore al minore riservando la terza a una sola delle tre voci). Il n.10 ‘Anticherubinismus’, si prende gioco di Cherubini, giudicato ‘troppo cromatico’; il n.5 è una vivida rappresentazione di sonore risate. Beethoven, che scrisse solo occasionalente qualche canone, entra nel gioco musical-testuale con il suo canone su tema bachiano ‘Kuhl, nicht lau’ (Freddo, non tiepido) WoO191, del 1825; si tratta di un gioco di parole sul nome di Kuhlau e le note del nome BACH, dall’effetto sinistro (si ascolti p.es. qui). In appendice ai canoni a 3 Kuhlau aggiunge un canone retrogrado a 8 voci (in cui anche il testo è retrogradabile); e infine un Achtundzwanzigstimmiger Raetsel-Canon, canone enigmatico a 28 voci reali; di entrambi ho realizzato una ‘konzertgemaessige Version’ (per usare un termine di Busoni, che trascrisse in modo inappropriatissimo due pezzi dell’op.11 di Schoenberg), insomma una versione da concerto che espande le potenzialità espressive dell’invenzione concettuale; La si può ascoltare qui, in un'interpretazione con un quartetto d'archi, uno di fiati, due pianoforti, un organo, una fisarmonica e una celesta. Kuhlau ha scritto in un solo rigo 7 misure con una serena melodia accompagata da tre voci (quasi sempre semiminime ribattute), quanto di più lontano dallo stile severo e vocale associato al genere del canone. Eppure queste 7 misure sono composte in modo che a ogni misura si può sovrapporre la precedente, una terza sotto, rispettando le regole armoniche e contrappuntistiche (e ciò è quasi pedante rispetto agli stili moderni). Ne risulta che la stessa melodia appare, con il suo accompagnamento, in 7 modi diversi, sfalsata di una battuta. Un'idea troppo bella per restare una curiosità intellettuale o un fiorilegio grafico: ho voluto espanderla senza aggiungere alcunché, ma togliendo di volta in volta degli strati, con delle scelte di chiarezza di esposizione, di addensamenti e rarefazioni, fino a contrasti tra il vuoto quasi totale e una singola pienissima misura (n.105) che contiene tutte le 7 battute del tema.
Partitura

Giovanni Damiani